Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →Robinhood nel mirino per i token su OpenAI e SpaceX: l’azienda replica stizzita e mette in guardia gli investitori
Robinhood ha lanciato in Europa token legati a società private come OpenAI e SpaceX, presentati come opportunità di investimento accessibile. Tuttavia, OpenAI ha smentito categoricamente ogni coinvolgimento o approvazione, definendo i token non autorizzati e avvertendo gli investitori. Il CEO di Robinhood ha chiarito che si tratta di strumenti finanziari derivati.
Robinhood gioca d’azzardo con il nome di OpenAI
Robinhood, la piattaforma di trading nota per le sue mosse spregiudicate, ha deciso di lanciare in Europa dei “token” legati al valore delle azioni di società private, tra cui spiccano nomi pesantissimi come OpenAI e SpaceX.
L’idea, sulla carta, è di quelle che attirano: darti la possibilità di investire, anche solo con pochi euro, in colossi tecnologici normalmente inaccessibili al piccolo risparmiatore.
Una democratizzazione della finanza, la chiamerebbero loro.
Peccato che il diretto interessato, OpenAI, non solo non ne sapesse nulla, ma abbia reagito in modo a dir poco tagliente.
La risposta gelida di OpenAI: “non c’entriamo nulla”
Senza troppi giri di parole, OpenAI ha usato il suo canale ufficiale su X per smentire categoricamente qualsiasi legame con l’operazione.
Il messaggio è stato un pugno nello stomaco per Robinhood: “Questi ‘token OpenAI’ non sono azioni di OpenAI. Non abbiamo stretto partnership con Robinhood, non siamo stati coinvolti e non approviamo questa iniziativa”, come descritto chiaramente su Ainvest.
L’azienda ha poi aggiunto un avvertimento che suona quasi come una minaccia velata: “Qualsiasi trasferimento di azioni OpenAI richiede la nostra approvazione, e noi non abbiamo approvato nulla. Per favore, fate attenzione”.
Una mossa, quella di OpenAI, che mette Robinhood con le spalle al muro.
E la difesa, diciamocelo, non è stata delle più convincenti.
Ma allora cosa stai comprando davvero?
Di fronte alla bufera, il CEO di Robinhood, Vlad Tenev, ha tentato di calmare le acque. Ha ammesso che i token “non sono tecnicamente azioni”, ma piuttosto strumenti finanziari che danno “esposizione” al valore delle aziende tramite veicoli societari creati ad hoc (i cosiddetti SPV). Tenev ha definito l’operazione “un seme per qualcosa di molto più grande”.
Tradotto: stiamo testando il terreno.
Il problema è che lo stanno facendo usando il nome di un’altra azienda senza il suo permesso, creando un prodotto derivato la cui solidità legale è tutta da dimostrare. Ci troviamo di fronte a un’operazione finanziaria complessa, mascherata da opportunità semplice e accessibile.
La domanda sorge spontanea: se la società a cui il token è legato ti dice a chiare lettere di starne alla larga, che valore e che sicurezza può mai avere il tuo investimento?
Alla fine della fiera, chi ci guadagna davvero da queste operazioni al limite?
E soprattutto, a spese di chi?
Ah, Robinhood. Un’altra dimostrazione di come il nome “token” possa trasformare un derivato in un’opportunità di investimento per “piccoli risparmiatori”. L’ironia è quasi palpabile.
Nuovi token. Vecchie promesse. Mercato selvaggio.