Google e l’algoritmo MUVERA: verità o strategia di confusione?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.

Contattaci ora →

Tra conferme e smentite, cerchiamo di capire se questo sistema di recupero delle informazioni basato su testo, immagini e video è già realtà o solo un progetto futuro.

Un velo di mistero avvolge MUVERA, il presunto algoritmo di Google. Dopo iniziali conferme sull'utilizzo di un sistema simile, basato sull'analisi multi-vettoriale di testo, immagini e video per comprendere l'intento di ricerca, un portavoce di Google ha smentito tutto. La confusione regna tra addetti ai lavori, sollevando dubbi sulla trasparenza delle comunicazioni di Mountain View e sul futuro della classificazione dei contenuti.

Ma cos’è davvero questo MUVERA? e perché dovrebbe interessarti?

Mentre gli addetti ai lavori discutono su chi abbia detto cosa, proviamo a fare un passo indietro e a capire di che stiamo parlando.

MUVERA non è una sigla a caso, ma un progetto concreto che arriva direttamente dai laboratori di ricerca del colosso americano.

Stiamo parlando di un sistema di recupero delle informazioni che non si basa solo sulle parole che digiti, ma che è in grado di comprendere il contesto e l’intento della tua ricerca analizzando contemporaneamente testo, immagini e persino video.

In parole povere, immagina un motore di ricerca che non si limita a trovare la corrispondenza esatta per “ricetta torta di mele”, ma che capisce se stai cercando un video tutorial, una lista di ingredienti da acquistare o un articolo sulla storia di quel dolce.

Lo fa mettendo insieme più “vettori” di informazioni per creare una corrispondenza molto più precisa e rilevante.

Un passo avanti notevole rispetto ai sistemi tradizionali, che promette di fornire risposte più complete e sfaccettate.

Il punto è che questa tecnologia esiste ed è stata documentata nero su bianco proprio da Google.

Ma una cosa è sviluppare un prototipo in laboratorio, un’altra è integrarlo nel motore di ricerca che miliardi di persone usano ogni giorno, come osserva Search Engine Roundtable.

Tra ricerca ufficiale e mezze verità, cosa resta in mano a noi?

Qui la faccenda si fa interessante.

Da una parte abbiamo un’azienda che sembra giocare a nascondino, rilasciando dichiarazioni ambigue che prima accendono gli animi e poi li smorzano. Dall’altra, abbiamo la certezza che i suoi team di ricerca e sviluppo stanno lavorando sodo su tecnologie come questa.

Viene quasi da chiedersi se questa confusione non sia, in fondo, una strategia voluta. Mantenere un alone di mistero permette forse a Google di testare e implementare nuove funzioni senza dover dare troppe spiegazioni, evitando che i professionisti della SEO trovino subito il modo di “addomesticare” l’algoritmo a proprio vantaggio.

Per chi, come te, gestisce un’attività online, inseguire ogni singola voce di corridoio può diventare una perdita di tempo e di energie. Che Google lo chiami MUVERA, LaMDA o con un altro nome ancora, la direzione che ha preso è chiara da un pezzo: la qualità e la capacità di rispondere in modo esaustivo alle domande degli utenti sono diventate il centro di tutto.

Il motore di ricerca è sempre più affamato di contenuti che dimostrino competenza, autorevolezza e che offrano un valore reale.

Il resto, francamente, rischia di essere solo rumore di fondo.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

11 commenti su “Google e l’algoritmo MUVERA: verità o strategia di confusione?”

    1. Alessandro Lombardi

      Ma che sorpresa, Google smentisce se stesso. Chi avrebbe mai immaginato una cosa simile da Mountain View? Un vero mistero, quasi fosse un’orchestra che accorda gli strumenti… senza sapere che musica suonerà.

  1. Silvia Graziani

    Ma che storia è ‘sta MUVERA? Praticamente Google si gioca a nascondino con le sue robe, e noi a inseguire. Un casino totale, ma alla fine ci prendono tutti per il fondello con ‘ste sigle.

    1. Giada Mariani

      La comunicazione è un po’ un’ombra, eh? Ma i dati parlano chiaro: l’analisi multi-vettoriale è il futuro. Ci manipolano, ma con stile. 🧐

  2. Luciano D’Angelo

    Capisco la perplessità, ma un’analisi attenta dei dati è la nostra bussola. 🧭 Dobbiamo concentrarci sui fatti concreti, non sulle dichiarazioni altalenanti. 💪

  3. Andrea Cattaneo

    Guarda, ‘sto teatrino di Google è roba seria. Parlano di un sistema e poi negano, è un classico. Bisogna capire cosa c’è dietro ‘ste mosse, non farsi prendere per il culo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore