Microsoft di nuovo sotto accusa: Opera la sfida in Brasile per le pratiche scorrette di Edge

Anita Innocenti

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La denuncia di Opera all’antitrust brasiliana mette in luce presunte tattiche scorrette per spingere l’utilizzo del browser Edge, limitando la libertà di scelta degli utenti e riaprendo vecchie ferite nel mondo della tecnologia.

Microsoft è di nuovo sotto accusa in Brasile. Opera ha sporto denuncia per le pratiche scorrette di Edge, che limitano la libertà di scelta degli utenti su Windows. Le accuse includono banner invadenti, impossibilità di disinstallazione e mancato rispetto del browser predefinito. Questa azione riaccende il dibattito antitrust, cruciale in un mercato come quello brasiliano.

Microsoft di nuovo sotto accusa: Opera la sfida in Brasile per le pratiche scorrette di Edge

Sembra una storia già sentita, vero?

Un gigante della tecnologia che usa la sua posizione dominante per favorire i propri prodotti a discapito della concorrenza.

Questa volta, a finire nel mirino è di nuovo Microsoft, accusata da Opera di spingere con prepotenza il suo browser Edge attraverso pratiche che limitano la libertà di scelta degli utenti su Windows. La denuncia formale è stata depositata presso l’autorità antitrust brasiliana, come scrive The Verge, e riapre una ferita mai del tutto rimarginata nel mondo della tecnologia.

Ma quali sono, nel dettaglio, le accuse che Opera muove al gigante di Redmond?

Diciamocelo, la lista è piuttosto lunga e, in alcuni punti, abbastanza spudorata.

Le tattiche per “convincere” gli utenti: una scelta non proprio libera

Opera non usa mezzi termini e punta il dito contro una serie di strategie che, messe insieme, creano un percorso quasi obbligato verso l’uso di Edge, come riporta la Reuters.

Si parla di banner invadenti che compaiono quando provi a scaricare un altro browser, dell’impossibilità di disinstallare completamente Edge dal sistema e, soprattutto, del fatto che Windows ignori sistematicamente la scelta di un browser predefinito diverso dal suo, riproponendo Edge alla prima occasione utile.

La ciliegina sulla torta?

La politica legata a “Windows S Mode”, una versione blindata del sistema operativo che i produttori di PC sono incentivati a pre-installare per ottenere sconti sulle licenze. Il trucco sta nel fatto che questa modalità impedisce l’installazione di software non provenienti dal Microsoft Store, tagliando fuori di fatto quasi tutti i browser alternativi.

Un sistema che suona tanto come un ricatto mascherato da opzione di sicurezza.

Questo scontro, però, non è solo una questione di principio.

Ci sono in ballo quote di mercato e abitudini di milioni di utenti, specialmente in un mercato dove Opera, a differenza di altre parti del mondo, ha un peso specifico non indifferente.

Perché proprio il Brasile? E cosa rischia davvero Microsoft?

La scelta del Brasile non è casuale. Lì, Opera è il terzo browser più utilizzato, con una base di utenti affezionata. È un mercato in cui la battaglia è ancora aperta, a differenza di altre aree geografiche dove la dominanza di Chrome (oltre il 68% del mercato globale, secondo i dati di StatCounter) sembra inscalfibile.

Microsoft, con il suo Edge al 5% circa, sa bene che ogni singolo utente guadagnato o perso ha un peso. A qualcuno tutto questo ricorderà la vecchia guerra dei browser degli anni ’90, quando Microsoft fu processata per aver integrato Internet Explorer in Windows, soffocando la concorrenza.

Sembra che certe abitudini siano dure a morire.

La denuncia di Opera chiede alle autorità brasiliane di intervenire con forza, obbligando Microsoft a permettere la disinstallazione di Edge e a smettere di ostacolare le scelte degli utenti.

La vera domanda che questa vicenda solleva è fino a che punto siamo disposti ad accettare che il sistema operativo che acquistiamo decida per noi, limitando di fatto una delle libertà fondamentali del mondo digitale: quella di scegliere con quali strumenti navigare, lavorare e informarci.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

10 commenti su “Microsoft di nuovo sotto accusa: Opera la sfida in Brasile per le pratiche scorrette di Edge”

  1. Tommaso Sanna

    Ah, Microsoft, un classico intramontabile nel campo delle “buone maniere digitali”. Sembra che il monopolio sia un vizio difficile da estirpare. Un piccolo promemoria che la libertà di scelta non è un’opzione negoziabile.

  2. Paola Caprioli

    Microsoft che fa il furbo per vendere Edge? Che sorpresa. Ormai è un’abitudine, quasi un omaggio alla loro storia. La libertà di scelta degli utenti è un optional, pare.

  3. Francesco De Angelis

    Libertà di scelta utente! 💡 Sottolineare queste pratiche è necessario. Il fair play fa crescere il mercato. 🚀

      1. Giorgio Martinelli

        D’accordo, capisco la prospettiva. Ma questo approccio un po’ aggressivo su Windows mi pare una mossa azzardata, non proprio il massimo per mantenere un rapporto trasparente con chi usa il software.

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