L’insaziabile fame di energia dell’IA: l’appello di Anthropic agli Stati Uniti

Anita Innocenti

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Tra appelli alla sicurezza nazionale, investimenti strategici e legami con il Pentagono, la richiesta di Anthropic solleva interrogativi su chi beneficerà realmente della nuova infrastruttura energetica.

Anthropic, colosso dell'IA, avverte Washington: senza un massiccio intervento energetico, gli Stati Uniti rischiano di perdere la leadership globale nell'intelligenza artificiale. Il report indica un fabbisogno di 50 gigawatt entro il 2028. L'appello, pur richiamando la sicurezza nazionale, rivela interessi commerciali e legami con il Pentagono.

L’insaziabile fame di energia dell’IA

Anthropic, uno dei colossi dell’intelligenza artificiale, ha messo le carte in tavola con un messaggio forte e chiaro diretto a Washington: senza un massiccio e immediato intervento sull’infrastruttura energetica, gli Stati Uniti rischiano di perdere il treno dell’innovazione. Il concetto è al centro del loro nuovo report, “Build AI in America“, e i numeri che presenta sono a dir poco sbalorditivi.

Stiamo parlando di un fabbisogno di almeno 50 gigawatt di elettricità entro il 2028 solo per allenare i modelli di IA più avanzati. Per darti un’idea concreta, è il doppio del picco di domanda energetica di un’intera metropoli come New York. Questa richiesta mostruosa nasce dalla necessità di alimentare data center sempre più potenti e complessi, che lavorano senza sosta.

La proposta di Anthropic è quella di adottare un approccio energetico a 360 gradi, che includa fonti tradizionali, rinnovabili e tecnologie emergenti come il nucleare di nuova generazione.

Ma cosa succede se questa energia non si trova?

La risposta di Anthropic è tanto semplice quanto allarmante.

Un appello per la sicurezza nazionale o per il proprio portafoglio?

L’azienda sostiene che il mancato potenziamento energetico spingerebbe lo sviluppo dell’IA più avanzata fuori dai confini americani, con conseguenze dirette sulla sicurezza nazionale e sulla leadership economica del Paese. Il report, come descritto sulla pagina ufficiale di Anthropic, chiede al governo federale di usare la sua autorità per accelerare i permessi, utilizzare terreni federali per nuovi impianti e modernizzare la rete di trasmissione.

Ma, diciamocelo, è difficile non vedere in questo appello anche una mossa strategica per il proprio tornaconto.

Le aziende come Anthropic hanno bisogno di energia a basso costo e di meno ostacoli burocratici per costruire i loro giganteschi data center. Il loro avvertimento suona quasi come una minaccia velata: o ci date le condizioni per crescere qui, o saremo costretti a portare i nostri investimenti (e il nostro know-how) altrove.

E la faccenda si complica ulteriormente quando si guarda a chi sono i partner e i clienti di Anthropic.

Tra Pentagono e politica: il quadro si allarga

Non stiamo parlando di una semplice startup. Anthropic, insieme a Google e xAI, si è recentemente aggiudicata un contratto da 200 milioni di dollari dal Pentagono per sviluppare “IA agenti”, sistemi in grado di eseguire autonomamente compiti complessi per missioni militari. Questo legame con il Dipartimento della Difesa getta una luce diversa sul loro appello alla “sicurezza nazionale”.

Parallelamente, l’amministratore delegato di Anthropic, Dario Amodei, non ha esitato a mostrarsi al fianco di figure politiche di spicco come Donald Trump e il senatore Dave McCormick durante un summit sull’energia, annunciando un investimento da 2 milioni di dollari alla Carnegie Mellon University. Una donazione che, pur essendo lodevole, sembra una mossa calcolata per guadagnare consensi e ammorbidire l’immagine di un’azienda che chiede al governo di spianarle la strada.

La richiesta di Anthropic, quindi, non è solo un documento tecnico, ma un pezzo di un puzzle molto più grande, che intreccia interessi commerciali, ambizioni militari e manovre politiche.

La vera domanda, quindi, non è se gli Stati Uniti costruiranno questa infrastruttura, ma per chi la costruiranno davvero.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

13 commenti su “L’insaziabile fame di energia dell’IA: l’appello di Anthropic agli Stati Uniti”

  1. Sara Benedetti

    Un’ondata di elettricità per l’IA: un futuro luminoso o un buco nero nei bilanci? Interessante prospettiva.

  2. Alberto Parisi

    Ma certo, la leadership globale nell’IA richiede solo un piccolo sussidio energetico, niente di che, solo un cascata di gigawatt a carico di chi?

      1. Alberto Parisi

        Ma certo, questo bisogno di corrente è solo per il bene supremo dell’umanità, non per alimentare qualche algoritmo assetato di potere. E chi siamo noi per dubitare delle sacre parole dei profeti del progresso?

  3. Giorgio Martinelli

    Il report evidenzia un fabbisogno energetico notevole, ma le implicazioni economiche di tale richiesta rimangono da decifrare.

    1. Enrico Romano

      50GW per l’IA? Roba da matti. Sicurezza nazionale o pacco colossale? Finché ci guadagnano loro, il resto è fuffa. Bisogna stare sull’attenti.

  4. Luciano D’Angelo

    Il fabbisogno energetico per l’IA è un dato da considerare. ⚡️ Dobbiamo assicurarci che i benefici siano condivisi. 🤔

    1. Riccardo Cattaneo

      Ah, la fame di gigawatt! ⚡️ Che sia per la sicurezza nazionale o per profitti scintillanti, chi ci assicura che l’energia non finirà per alimentare solo i grandi colossi? 🤔 Curiosità da content creator che osserva attentamente.

    1. Roberta De Rosa

      Cinquantamila megawatt. Un banchetto energetico per pochi. Speriamo solo che il conto non ricada sui comuni mortali, questo è il vero punto interrogativo.

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