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Contattaci ora →L’assistente di navigazione di Microsoft promette di semplificare la ricerca online, ma solleva interrogativi sulla privacy, il controllo dei dati e il futuro del modello di business.
Microsoft ha introdotto il 'Copilot Mode' per Edge, trasformando il browser in un assistente AI che analizza le schede aperte per semplificare la navigazione. La novità solleva interrogativi sulla privacy, dato l'ampio accesso ai dati. Attualmente offerta gratuitamente, Microsoft ha già annunciato che la funzione sarà a pagamento in futuro, una strategia chiara per fidelizzare gli utenti.
Un copilota che guarda (e ascolta) tutto
Ma cosa fa esattamente questo Copilot Mode?
In pratica, una volta attivato, gli concedi il permesso di analizzare il contenuto di tutte le schede che hai aperto contemporaneamente. Se stai cercando la casa vacanze perfetta e hai dieci pagine aperte, lui le può confrontare per te. Se stai facendo una ricerca complessa, può aiutarti a mettere insieme i pezzi.
Come descritto da TechCrunch, la funzione si spinge fino a integrare comandi vocali naturali per rendere l’interazione ancora più diretta. Sean Lyndersay, il pezzo grosso di Microsoft Edge, la mette così: il browser non aspetta più passivamente un tuo click, ma cerca di anticipare le tue mosse.
La promessa di semplificare la ricerca e le attività complesse è senza dubbio forte come scrive Search Engine Journal.
Ma il dubbio sorge spontaneo: a quale prezzo stiamo ottenendo questo aiuto?
Privacy e controllo: di chi è veramente il volante?
Microsoft, ovviamente, si affretta a rassicurare tutti. Dicono che i dati sono gestiti secondo i loro standard di privacy, che ci sono chiari indicatori visivi quando Copilot è attivo e che l’intera funzione è “opt-in”, cioè devi essere tu a sceglierla.
Sulla carta, tutto sembra in ordine.
Però, analisti come John Gruber non sono del tutto convinti e si chiedono se un browser che “lavora per te” sia un vero progresso o solo un modo per cedere ulteriormente il controllo. Dare a un’intelligenza artificiale l’accesso a tutto ciò che fai online, a tutte le tue schede aperte, è una concessione enorme.
È davvero così diverso da un’estensione del browser a cui diamo troppi permessi?
Anzi, forse è anche più profondo, perché stiamo legittimando un’analisi continua della nostra attività web da parte di un’entità che ha i suoi interessi commerciali.
E mentre ci interroghiamo su chi stia veramente guidando la nostra navigazione, c’è un altro dettaglio che non va affatto trascurato.
Un regalo oggi, un conto da pagare domani?
Questa nuova e potente funzionalità viene offerta gratuitamente. Ma c’è un “ma”, e lo ammette la stessa Microsoft: è gratis solo per un periodo di tempo limitato.
Non serve essere dei maghi della strategia per capire cosa sta succedendo. È una tattica classica: prima ti si offre uno strumento comodo, ti si abitua a usarlo fino a non poterne più fare a meno, e poi, quando la dipendenza è consolidata, arriva il momento di pagare.
Non è beneficenza, è una mossa calcolata per recuperare terreno sulla concorrenza e legare gli utenti ancora più strettamente ai servizi Microsoft.
La vera domanda, quindi, non è se questa tecnologia sia potente, ma a chi darà veramente il potere.
A te che navighi, o a chi la controlla?
Un copilota che guarda tutto. La privacy è un lusso perduto.
Ah, certo, un “assistente” che sbircia in ogni tua scheda. Chi non vorrebbe cedere così tanta privacy per un po’ di comodità? Geniale.
Un occhio in ogni scheda. Il prezzo della comodità, si paga. Vedremo chi salirà a bordo.
Altro assistente che archivia ogni nostra azione. Chissà quanto costerà poi questa “semplificazione”.
Un assistente che analizza le nostre esitazioni digitali, offrendo una comodità pagata con il nostro stesso tempo. Un’illusione di controllo.
Comodità a pagamento. E chi ci pensa a ‘sti dati? Chi gestisce il tutto? Roba da matti.
La comodità ha sempre un prezzo, non è forse vero? E quando questo prezzo è la nostra stessa intimità digitale, scavata da un occhio sempre vigile, il bilancio pende pericolosamente.
Ah, il copilot che sbircia tra le nostre vite digitali aperte, un degno successore del Grande Fratello. Purché non si scopra che ascolta anche le nostre bestemmie in codice, direi che possiamo concedergli qualche informazione.
AI browser, un occhio ovunque. Privacy un optional. Pagare per sbirciare? Classico.
Le schede aperte, un libro di vite. AI che legge, senza chiedere permesso. Navigare nel buio, con occhi altrui.