Il fondatore di SEO Garden ci racconta il passaggio epocale verso una SEO più semantica e meno predittiva, dove la sfida è farsi citare e non solo posizionarsi
Inauguriamo oggi una nuova rubrica dedicata alle voci più autorevoli del nostro settore. Incontreremo esperti SEO, commentatori, analisti e pionieri dell’Intelligenza Artificiale applicata ai motori di ricerca.
L’obiettivo?
Comprendere, attraverso i loro punti di vista – talvolta convergenti, talvolta divergenti – i vari approcci e le considerazioni in un momento di profonda e rapida trasformazione.
Con l’avvento di motori di ricerca (e di risposta) potenziati dalle IA e dagli LLM, la domanda fondamentale è: come sta cambiando, e come cambierà, la SEO?
Questa serie cercherà di fornire risposte e prospettive a riguardo.
Come primo ospite – non potevamo iniziare meglio – ho il piacere di ospitare l’amico Francesco Margherita, figura di spicco e voce autorevole nel panorama SEO italiano fin dal lontano 2007.
Francesco si è affermato come Consulente SEO Specialist di grande esperienza, diventando l’anima dietro SEO Garden, il suo noto blog, in cui condivide da anni analisi approfondite, strategie efficaci per l’ottimizzazione e il posizionamento organico, e riflessioni puntuali sul futuro della ricerca. Autore del “Manuale di SEO Garden”, considerato un testo di riferimento imprescindibile da migliaia di professionisti e aspiranti tali, e fondatore di “Fatti di SEO”, la più grande e attiva community Facebook italiana dedicata al settore, Francesco unisce una solida e testata competenza tecnica a una rara e apprezzata capacità divulgativa.
Dopo questa doverosa premessa, sentiamo meglio cosa ci ha detto Francesco dalla sua viva voce. Per cui, bando agli indugi: eccoti l’intervista che ho realizzato con lui.
Non perdertela perché troverai molti spunti di riflessione (ma, come ci tiene a precisare Francesco, non previsioni sul futuro, promesso!)
“Benvenuti nell’era dell’intrattenimento coatto (nel senso di tamarro): altro che keyword research!”
Le AI Overviews (AIOs) riducono il traffico organico, in particolare quello informativo, (almeno così sembrerebbe).
È l’inizio di un’era zero-click o la realtà è più sfumata?
Temo che avremo effettivamente meno visite su blog, magazine e giornali, ma mi viene da pensare a tutte le volte che nel gruppo dei fatti di SEO arriva qualcuno a postare che ormai si usa solo chatGPT e non più Google. Certe esagerazioni andrebbero contenute, perché spesso gli stessi utenti fanno una ricerca su ChatGPT e poi vanno su Google per trovare il sito che confermi la risposta già ottenuta. È molto difficile quantificare la perdita di visite causata da AI Overview, ma in generale posso dire – o quantomeno sperare – che le visite saranno più “convertenti” di prima. Però riparliamone tra un annetto, ora è presto.
Google sostiene che le AIOs portano click di qualità, ma gli studi indicano un calo del CTR e delle conversioni. Chi ha ragione e perché Google non è trasparente sui dati delle AIOs nella Search Console?
Beh, quando mai Google è stato trasparente su qualcosa… a parte le boutade, ritengo che i click saranno effettivamente di qualità migliore, perché occorrerà essere più motivati di prima per visitare un sito web. Meno traffico dunque, migliore.
Se la presenza nelle AIOs è fondamentale, come può essere monetizzata senza click diretti? Quali strategie concrete e misurabili possono essere utilizzate per convertire le menzioni AIOs in lead o vendite?
È la domanda su cui è quasi scoppiata una rissa durante l’ultimo meetup di Sistrix a Milano, lo scorso 15 maggio. Se è vero che possiamo vedere i referral da AI e misurare le conversioni dirette che arrivano da questo canale, purtroppo non c’è modo di misurare i lead che arrivano “indirettamente” da AIOs, come da qualunque altra AI generativa. E considerando che ormai la ricerca web non è più solo multicanale, ma compiutamente multimodale, sarà sempre più difficile cogliere gli spostamenti, i modi e i tempi dietro la transizione da utente a cliente.
Google, con la modalità AI, diventerà un chatbot che sostituirà le AIOs, o i due sistemi coesisteranno? Google intende trasformarsi in un chatbot, nonostante le smentite?
Google non può rinunciare alla vecchia – per quanto mutevole – SERP, perché il grosso dei ricavi è lì, dunque per adesso vedremo questa AI mode che richiamerà Gemini, a cui via via verranno aggiunte le pubblicità e le altre integrazioni, fino a farla diventare… una specie di SERP. Sul serio, non farmi predire il futuro più di quanto non sia già costretto a fare ogni santo giorno. Che mondaccio!
AI Overviews, per le sue risposte, prende informazioni dal web senza corrispondere alcunché a chi li ha realizzati, citandoli, ovviamente, ma di fatto deviando il traffico dai siti web. Dovrebbe essere raggiunto un qualche tipo di accordo finanziario per l’utilizzo di questi contenuti?
Non è detto che AI Overview prenda le informazioni direttamente dai siti web. Questa cosa succedeva con i featured snippet, che citavano effettivamente pezzi di testo presenti in pagina, mentre AI Overview rielabora robe che ha trovato altrove, producendo anche output originali, per fortuna ogni tanto citano la fonte, bontà loro. E comunque sì, Google dovrebbe pagare i siti web da cui prende informazioni. Tutti dovrebbero farlo, ma se ciò accadesse, l’internet chiuderebbe domattina.
Perché il proprietario di un blog dovrebbe continuare a creare contenuti per Google? Almeno prima aveva pubblicità e traffico. Ma ora rischia di lavorare gratuitamente per Big G. Questo non impoverirà il web di voci originali e critiche?
Il blogger tradizionale, quello che finora ha monetizzato con le pubblicità sui contenuti testuali, deve diventare un creator digitale, altrimenti è spacciato. Questa cosa ormai la sappiamo da un po’. Chi ha paura di metterci la faccia, chi non percepisce l’urgenza di lavorare sui format, chiunque rimanga ancorato al vecchio modo di fare blogging, purtroppo sarà costretto a cambiare mestiere. Ma guarda che non sto predicendo il futuro, eh.
Se i creatori di contenuti non sono più incentivati a produrne, da dove prenderanno le informazioni IA e LLM? Non si rischia, in questo modo, di ricevere informazioni sempre meno aggiornate?
Come ho detto prima, i blogger tradizionali dovranno evolvere in creatori di contenuti su più piattaforme e su vasta scala per monetizzare. Giacché appunto questa evoluzione permetterà loro di continuare ad esistere, le aziende AI avranno sempre materiale fresco da utilizzare per addestrare gli LLM o per aggiornarle. Non sarà più solo roba scritta su pagine di blog, tutto qui.
Come conquistare l’attenzione delle IA e apparire autorevoli ai loro occhi? Il famoso E-E-A-T è ancora valido? La SEO è davvero così cambiata?
Si tratta sempre di produrre valore per gli utenti. Una volta significava scrivere il contenuto migliore, oggi significa scrivere il contenuto, creare il podcast più seguito, realizzare i video più puntuali, gestire una community… al limite anche saper ballare bene e raccontare le barzellette. Viviamo nell’era dell’intrattenimento coatto, laddove coatto non sta per forzato, ma proprio per tamarro. Abbiamo tra le mani una trappola pervasiva, intossicante – soprattutto per i più giovani – e paradossalmente totalitaria, perché il massimo della libertà di espressione coincide con l’impossibilità di farsi capire. In questo scenario, capirne un po’ di comunicazione significa aprirsi la possibilità di esplodere in tempi anche rapidi, da cui credo che oggi la partita si giochi spesso su doti innate del tutto straordinarie, oppure all’estremo opposto su conoscenze approfondite di programmazione neuro linguistica.
Che dici, ne abbiamo fatta di strada dai tempi della keyword research?
AI Overviews: la rivoluzione agrodolce, secondo Francesco Margherita
Ti sei mai chiesto cosa diavolo stia succedendo alla SEO?
Tranquillo, non sei solo.
E per partire col piede giusto in questa nuova avventura editoriale, abbiamo fatto due chiacchiere con uno che sa il fatto suo: Francesco Margherita.
Niente fuffa, niente allarmismi da fine del mondo. Francesco ci ha messo davanti la realtà per quella che è, con la sua solita lucidità e concretezza. E sai qual è la sua visione sulle AI Overviews di Google?
Una rivoluzione. Agrodolce.
Da un lato? Meno click organici. È fisiologico, dice lui. Ma dall’altro? Più qualità. Meno turisti digitali, più utenti che davvero vogliono quello che hai da dire. E qui arriva il punto: vuoi traffico buono? Allora fatti citare.
Il cuore della nuova SEO? Semantica, non popolarità
Francesco è stato chiarissimo: in un mondo dove l’Overview si prende la scena, la sfida vera è diventare fonte autorevole. Ma non perché hai un dominio blasonato o milioni di link: perché il tuo contenuto dice qualcosa che mancava.
Quindi no, non ti serve rincorrere keyword come se fossimo nel 2012.
Ti serve trovare il tuo pertugio. Quell’angolazione ancora poco battuta. Quella risposta che manca. Quel pezzo del puzzle che Google sta ancora cercando. Solo così puoi entrare nel radar. Solo così puoi restare in partita.
Una rubrica fatta di voci vere (e niente chiacchiere)
Questa con Francesco è solo la prima tappa. In ogni puntata ascolteremo voci che contano. Niente finti guru o generalismi. Solo esperti veri, che stanno dentro il cambiamento e ti raccontano come affrontarlo sul serio.
Perché, diciamocelo, stiamo attraversando un momento storico: le regole si stanno riscrivendo in diretta. E chi fa questo mestiere, o semplicemente lo ama, non può restare a guardare.
Quindi: resta con noi. Ascolta. Confrontati. Fatti delle domande (e trova le risposte giuste, quelle che servono davvero).
Perché se è vero che il futuro della ricerca è già cominciato… allora è il momento di giocarsela bene.
Un grazie a Francesco per la sua disponibilità e per aver acceso la miccia. Ci vediamo nel prossimo episodio.
#avantitutta