Google lancia il June 2025 Broad Core Update: tre settimane di rollout e l’ombra dell’IA

Anita Innocenti

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Dietro l’apparente miglioramento per l’utente, si cela una strategia di dominio nell’era della ricerca con l’IA, con potenziali ripercussioni per editori e imprese.

Google ha lanciato il June 2025 Broad Core Update, il secondo dell'anno. Caratterizzato da un rollout globale di circa tre settimane, suggerisce interventi significativi. Ufficialmente mira a premiare la qualità, ma molti lo vedono come un'ulteriore mossa nella strategia di dominio della ricerca tramite intelligenza artificiale, con potenziali ripercussioni negative per editori e aziende online.

Google ha premuto di nuovo il bottone: l’aggiornamento di giugno 2025 è tra noi

Proprio quando si pensava di poter analizzare con calma i dati del primo semestre, Google ha deciso di rimescolare le carte. Il 30 giugno è partito ufficialmente il June 2025 broad core update, il secondo grande aggiornamento dell’anno.

L’annuncio, come riportato da diverse testate di settore tra cui Search Engine Roundtable, parla di un rollout globale che richiederà circa tre settimane per essere completato.

Tre settimane, non le solite due.

Un dettaglio che, da solo, dovrebbe far drizzare le antenne, perché suggerisce un intervento più profondo e articolato del solito.

Ufficialmente, l’obiettivo è sempre lo stesso: premiare i contenuti di qualità e migliorare la pertinenza dei risultati. Una dichiarazione d’intenti che ormai sentiamo a ogni aggiornamento.

Ma, come sempre accade con le mosse di Mountain View, la vera storia non è quasi mai quella che appare in superficie.

Dietro la facciata rassicurante del “miglioramento per l’utente” si cela una strategia molto più complessa e, per certi versi, spietata.

L’agenda nascosta: non è un aggiornamento, è una dichiarazione di intenti sull’IA

Non giriamoci intorno: questo aggiornamento è un altro, pesantissimo tassello nella strategia di Google per dominare quella che la sua stessa dirigenza, come la nuova responsabile della Ricerca Liz Reid, definisce “l’era della ricerca con l’IA”.

Il punto non è più solo capire se una pagina risponde a una domanda, ma valutare la qualità e la “soddisfazione” che genera attraverso complessi sistemi di machine learning.

Siamo sicuri che l’obiettivo sia unicamente quello di offrire risultati migliori a te e a me?

O non piuttosto quello di consolidare un sistema in cui è l’intelligenza artificiale di Google a fare da unico, insindacabile arbitro, decidendo cosa è degno di essere visto e cosa no?

Mentre i vertici parlano di futuri radiosi e di una ricerca capace di “ragionare al volo”, la realtà per chi crea contenuti e fa business online potrebbe essere molto diversa.

Si sta passando da un gioco in cui le regole erano, bene o male, comprensibili, a uno in cui l’arbitro non solo cambia le regole in corsa, ma si rifiuta persino di spiegare perché.

Il malcontento dal basso: chi paga il prezzo di questa “evoluzione”?

Il punto è proprio questo.

Questa spinta verso l’IA non è indolore, e a pagarne il prezzo sono editori e imprese. Il malcontento, infatti, non è più un semplice sussurro tra addetti ai lavori. Ci sono casi evidenti, come quello degli editori brasiliani che hanno già denunciato cali di traffico drastici a causa delle nuove logiche imposte da Google.

E che dire della recente introduzione della funzione “Discussions”, vista da molti come un tentativo di sottrarre traffico e conversazioni a piattaforme come Reddit?

Come se non bastasse, uno studio recente ha mostrato come le AI Overviews tendano a posizionarsi in modo aggressivo, spingendo verso il basso i risultati organici tradizionali e, di fatto, intercettando click che prima sarebbero andati direttamente ai siti web.

Quindi, mentre Google si auto-celebra per la sua innovazione, la domanda che resta sospesa è una: questa evoluzione sta davvero creando un web migliore per tutti, o sta semplicemente costruendo un giardino recintato ancora più alto, dove l’unico a vincere, alla fine, è sempre e solo chi possiede le chiavi del cancello?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

6 commenti su “Google lancia il June 2025 Broad Core Update: tre settimane di rollout e l’ombra dell’IA”

  1. Raffaele Graziani

    Sembra che Google stia giocando a nascondino con le regole del gioco, sperando che nessuno si accorga che l’intelligenza artificiale sta rubando la scena. Una mossa da prestigiatore, non c’è che dire.

      1. Raffaele Graziani

        Ma guarda un po’, si riparte con le danze algoritmiche. L’IA che corre avanti come un cavallo imbizzarrito, e noi a cercare di capire dove sta il traguardo. Speriamo che la qualità sia davvero il faro, e non solo un bel biglietto da visita.

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