L’API di Anthropic permette a Claude di navigare il web in tempo reale, ma solleva interrogativi sull’impatto per i creatori di contenuti e sul controllo dell’informazione online
Anthropic ha annunciato una nuova API che consente ai modelli Claude 3.5 Sonnet e Haiku di accedere e navigare sul web in tempo reale. Questa novità supera il precedente limite di conoscenza e mira a fornire risposte aggiornate. Disponibile nei piani a pagamento, permette di generare query dinamiche e citare fonti. La mossa intensifica la competizione con Google AI Overviews.
Anthropic sgancia la bomba: claude ora naviga sul web (ma sarà davvero utile?)
Anthropic, la società dietro a quel cervellone artificiale chiamato Claude, ha appena tirato fuori dal cilindro una novità che potrebbe far parlare parecchio: una API per la ricerca web.
In pratica, hanno dato a Claude la capacità di andare a curiosare su internet in tempo reale, superando quel suo limite di conoscenze ferme ad agosto 2023.
Sembra una figata, vero?
Finalmente risposte aggiornate!
Ma come sempre, quando una big tech annuncia la “rivoluzione”, la domanda sorge spontanea: sarà davvero tutto oro quello che luccica o c’è dell’altro sotto?
Cosa c’è davvero sotto il cofano di questa novità?
Perché, vedi, non è solo questione di dare un accesso generico al web.
Questa nuova funzionalità, disponibile a livello globale per chi ha sottoscritto i piani a pagamento (eh già, la festa non è gratis), permette ai modelli Claude 3.5 Sonnet e Haiku di fare cose niente male.
Come riportato da TechCrunch, l’API consente a Claude di generare dinamicamente query di ricerca, affinare le ricerche successive basandosi sui risultati precedenti, citare le fonti con URL e persino di limitare le ricerche a domini specifici se gli sviluppatori lo impostano.
A quanto pare, il 62% dei beta tester l’ha già usata per l’analisi della concorrenza e si integra con Claude Code per fornire documentazione aggiornata ai programmatori.
Il costo si aggira sui 10 dollari ogni 1.000 ricerche, oltre al solito costo dei token.
Immagina di poter chiedere a Claude le ultime sul mercato azionario o di farti un riassunto degli studi più recenti su un certo argomento.
Bello, no?
Google trema? La guerra delle IA per la ricerca è appena iniziata (e tu rischi di finirci in mezzo)
Ma siamo sicuri che questa “intelligenza aumentata” sia sempre un bene e, soprattutto, chi ci guadagna davvero da questa corsa all’oro dell’informazione in tempo reale?
Certo, l’idea di un’IA che pesca informazioni fresche dal web è allettante, ma non possiamo far finta di non vedere l’elefante nella stanza.
Questa mossa di Anthropic arriva dopo che Google, con i suoi AI Overviews, ha già iniziato a cambiare le carte in tavola, e non sempre in meglio per chi crea contenuti.
Ricordi?
Tech.co aveva riportato come l’introduzione di queste panoramiche AI avesse ridotto il traffico diretto ai siti anche del 40% per alcuni editori.
E ora Anthropic si butta nella mischia, con l’ambizione, di posizionare Claude come un diretto concorrente persino di soluzioni come Bing potenziato dall’IA.
Ma cosa significa tutto questo per te, che magari hai un sito, un blog, o semplicemente cerchi informazioni online?
Che la rincorsa a chi offre l’IA più “informata” finisca per danneggiare ancora di più l’ecosistema di chi, quelle informazioni, le produce con fatica e passione?
Anthropic promette che il suo Claude ha un “livello di ragionamento” per filtrare le fonti inaffidabili, ma, diciamocelo, chi ci assicura che questo filtro sia davvero imparziale e non finisca per favorire, magari sottobanco, certi tipi di contenuti o, peggio ancora, le solite, strapotenti, grandi piattaforme?
Siamo di fronte a un vero progresso che democratizza l’accesso all’informazione o all’ennesimo strumento con cui le grandi aziende tecnologiche cercano di interporsi tra te e il web, controllando sempre di più cosa vedi e come lo vedi?
La domanda, come sempre, resta aperta, e forse la risposta non piacerà a tutti.