Google: L’instabilità di ottobre 2025 scuote i ranking e i business

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Un ecosistema SEO sempre più instabile, dove i ranking di Google sono in continuo subbuglio e le aziende si ritrovano a fare i conti con crolli improvvisi della visibilità.

Tra il 15 e il 18 ottobre 2025, i ranking di Google hanno subito una forte instabilità non dichiarata, causando cali di traffico organico per molti siti. Il fenomeno, che ha colpito settori come notizie e servizi locali, evidenzia un trend di volatilità e il silenzio di Google, proseguiti dal 2024 a causa dell'integrazione dell'intelligenza artificiale.

L’impatto reale sui business: più di un semplice numero che scende

Ma cosa significa in pratica questa volatilità?

Te lo spiego con qualche esempio concreto che fa capire la portata del problema. Un sito di notizie ha lamentato un crollo del traffico ai minimi storici, notando che il feed di Google News privilegiava articoli vecchi di settimane a discapito dei contenuti freschi.

La sua conclusione, amara, è che “gli unici siti che funzionano sono quelli dei grandi editori”, sollevando un dubbio legittimo.

Forse Google sta ridisegnando la visibilità per favorire i soliti noti?

Il colpo si è sentito forte anche nel settore dei servizi locali, come scrive Search Engine Roundtable. Un professionista SEO ha descritto perdite catastrofiche per i suoi clienti, con pagine dedicate a servizi in città specifiche che hanno perso circa il 50% della loro visibilità da un giorno all’altro.

Parole chiave che il 15 ottobre erano saldamente tra le prime tre posizioni, il giorno dopo erano precipitate.

È evidente che non si tratta di un piccolo aggiustamento, ma di un cambiamento che può mettere in ginocchio un’attività.

E il punto è che questo non è un evento isolato, ma solo l’ultimo capitolo di una storia che sta diventando fin troppo familiare.

Silenzio da Mountain View e promesse mancate

Questa turbolenza di metà ottobre, infatti, segue un’altra ondata di instabilità registrata appena una settimana prima, tra il 7 e l’8 ottobre. Anche in quel caso, come descritto da diverse fonti del settore, i forum SEO si erano riempiti di lamentele simili: cali di traffico improvvisi e un aumento anomalo di visite da bot o da Paesi non pertinenti al business, sintomo di un possibile problema nei sistemi di targeting di Google.

Di fronte a tutto questo, Google, dal canto suo, tace.

Nessuna comunicazione, nessun aggiornamento confermato.

Questo silenzio stride con le promesse fatte a inizio 2025, quando si parlava di una maggiore frequenza dei core update per rendere gli aggiustamenti più graduali e prevedibili. La realtà, fino ad oggi, è che di aggiornamenti principali confermati ne abbiamo visti solo due, l’ultimo dei quali è stato il March 2025 Core Update.

Per mantenere la parola data, Google dovrebbe rilasciare almeno altri due core update entro la fine dell’anno, una tabella di marcia che sembra sempre più stretta.

Viene da chiedersi se questa instabilità non dichiarata non sia, in realtà, la nuova strategia voluta da Google.

Una strategia che sembra avere radici ben più profonde.

Un’instabilità che arriva da lontano

Se pensi che questa situazione sia figlia solo del 2025, ti sbagli.

La verità è che stiamo vivendo l’eredità di un 2024 che ha riscritto le regole del gioco. Quell’anno, come evidenziato in un’analisi di Conifr, la volatilità nelle SERP è aumentata del 26% e per oltre due terzi dell’anno i ranking sono stati in continuo subbuglio.

La causa?

La spinta aggressiva di Google sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nei risultati di ricerca, un cambiamento che ha reso le vecchie tattiche SEO meno affidabili e ha costretto tutti a rimettere in discussione le proprie certezze.

Quello che stiamo vedendo oggi, quindi, non è un incidente di percorso, ma la probabile continuazione di una trasformazione radicale del motore di ricerca. Una trasformazione che, a quanto pare, Google preferisce portare avanti a porte chiuse, senza troppe spiegazioni.

Cosa ci dice tutto questo?

Che l’era in cui potevi contare su una certa stabilità nei ranking è, con ogni probabilità, finita.

Oggi, la capacità di adattarsi rapidamente e di costruire un business che non dipenda esclusivamente dagli umori dell’algoritmo di Google non è più un’opzione, ma una pura necessità di sopravvivenza.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

12 commenti su “Google: L’instabilità di ottobre 2025 scuote i ranking e i business”

  1. Ma guarda un po’. 🙄 Ancora caos da Google. Ottobre 2025, solita storia. Come si fa a gestire un business così? 🤦‍♂️ Io pensavo che il turismo si muovesse su altro.

  2. Già. 🙄 L’algoritmo che fa il diavolo a quattro. E noi poveri navigatori? Ci resta solo di sperare che non ci affondi la barchetta. ⚓️ O è solo un altro trucchetto per farci spendere di più? 🤔

    1. Beatrice Benedetti

      Ragazzi, ‘sta roba di Google è pazzesca, fa tremare tutto. Come faccio a vendere su Amazon se i clienti non mi trovano più? Che casino.

  3. Alessandro Parisi

    Ma figuriamoci, Google che si agita è solo l’ennesima prova che chiunque pensi di avere il controllo sul digitale è un illuso. Questi algoritmi capricciosi sono la nostra realtà, ci costringono a correre senza sosta. Che disastro.

    1. Lorena Santoro

      Alessandro, l’illusione del controllo nel digitale è un classico. Se poi aggiungiamo l’IA, le “onde anomale” di Google diventano prevedibili, a patto di osservare lucidamente. Chissà se qualcuno si è preso la briga di analizzare l’onda o solo di lamentarsi del mare mosso.

    1. Google è un mare in tempesta. Pescatori senza rete. Chi pensa di navigare sicuro affonda prima. Serve una rotta alternativa, sempre.

  4. ‘Sto panico digitale, eh? Google che fa il bello e il cattivo tempo coi ranking, e noi a raccattare briciole. L’AI poi, una pacchia per chi ci sta dentro, un incubo per chi cerca solo di campare. Alla fine, ‘sta tecnologia ci sta rendendo tutti un po’ più ansiosi, non trovate?

  5. Simone Ferretti

    Un’altra ondata di incertezza nel digitale. Pare che il futuro sia solo una successione di scossoni, un susseguirsi di ombre sul nostro lavoro.

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