OpenAI potenzia ChatGPT con GPT-4.1: solo fumo negli occhi o c’è sostanza?

Anita Innocenti

GPT-4.1 sbarca su ChatGPT con più memoria e codice più smart, ma la fretta di OpenAI solleva dubbi sulla sicurezza e sulla reale utilità per gli utenti.

OpenAI ha integrato la famiglia di modelli GPT-4.1 in ChatGPT. Gli utenti paganti accedono alla versione completa, mentre la gratuita passa a GPT-4.1 mini. I miglioramenti sbandierati includono maggiore memoria e capacità di coding. Tuttavia, sorgono dubbi su sicurezza e fretta nel rilascio, mentre la concorrenza (Google, Anthropic) e l'integrazione con Apple ridisegnano il panorama.

Openai potenzia chatgpt con gpt-4.1: solo fumo negli occhi o c’è sostanza?

OpenAI ha di nuovo mescolato le carte in tavola. Hanno appena integrato la loro nuova famiglia di modelli, GPT-4.1, direttamente in ChatGPT.

Che significa per te?

Beh, se sei un utente pagante (Plus, Pro o Team, per intenderci), ora hai accesso al modello di punta, il GPT-4.1 “full optional”.

E se usi la versione gratuita?

Niente paura, anche per te c’è una novità: GPT-4.1 mini prende il posto del vecchio GPT-4o mini, diventando il motore predefinito.

Dicono che per gli utenti Enterprise ed Education arriverà nelle prossime settimane. Insomma, un bell’aggiornamento su tutta la linea, almeno sulla carta.

Ma come ben sai, quando questi colossi fanno una mossa, c’è sempre da chiedersi cosa ci sia sotto davvero.

Più memoria, codice più smart e istruzioni “capite” meglio: ma basta?

Parliamoci chiaro:

Cosa cambia davvero con questi GPT-4.1?

OpenAI, come descritto sulla loro pagina ufficiale, sbandiera tre miglioramenti principali che dovrebbero farci drizzare le antenne.

Primo, una “finestra di contesto” da un milione di token. Tradotto per noi comuni mortali: il modello può “ricordare” e analizzare documenti o pezzi di codice molto, molto più lunghi. Pensa a quando gli dai in pasto un malloppone di testo e lui dopo un po’ si “dimentica” l’inizio. Ecco, questo dovrebbe succedere meno.

Secondo, dicono che sia diventato un drago nella programmazione, con un balzo notevole nella precisione su test specifici per la scrittura di codice. E terzo, pare che capisca e segua le istruzioni con maggiore fedeltà.

Bello sulla carta, vero?

Ma ti viene mai il dubbio che questi “miglioramenti” sbandierati siano più utili a loro per fare bella figura nei benchmark che a te nel lavoro di tutti i giorni?

E poi, questa corsa a chi ce l’ha più lungo (il contesto, s’intende) non rischia di far passare in secondo piano problemi ben più concreti?

La solita fretta delle big tech: innovazione a tutti i costi, e la sicurezza?

E infatti, non è tutto oro quello che luccica.

Mentre gli sviluppatori che hanno avuto accesso anticipato all’API sembravano contenti delle prestazioni, è spuntata la solita polemica, come riportato da più parti, ad esempio da InfoQ.

Alcuni esperti di sicurezza AI hanno storto il naso, criticando la velocità con cui questi nuovi modelli sono stati messi a disposizione del grande pubblico.

La risposta di OpenAI? Un classico: “Tranquilli, GPT-4.1 non è un modello ‘di frontiera’ che richiede protocolli di sicurezza ultra-rigidi”.

Certo, le loro valutazioni interne confermano le solite misure di sicurezza standard, ma non ti sembra un po’ la solita storia?

Si corre per lanciare la novità, per battere la concorrenza sul tempo, e poi la sicurezza diventa quel dettaglio che si sistema “in corsa”.

Microsoft, dal canto suo, attraverso il team di Azure, ha subito messo l’accento sulle funzionalità per le aziende, come il supporto al fine-tuning, quasi a voler dire: “Vedete? È roba seria, per professionisti!”.

Ma la domanda resta: questa fretta è davvero al servizio dell’utente o delle logiche di mercato che, diciamocelo, spesso lasciano un po’ a desiderare in termini di cautela?

E gli altri stanno a guardare? Apple fiuta l’affare, ma il prezzo lo paghiamo noi?

Ovviamente, OpenAI non è sola in questo rodeo. La mossa di prezzare la variante “nano” del modello in modo aggressivo, come evidenziato da TechCrunch, è chiaramente un tentativo di mettere i bastoni tra le ruote ai competitor. Peccato che, sempre secondo alcuni benchmark, su compiti specifici come il coding, GPT-4.1 sembra ancora inseguire colossi come Gemini 2.5 Pro di Google e Claude 3.7 Sonnet di Anthropic.

Quindi, tutta questa potenza è davvero la migliore sul mercato o è solo marketing ben orchestrato?

La cosa interessante, però, è che questa novità rafforza la posizione di ChatGPT, specialmente per chi vive nell’ecosistema Apple. Infatti, come segnalato da MacRumors, ChatGPT è ora il motore che potenzia le capacità estese di Siri, grazie a un’integrazione a livello di sistema.

Comodo, certo.

Ma non ti fa pensare a quanto questi giganti tecnologici stiano diventando sempre più interconnessi, quasi a creare un club esclusivo?

E alla fine, chi ci guadagna davvero da queste “sinergie”? Noi utenti, con strumenti più potenti, o loro, con ecosistemi sempre più chiusi e dati sempre più centralizzati?

Staremo a vedere, ma un po’ di sano scetticismo, come sempre, non guasta.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

3 commenti su “OpenAI potenzia ChatGPT con GPT-4.1: solo fumo negli occhi o c’è sostanza?”

  1. Elisa Marchetti

    non ho dubbi che ci siano migliorie, ma hai ragione: la fretta non è mai una buona compagna. Anch’io ho avuto qualche esitazione su alcune funzionalità nuove. Speriamo sia davvero utile e non solo marketing! 🤷‍♂️

  2. Federico Sarti

    Sono un po’ scettico anch’io. Maggiore memoria? Sì, ma cosa ne sarà della sicurezza? A volte mi chiedo se questa corsa all’innovazione non ci stia facendo più male che bene. Che ne pensi?

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