Dietro la rimozione di massa si cela una strategia più ampia? Tra accuse alla Cina e dubbi sull’efficacia delle contromisure di Google
Google ha rimosso oltre 23.000 canali YouTube nel primo trimestre 2025, attribuendoli a operazioni di influenza statale, principalmente dalla Cina. Nonostante la collaborazione con Meta e l'uso di AI, esperti sollevano dubbi sull'efficacia reale di queste azioni, dato che i canali spesso riappaiono e le minacce evolvono.
Google sventola il “cartellino rosso”: oltre 23.000 canali YouTube K.O., ma la Cina è davvero l’unico drago?
Il loro Threat Analysis Group – TAG, per gli amici, quelli che dovrebbero essere i supereroi contro i cattivi della rete – ha annunciato di aver tirato giù la bellezza di 23.267 canali YouTube solo nel primo trimestre del 2025. Ce lo raccontano candidamente nel loro ultimo bollettino. La motivazione? Erano tutti, a detta loro, strumenti di operazioni di influenza orchestrate da Stati.
In cima alla lista nera, come al solito, c’è la Cina, che secondo quanto riportato anche da Neowin, da sola contava oltre 15.800 di questi canali. E non è che sia una sorpresa, eh: già nel 2023, come aveva documentato SocialMediaToday all’epoca, ne avevano fatti sparire circa 6.000, sempre legati a Pechino, che si ostinava a diffondere contenuti sulle relazioni USA-Cina e sulla questione tibetana.
Ma non finisce qui, perché nella lista dei “cattivi” ci sono finiti pure Iran e Azerbaijan, ognuno con la sua bella agenda da promuovere. Insomma, un bel polverone.
Ma la vera domanda è: siamo sicuri che basti chiudere qualche migliaio di canali per risolvere il problema, o è solo un modo per far vedere che si sta facendo qualcosa?
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E come operano questi “burattinai” della disinformazione? Beh, non pensare a roba da film di spie di serie B. Qui siamo di fronte a gente che sa il fatto suo. Una delle tattiche preferite, soprattutto dai gruppi legati alla Cina, è quella di travestirsi da testate giornalistiche locali credibili. Pensa che, in un’operazione denominata GLASSBRIDGE e descritta sul blog di Google Cloud, sono riusciti a clonare oltre 100 siti di notizie in tutto il mondo per diffondere la loro propaganda.
Roba da non credere, vero?
E non è che Google faccia tutto da sola in questa battaglia. Ci tengono a farci sapere che collaborano attivamente con Meta, l’azienda di Zuckerberg, per tracciare queste campagne che saltellano da una piattaforma all’altra.
Un fronte comune, dicono loro.
Ma viene da chiedersi:
È una vera alleanza contro il male digitale o più una mossa di facciata per dividersi le responsabilità quando le cose vanno storte? Perché, diciamocelo, se questi colossi volessero davvero, avrebbero i mezzi per fare molto, molto di più.
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Certo, Google non si limita a chiudere i rubinetti a posteriori. Ci raccontano, con gran fanfara, di aver messo in campo un vero e proprio arsenale di contromisure. Si parla di intelligenza artificiale super avanzata, come quel Gemini Nano integrato in Chrome che dovrebbe fiutare le truffe prima ancora che tu te ne accorga. Poi, c’è la già citata collaborazione con altri giganti del settore e la “trasparenza” dei loro bollettini, dove snocciolano dati e attribuzioni.
Tutto molto bello, sulla carta.
Ma la realtà, purtroppo, è spesso ben diversa.
Gli esperti, quelli un po’ più scettici e meno inclini a bere tutto quello che Big G racconta, sollevano dubbi pesanti come macigni. Questi canali chiusi, infatti, spesso rinascono nel giro di poche ore, magari con nomi diversi e tattiche leggermente modificate. E che dire del mercato degli spyware commerciali, spesso usati in queste campagne, che continua a prosperare indisturbato?
Persino il report M-Trends 2025 (sì, sempre roba di casa Google, quindi prendilo con le pinze) ammette che una fetta importante delle violazioni coinvolge malware che rubano credenziali.
E allora, viene da chiedersi: queste azioni di Google sono davvero efficaci o servono più a lucidare l’immagine di un’azienda che, diciamocelo, ha le sue belle gatte da pelare in termini di gestione dei dati e potere di mercato?
La sensazione è che la strada per un web davvero più sicuro e meno inquinato dalla disinformazione sia ancora lunga, e forse non è nemmeno quella che ci stanno indicando.
È interessante vedere Google così attivo contro la disinformazione, ma mi chiedo: quanto è davvero efficace? Una volta ho provato a fermare una fake news e sembrava un gioco dell’oca! Che ne pensi, Roberto?
Roberto, ma quanto spesso questi canali riappaiono? È come un gioco del gatto col topo!
Roberto, interessante il tuo post! Ma davvero pensi che Google possa vincere questa battaglia? È come cercare di tappare un buco in una diga. Ho visto canali sparire e riapparire in un batter d’occhio, come un mago. E la Cina non è l’unica in gioco, ci sono altre potenze in agguato!
Roberto, hai ragione, è un po’ come giocare a whac-a-mole! Ma mi chiedo: non è anche un modo per Google di mostrarsi attiva, mentre la vera disinformazione continua a prosperare altrove? Che ne pensi?
Roberto, è una vera giungla là fuori! Ho visto canali scomparire e riemergere come fantasmi. Ma mi chiedo: Google sta effettivamente migliorando la situazione o è solo una mossa di PR? Forse dovremmo lasciare che gli utenti imparino a destreggiarsi tra fake e reale, no?
Roberto, certo che la Cina è il drago principale, ma non dimentichiamo gli altri attori sul campo! Una volta ho visto un canale totalmente nuovo che sembrava innocuo e poi si è rivelato una fucina di disinformazione. Google sta davvero affrontando il problema o è solo un’azione simbolica?
Roberto, ma davvero pensi che Google abbia un piano? A volte sembra che agiscano più per la forma che per il fondo, come chi fa il pazzo in discoteca e spera di farsi notare!
Roberto, è pazzesco come Google stia cercando di combattere questa battaglia! Ma mi chiedo: sono davvero i canali cinesi a farci paura? Una volta ho visto un canale di meme che ha fatto il botto! 😄
Roberto, è incredibile. Una volta ho cercato di seguire un canale per capire meglio, e puff, scomparso! Ma sarà davvero solo la Cina il problema? Ci sono tanti altri attori in campo!
Roberto, bell’articolo! È un vero caos là fuori. Mi chiedo: Google può davvero tenere il passo? Anch’io ho notato che alcuni canali tornano come zombie dopo un po’. E se i veri problemi fossero altrove? Magari ci sono altri “draghi” che non vediamo. What do you think?
Roberto, fantastica analisi! È come se Google cercasse di riparare una diga con una toppa di gomma. Ma quando la disinformazione si evolve così rapidamente, possono davvero tenere il passo? Un dilemma intrigante!
Roberto, hai toccato un punto importante! I canali che riappaiono sono un vero mistero. Una volta ho perso il conto dei vari tentativi di smascherarli. Sarà mai finita?
Wow, Roberto! È incredibile vedere Google all’opera, ma mi chiedo: non sarà come usare un cerotto su una ferita profonda? Anch’io ho divertito tweetirusciti in rete, scompaiono & riapparire è come un ritorno in grande stile!