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Contattaci ora →Google punta sull’IA “agentiva” per il 2026, ma frena sugli occhiali smart per non ripetere gli errori del passato
Sundar Pichai ha annunciato che il 2026 sarà l'anno dell'intelligenza artificiale "agentiva" di Google, capace di agire autonomamente per gli utenti. Sebbene gli occhiali smart siano nei piani, Google adotta un approccio estremamente cauto dopo il flop dei Glass, riconoscendo che lo smartphone resterà centrale. La strategia mira a vincere la corsa contro competitor come Meta e Apple per le future interfacce digitali.
L’intelligenza artificiale “agentiva”: la vera scommessa per il 2026
Quando Pichai parla di “esperienze agentive”, non intende un assistente che si limita a rispondere alle tue domande.
L’obiettivo è un’intelligenza artificiale che fa cose, che porta a termine compiti complessi al posto tuo. Pensa a un sistema capace di organizzare un intero viaggio, non solo di cercare i voli, oppure di gestire le tue comunicazioni di lavoro in autonomia.
È su questo che Google sta puntando tutto, sviluppando la serie Gemini 2.5 proprio con questa idea in testa. Pichai stesso ha ammesso che, sebbene ci sia ancora da lavorare su affidabilità e costi, il 2026 sarà l’anno in cui queste tecnologie diventeranno di uso comune.
Tutto questo potenziale, però, ha bisogno di un’interfaccia per entrare nel nostro quotidiano.
E qui entrano in gioco, di nuovo, gli occhiali smart.
E gli occhiali smart? un ritorno di fiamma, ma con molta cautela
Se il nome “Google Glass” ti fa venire in mente un flop colossale, non sei il solo. Quel primo esperimento, lanciato nel lontano 2012, si è scontrato con problemi enormi di privacy, un prezzo fuori da ogni logica e un’utilità tutta da dimostrare.
Forse è per questo che oggi Pichai, pur dicendosi “super entusiasta”, mette subito le mani avanti: per i prossimi 2-3 anni, il tuo smartphone non lo molla nessuno. Come riportato su 9to5google.com, l’approccio è molto più pragmatico.
Certo, i lavori su progetti come Astra (l’agente AI che “vede” il mondo attraverso una telecamera) e sulla piattaforma Android XR sviluppata con Samsung vanno avanti, ma la sensazione è che Google non voglia ripetere gli errori del passato.
Ma se Google è così prudente, perché insistere su un terreno così scivoloso?
La risposta, come spesso accade, non si trova solo a Mountain View, ma anche a Cupertino e Menlo Park.
Una corsa contro il tempo (e contro i competitor)
Google non è sola.
Meta sta spingendo forte sui suoi occhiali in collaborazione con Oakley e, soprattutto, all’orizzonte si profila l’ombra di Apple, che secondo diverse fonti punta proprio al 2026 per lanciare i suoi Apple Glasses.
La verità è che la prossima grande battaglia tecnologica si combatterà per conquistare l’interfaccia che sostituirà, o affiancherà, lo smartphone.
Chi arriverà primo con un prodotto che funziona davvero, che è utile e socialmente accettato, avrà in mano le chiavi del futuro.
La strategia di Pichai sembra quindi un gioco su due tavoli: spingere al massimo sull’intelligenza artificiale, il vero motore della prossima rivoluzione, e allo stesso tempo preparare con cautela il “veicolo” (gli occhiali) che la porterà davanti ai nostri occhi.
Vedremo se le promesse si trasformeranno in una rivoluzione concreta o se, come già successo, resteranno solo una bella visione proiettata su un paio di lenti.
Guarda, ‘sta roba dell’IA agentiva mi gasa un botto, ma sta cosa degli occhiali mi pare un po’ un azzardo. Speriamo che stavolta ci azzecchino, perché la concorrenza è tosta.
IA agentiva, figata. Occhiali? Mmm, fiducia zero. Meglio guardare avanti, ma con gli occhi ben aperti. Meglio non fare i soliti errori.
Ah, il 2026 sarà l’anno dell’IA che fa tutto. Che ridere, ci riscatteremo dai precedenti disastri tecnologici con un altro flop garantito.
Certo, il 2026 sarà l’anno dell’IA che fa tutto. Solo che stavolta non ci casca nessuno con gli occhiali, dopo l’ultima figuraccia. Meglio che ci pensino bene prima di lanciare un altro bidone.
Il teatro del futuro è già scritto. L’IA agentiva, un copione da recitare senza inciampi, mentre gli occhiali? Uno scenario di cui attendiamo la prova generale.
IA agentiva, futuro. Occhiali? Pronti per il palco, ma senza fretta.