Foto che diventano video? Google e Honor ci provano insieme, ma restiamo con i piedi per terra

Anita Innocenti

L’intelligenza artificiale di Google trasforma le foto in video su Honor: una partnership che solleva dubbi tra etica, marketing e costi nascosti

Google ha annunciato una partnership con Honor per lanciare una funzione AI che trasforma foto in video di 5 secondi. Disponibile in esclusiva temporanea sugli Honor 400 e 400 Pro dal 22 maggio 2025, sfrutta il modello Veo 2 di Google. Nonostante l'innovazione, sorgono dubbi sulla sua reale utilità, sui futuri costi basati su abbonamento e sulle implicazioni etiche.

Foto che diventano video? Google e Honor ci provano insieme, ma restiamo con i piedi per terra

Senti questa: Google, proprio lei, quella dei Pixel e di Android, ha deciso di lanciare la sua ultima diavoleria AI – un aggeggio che trasforma le tue foto in brevi video – non sui suoi telefoni, ma su quelli di Honor, un marchio cinese.

Strano, vero?

Il 22 maggio 2025 arrivano gli Honor 400 e 400 Pro e, sorpresa, avranno in esclusiva temporanea questo strumento basato sul modello Veo 2 di Google, quello che fino ad oggi era roba per pochi eletti con Gemini Advanced.

Una mossa che fa storcere il naso, diciamocelo: Google che “regala” l’anteprima a un competitor? Qui gatta ci cova, e forse non è solo innovazione quella che bolle in pentola.

Ma come funziona esattamente questa magia?

Beh, sulla carta è semplice: apri la Galleria sul tuo nuovo Honor, scegli una foto – che sia uno scatto tuo, un’immagine generata da un’altra AI o persino una vecchia foto di famiglia – e senza scrivere una riga di testo, l’AI te la trasforma in un video di 5 secondi.

Tempo di attesa? Un paio di minuti, forse meno.

Tutto molto bello, finché non leggi tra le righe.

Come descritto da Republic World, pare che funzioni decentemente con soggetti semplici, tipo il tuo cane o un ritratto, ma quando l’immagine si fa complessa, l’AI va un po’ in tilt, creando scene che definiscono “surreali”.

Immagina un Van Gogh con i piccioni che svolazzano fuori dalla tela… carino per riderci su, ma siamo sicuri che sia davvero utile o solo un giochino acchiappa-like destinato a stancare presto?

E poi, quanto ci costerà questo passatempo quando la pacchia iniziale finirà?

Il prezzo del gioco: abbonamenti in arrivo e il solito specchietto per le allodole

Ah, già, perché come ogni “regalo” che si rispetti nel mondo tech, anche questo ha una scadenza. Potrai trastullarti con questa funzione gratis per due mesi, con un limite di 10 video al giorno – giusto per farti assaggiare il miele.

Poi si passerà a un modello ad abbonamento.

I dettagli ancora non ci sono, ma conoscendo il mercato, aspettati di dover mettere mano al portafoglio. Se pensi che Google fa pagare ai clienti business la bellezza di 50 centesimi *al secondo* per una roba simile su Google Cloud, viene da chiedersi cosa inventeranno per noi comuni mortali. Sarà l’ennesimo servizio che ci lega a un pagamento mensile per una funzione che useremo sì e no tre volte all’anno?

Intanto, i telefoni in sé non sono regalati: si parla di 499€ per l’Honor 400 e 799€ per il Pro, con lancio previsto in Europa, Cina e India. L’America, per ora, sta a guardare.

Certo, per far girare questa roba serve un minimo di potenza.

Gli Honor 400 non sembrano male sulla carta: chip Snapdragon 7 Gen 3 sul modello base e il più potente Snapdragon 8 Gen 3 sul Pro, schermi AMOLED a 120Hz e una fotocamera principale da ben 200MP.

Honor li definisce già “i migliori AI camera phone della loro categoria”.

Parole grosse.

Sarà l’hardware all’altezza delle promesse AI, o è solo marketing per spingere le vendite di telefoni che altrimenti rischierebbero di perdersi nel mare magnum dell’offerta Android?

Il dubbio rimane.

Tra deepfake e marketing spinto: cosa c’è davvero sotto?

Ma al di là delle specifiche e dei costi, la domanda vera è: perché questa mossa, e perché ora?

Google, scottata dai recenti pasticci con il suo generatore di immagini Gemini (ricordi le accuse di bias e i deepfake imbarazzanti?), forse cerca un modo più “soft” per testare il suo modello Veo 2 sul grande pubblico, usando Honor come apripista (o come cavia?). Honor, dal canto suo, cerca disperatamente di ritagliarsi uno spazio dopo essersi separata da Huawei, e puntare sull’AI “made by Google” potrebbe essere la sua carta vincente.

Una partnership che puzza un po’ di opportunismo da entrambe le parti, non trovi?

E poi c’è il solito elefante nella stanza: l’etica.

Questi strumenti rendono sempre più facile creare contenuti falsi. Certo, Google dice di inserire watermark invisibili (SynthID) nelle creazioni AI, come riportato da TechCrunch dopo i guai con Gemini, e sta pensando a quelli visibili, ma siamo sicuri che basti?

Il rischio di manipolare immagini, magari anche foto storiche, per creare video fuorvianti è dietro l’angolo.

È davvero questo il progresso che vogliamo?

O stiamo solo aprendo un altro vaso di Pandora digitale per inseguire l’ultima moda tech, senza pensare troppo alle conseguenze?

Staremo a vedere se questa funzione sarà davvero un passo avanti o solo l’ennesimo gadget che ci illude di creatività facile, mentre le grandi aziende continuano a fare i loro giochi.

Tu che ne pensi?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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