Google Sheets si fonde con l’IA Gemini: la rivoluzione è servita, ma a quale prezzo?

Anita Innocenti

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L’integrazione di Gemini nei piani Business ed Enterprise semplifica l’analisi dati, ma solleva interrogativi sull’utilizzo dei dati aziendali per l’addestramento dell’IA.

Google ha integrato l'IA Gemini direttamente in Fogli (Google Sheets) per i piani Business ed Enterprise, eliminando l'add-on a pagamento. Questa mossa strategica rafforza Workspace contro la concorrenza. Sebbene offra grande comodità, l'utilizzo di Gemini comporta un costo non monetario: i tuoi dati, che contribuiscono ad allenare i modelli di Google.

Una mossa apparentemente semplice: l’addio agli add-on

Fino a poco tempo fa, per usare le funzioni di intelligenza artificiale più spinte in Fogli, dovevi acquistare un add-on separato. Ora, tutto questo è finito nel dimenticatoio.

Google ha unificato l’esperienza, rendendo Gemini una parte nativa del pacchetto. La promessa è quella di una semplicità disarmante: basta scrivere “=AI” in una cella per chiedere all’assistente di analizzare dati, creare tabelle o riassumere feedback dei clienti.

Una mossa che, a prima vista, sembra un regalo fatto per semplificarti la vita.

Ma, come spesso accade con i giganti della tecnologia, vale la pena guardare oltre la superficie.

Dietro le quinte: la battaglia per la produttività

Non facciamoci illusioni, questa non è beneficenza.

L’integrazione di Gemini è una risposta strategica, e molto potente, alla concorrenza, in particolare a quella di Microsoft e del suo Copilot. Rendendo l’IA una funzione standard e non più un extra a pagamento, Google sta cercando di blindare i suoi clienti all’interno del proprio ambiente di lavoro.

Come descritto nel blog ufficiale di Google Workspace, questa integrazione non è solo un aggiornamento tecnico, ma un chiaro segnale al mercato: l’obiettivo è rendere il pacchetto Workspace indispensabile.

L’integrazione, infatti, rende l’abbonamento a Workspace ancora più “appiccicoso”, più difficile da abbandonare.

Ma c’è un altro aspetto, forse meno evidente, che merita la tua attenzione.

Il vero costo della comodità: i tuoi dati

Questa nuova e scintillante integrazione ha un prezzo, anche se non lo vedi sulla fattura.

Ogni volta che chiedi a Gemini di analizzare i tuoi dati di vendita, di riassumere il feedback dei clienti o di creare una formula complessa, stai di fatto allenando i loro modelli. Stai fornendo a Google dati preziosissimi su come le aziende lavorano, quali problemi affrontano e come cercano di risolverli.

Certo, la comodità di avere un assistente AI a portata di mano è innegabile, ma è fondamentale essere consapevoli di questo scambio.

La domanda che devi porti non è se usare questi strumenti, ma come usarli con la piena consapevolezza di cosa stai dando in cambio.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “Google Sheets si fonde con l’IA Gemini: la rivoluzione è servita, ma a quale prezzo?”

  1. Ancora una volta, mettiamo i nostri dati nelle mani di chi li userà per arricchirsi. Comodo, sì, ma la tranquillità di sapere che le informazioni aziendali restino nostre dov’è finita? Non mi fido.

    1. Certo, la comodità è seducente. Ma a pensarci bene, il vero valore di questi dati, dove andrà a finire? Resta un dubbio che danza.

    2. Mah, comodità che genera qualche dubbio, come sempre. Google si prende i nostri dati per allenare i suoi modelli, e noi? Ci pensiamo mai davvero a cosa lasciamo sul tavolo, oltre alla comodità?

  2. Certo, il problema non è la funzionalità, è l’uso dei dati. Se i nostri fogli diventano il carburante per i modelli di Google, la convenienza immediata sembra un pessimo affare. A questo punto, vale la pena rischiare la riservatezza per un po’ di comodità in più?

  3. Chiara Barbieri

    L’integrazione di Gemini in Fogli promette di rendere l’analisi dei dati più agevole per le aziende. La comodità è innegabile, ma la questione della privacy dei dati aziendali usati per l’addestramento dell’IA resta un punto interrogativo. Si tratta di un compromesso?

  4. Daniele Palmieri

    Ottimo, semplifica l’analisi ma il prezzo è la privacy dei nostri dati per l’addestramento. Pura convenienza a scapito della riservatezza. È una scelta che ci tocca fare.

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