Tra l’ascesa di Gemini e l’evento dedicato ad Android, Google rivoluziona la sua strategia: mossa necessaria o ridimensionamento del sistema operativo mobile più diffuso?
Al Google I/O 2025, l'intelligenza artificiale è assoluta protagonista con il potente Gemini 2.5 Pro, mostrato in anteprima. Android 16, tradizionalmente al centro dell'evento, avrà invece un proprio show dedicato il 13 maggio. Questa mossa strategica solleva interrogativi sul futuro ruolo della piattaforma mobile nel panorama dominato dall'AI e sulla corsa globale alla tecnologia.
Google I/o 2025: l’ai decolla, ma android? Forse è ora di farsi due domande…
Allora, parliamoci chiaro: Google con il suo I/O 2025 sembra voler fare il botto, soprattutto con l’intelligenza artificiale.
Hanno tirato fuori dal cilindro una versione “preview” di Gemini 2.5 Pro (I/O edition) in anticipo sui tempi, quasi a dire “guardate quanto siamo avanti!”.
E sai perché tutta questa fretta?
Pare che gli sviluppatori, dopo averci messo le mani sopra, fossero in brodo di giuggiole, talmente entusiasti delle sue capacità di trasformare codice e creare flussi di lavoro quasi da solo.
I numeri, poi, sembrano da capogiro: un balzo di +147 punti Elo nella classifica WebDev Arena e un punteggio dell’84.8% su VideoMME per la comprensione video, come descritto sul blog ufficiale di Google dedicato a Gemini.
Insomma, una vera macchina da guerra per chi sviluppa, capace, dicono, di tirare su app web interattive partendo da un semplice input.
Bello, bellissimo.
Ma tutta questa corsa all’AI, con annunci che piovono come se non ci fosse un domani, non ti fa sorgere qualche dubbio?
E soprattutto, in questo tripudio di intelligenza artificiale, che ne è stato del caro, vecchio Android?
Android 16 si fa da parte: mossa geniale o segnale preoccupante?
Ed ecco la sorpresa che non ti aspetti, o forse sì, se guardi bene tra le righe delle strategie dei colossi tech.
Per la prima volta, gli aggiornamenti di Android, quel sistema che hai sul tuo smartphone e che per anni è stato il protagonista indiscusso dell’I/O, avranno un evento tutto loro, una specie di “Android Show” previsto per il 13 maggio, come dettagliato da Tom’s Guide. Dicono che sia per dare più spazio all’AI durante l’I/O principale. Una mossa che, guarda caso, ricorda un po’ quello che fa Apple con i suoi eventi dedicati.
Ma siamo sicuri che sia solo una questione di “spazio”?
Non è che Android, ormai maturo e forse meno “scintillante” della nuova fiamma AI, stia iniziando a essere messo un po’ in disparte?
Certo, l’integrazione tra Gemini e Android promette faville, e c’è chi sussurra che Google voglia così dare una bella svegliata a Siri, che ultimamente sembra un po’ addormentata rispetto ai concorrenti.
Però, il dubbio resta:
È una scelta strategica per valorizzare entrambi o l’inizio di un lento addio al ruolo centrale di Android?
E mentre Google sistema le sue pedine, il resto del mondo tech che fa?
Sta a guardare con i popcorn in mano?
La grande corsa all’AI: tra sogni di gloria e qualche conto che non torna
Macché popcorn!
La verità è che la corsa all’oro dell’AI è più scatenata che mai, e Google è solo uno dei tanti cowboy in cerca della pepita più grossa. Sentiamo parlare, ad esempio, di OpenAI che si pappa aziende come Windsurf per miliardi, con l’obiettivo di potenziare i suoi strumenti di coding, e di Apple che, si mormora, starebbe flirtando con Google per integrare Gemini sui suoi dispositivi, come emerge da varie discussioni e analisi online, tra cui alcuni video-approfondimenti su YouTube.
È un vero e proprio Far West, dove tutti sparano annunci e promesse mirabolanti.
E noi utenti?
Da un lato, c’è l’entusiasmo, la possibilità di avere strumenti che ci semplificano la vita, che creano quasi per magia. Dall’altro, però, iniziano a serpeggiare le preoccupazioni: che fine faranno certi lavori? Davvero questa AI è così democratica come ce la raccontano o finirà per concentrare ancora più potere nelle mani di pochi?
Si parla di un’alta percentuale di sviluppatori che lodano la velocità con cui l’AI permette di creare prototipi, ma quasi la metà esprime timori per il futuro dei ruoli entry-level nel coding.
E poi c’è Google, che ci dice che il suo Gemini 2.5 Pro sarà accessibile tramite Vertex AI e Google AI Studio, con tanto di tool “Canvas” per creare app senza scrivere una riga di codice, come indicato sulla pagina ufficiale degli aggiornamenti di Gemini.
Tutto molto bello, ma la vera domanda è: questa rivoluzione AI sarà davvero per tutti o solo per chi sa già come cavalcare l’onda?
Staremo a vedere, perché qui, tra un annuncio e l’altro, la sensazione è che il futuro sia tutto da scrivere, e forse non con l’inchiostro simpatico che ci vogliono vendere.