L’AI Mode di Google sbarca negli USA stravolgendo la ricerca online, tra nuove funzionalità “spinte”, timori per la SEO e ombre di antitrust.
Google ha sganciato la "bomba" tecnologica lanciando l'AI Mode per tutti gli utenti negli USA, sia via ricerca classica che app. Questa evoluzione delle AI Overviews, basata su Gemini 2.5, porta funzionalità rivoluzionarie come Deep Search e Agentic Shopping, seguendo una fase di test iniziata a marzo 2025 e promettendo di ridisegnare la ricerca online, con notevoli implicazioni per utenti e SEO.
Ma cos’è davvero questa AI mode? Un assaggio delle novità
Allora, cosa ci porta questa AI Mode?
Immagina di poter fare ricerche che vanno molto più a fondo, generando report completi perché l’IA interroga il web con centinaia di domande contemporaneamente: questa è la Deep Search. Oppure pensa alla comodità di puntare la fotocamera del telefono su qualcosa e ottenere risposte in tempo reale: benvenuta Live Search.
E che dire della possibilità di far fare acquisti direttamente all’IA per biglietti di eventi, prenotazioni al ristorante o appuntamenti locali? Questa è l’Agentic Shopping, una delle funzionalità più “spinte”, come descritto da pymnts.com. Non finisce qui: si parla anche di visualizzazione dati personalizzata per chi fa analisi finanziarie o sportive e persino di una prova virtuale di abiti caricando una propria foto.
Tutto questo popò di roba gira su un motore potenziato, il Gemini 2.5, che stando a quanto delineato su Engadget dovrebbe essere un bel passo avanti in termini di “ragionamento” rispetto alle versioni precedenti.
Bello, vero? Quasi futuristico.
Ma come sempre, quando Google fa una mossa del genere, c’è da chiedersi cosa ci sia sotto davvero e quali siano le reali intenzioni.
La versione di Google: innovazione o necessità?
Sentendo Elizabeth Reid, la capa di Google Search, pare che tutto questo sia una risposta alle nostre esigenze che cambiano, un modo per darci contenuti “iper-rilevanti” andando a scavare più a fondo nel web.
Le fa eco Hema Budaraju, altra pezzo grosso di Google Search, che senza troppi giri di parole ha confermato che questa è la direzione: le AI Overviews, di cui AI Mode è l’evoluzione diretta, sono il futuro della ricerca.
Secondo Google, l’obiettivo è fornire “query più informate”.
Belle parole, per carità.
Ma viene da chiedersi: è vera innovazione spinta dalla voglia di migliorare l’esperienza utente o c’è anche una bella dose di “dobbiamo farlo perché la concorrenza avanza e i guai legali pure”?
Perché, vedi, il modo in cui queste novità vengono presentate e integrate solleva qualche interrogativo sulla reale apertura del sistema.
Già, perché il tempismo di questo lancio non sembra affatto casuale, anzi, si inserisce in un contesto piuttosto movimentato per il colosso di Mountain View.
Il contesto reale: tra antitrust, concorrenza e SEO in subbuglio
Mentre Google ci presenta queste meraviglie tecnologiche, non dimentichiamoci che, come sottolinea l’Indian Express, il gigante di Mountain View è sotto la lente d’ingrandimento per questioni di monopolio, con una corte statunitense che ha recentemente sentenziato in tal senso. E poi c’è ChatGPT e compagnia bella che stanno rosicchiando utenti, spingendo Google a non restare indietro nella corsa all’intelligenza artificiale.
Gli amici della SEO, intanto, quelli che lavorano per far trovare i siti web, segnalano già un bel po’ di trambusto nei risultati di ricerca, con gli strumenti che, a quanto pare, faticano a tracciare gli algoritmi in continuo cambiamento. Alcuni esperti temono che le icone dei link nelle risposte AI possano ridurre il traffico diretto ai siti web, concentrando ancora di più l’attenzione all’interno dell’ecosistema Google.
Questa non è una novità piovuta dal cielo, sia chiaro: si basa sulle AI Overviews lanciate nel 2024 (ora disponibili in 200 paesi e 40 lingue) e sui test di AI Mode iniziati, come detto, a marzo 2025, secondo quanto già ti avevo anticipato.
La vera domanda è: questa AI Mode sarà davvero un vantaggio per noi utenti e per chi lavora online, o finirà per essere l’ennesimo modo con cui Google stringe la presa, magari a scapito della pluralità delle fonti e del traffico diretto ai siti che faticosamente creano contenuti originali?
Google parla di “fase uno” di una più ampia integrazione AI, come confermato da Search Engine Land. Staremo a vedere, ma una cosa è certa: il modo in cui cerchiamo (e troviamo) le cose online sta per cambiare ancora. E forse, stavolta, in modo radicale.
Tu che ne pensi?
Wow, sembra fantascienza! Non vedo l’ora di provare l’Agentic Shopping, spero non diventi troppo invadente! 🙈
Ma che figata! Spero che non diventi troppo complicato da usare, altrimenti mi perdo. 😂 Una volta ho provato a cercare un ristorante e mi sono ritrovato in un angolo sperduto! Speriamo che questa AI non faccia lo stesso!
Ma dai, l’Agentic Shopping sembra una figata! Non vedo l’ora di provare a far comprare all’IA i biglietti per il concerto! 🎤 Una volta ho rischiato di perdermi nei siti di vendita, spero che con Google sia più facile. E chi scommette che ci sarà qualche imprevisto? 😂
Non vedo l’ora di provare la Deep Search! Spero solo che non ci faccia diventare pigri nel pensare. 😅
Speriamo che non diventi un casino da usare! 🤞😅