A subire le conseguenze più gravi sono le prime posizioni in SERP, penalizzate da risposte IA sempre più invadenti che rubano attenzione e visibilità ai siti web tradizionali
📌 TAKE AWAYS
Google con le AI Overviews ridisegna le SERP, causando cali di traffico fino all’89% e mettendo in crisi anche le prime posizioni.
Editori come Penske Media reagiscono portando Google in tribunale per l’uso non autorizzato dei contenuti.
La SEO deve evolversi: oggi conta comparire ovunque il pubblico cerchi risposte, puntando su visibilità, fiducia e autorevolezza.
Hai presente quando apri il negozio al mattino, tutto è al suo posto, ma i clienti entrano meno di prima? Le luci sono accese, la merce perfetta sugli scaffali, eppure l’atmosfera sembra strana.
È un po’ la stessa sensazione che tanti imprenditori hanno provato negli ultimi mesi guardando i numeri online: dati che non tornano, visite che calano, risultati che sembrano improvvisamente più difficili da raggiungere.
E la domanda è inevitabile: “Che cosa sta succedendo?”.
La realtà è che non hai sbagliato nulla.
È il contesto che è cambiato. Google ha introdotto una novità importante, le AI Overviews, che stanno ridisegnando il modo in cui gli utenti trovano e consumano informazioni online. In pratica, il percorso che porta i clienti verso il tuo sito è stato riscritto.
Stiamo vivendo una crisi che mette in discussione lo status quo a cui eravamo abituati.
Ma questo non è per forza negativo.
In cinese, per esempio, “crisi” si dice “”危机”” (wéijī): il primo carattere vuol dire “pericolo”, il secondo “snodo decisivo”. È un modo per dire che un momento difficile può diventare anche una svolta, se sappiamo coglierla.
Per questo non è il caso di scoraggiarsi. Ogni cambiamento, per quanto spiazzante, apre spazi nuovi. Con le giuste strategie, questa fase di incertezza può diventare un’occasione per distinguersi e continuare a generare visibilità, contatti e vendite.
La differenza non sta nell’adattarsi passivamente, ma nel capire come muoversi dentro questo nuovo scenario e trasformarlo a proprio vantaggio. Chi saprà farlo adesso, con il supporto di un consulente SEO aggiornato ed esperto, sarà un passo avanti rispetto ai suoi competitor.
La scena del crimine: quando i dati valgono più di mille parole
Il web era come una TV con tanti canali: Google ti aiutava a scegliere quale guardare. Ora però le cose sono cambiate.
Google prende le trasmissioni dai vari canali, le rimonta e ti serve direttamente ciò che vuoi vedere.
Il risultato? Lo spettatore ottiene la risposta, ma all’emittente restano meno ascolti e meno risorse.
A descrivere la scena del crimine è un report dettagliato di Dan Popa su Advanced Web Ranking, un’analisi su milioni di parole chiave che è suonata come una sirena d’allarme per tutto il settore.
Nel secondo trimestre del 2025, i click organici da desktop sono crollati.
Le prime due posizioni, quelle per cui hai sudato e investito, hanno perso complessivamente 3,75 punti percentuali di click-through rate (CTR).
Sembra poco?
È un’enormità.
È come se il 4% dei tuoi potenziali clienti, vedendo la tua insegna, decidesse di girare i tacchi prima ancora di arrivare alla porta. Il mobile, per ora, ha retto meglio l’urto, mostrando una stabilità quasi eroica.
Ma chi è il colpevole di questa emorragia di click?
Il nome è sulla bocca di tutti: AI Overviews. Quelle sintesi generate dall’intelligenza artificiale che Google sta piazzando in cima ai risultati di ricerca sono cresciute in modo esplosivo, passando dal 34% al 46% di presenza nelle SERP.
Un balzo di quasi 12 punti percentuali in un solo trimestre.
In pratica, quasi una ricerca su due oggi mostra una risposta preconfezionata dall’IA.
Ora l’utente ottiene il suo piatto precotto in un attimo e non sente più il bisogno di cliccare sui link sottostanti. Il tuo sito, appunto.
Questo tsunami non colpisce tutti allo stesso modo. Vuoi un esempio pratico?
Secondo la ricerca di Popa, il settore “Famiglia & Genitori” ha visto la prima posizione su desktop perdere un incredibile 6,81% di CTR. Un colpo da KO.
“Finanza Personale”? Meno 5,85% sulle prime due posizioni.
Persino la “Scienza” ha registrato un calo combinato del 13,86% sulle prime quattro posizioni.
Stiamo parlando di una ridefinizione totale delle dinamiche di visibilità, dove essere primi non è più una garanzia di successo.
La ribellione degli editori: quando la misura è colma
Se pensi di essere l’unico a sentirsi defraudato, sappi che sei in ottima compagnia.
Mentre tu legittimamente ti preoccupi per le vendite del tuo e-commerce, i giganti dell’editoria mondiale stanno vedendo il loro modello di business sgretolarsi. E hanno deciso di passare al contrattacco.
Penske Media, il colosso che edita mostri sacri come Rolling Stone e Billboard, ha appena fatto la storia. È il primo grande editore statunitense a trascinare Google in tribunale per le AI Overviews.
L’accusa è semplice e brutale: Google sta usando i loro articoli, il frutto del loro lavoro, per alimentare le sue risposte IA senza consenso e senza pagare un centesimo.
Il risultato? Un calo verticale del traffico e, cosa ancora più dolorosa, una perdita di oltre il 30% dei ricavi da affiliazione.
Quei link “compra ora” che prima portavano a un guadagno, ora vengono bypassati dalla sintesi di Google.
Google, dal canto suo, si difende con una serenità quasi irritante, sostenendo che le AI Overviews “migliorano l’esperienza degli utenti” e creano “nuove opportunità di scoperta dei contenuti”.
Una frase che suona come una beffa per chi, come il Financial Times, denuncia cali di traffico del 25-30% o per il Daily Mail, che parla di perdite fino all’89% su alcune tipologie di traffico.
Come ha scritto il Guardian, per l’editoria digitale questa è una “emergenza esistenziale“.
Stanno combattendo per la sopravvivenza, chiedendo ai regolatori maggiore trasparenza e tutele contro un partner che si è trasformato, quasi da un giorno all’altro, in un cannibale.
Qualche giorno fa Big G sembrava aver accolto in parte qualche richiesta dei publisher, ma a quanto pare non è servito a placare gli animi dei publisher più preoccupati.
Ma allora la SEO come se la passa?
A questo punto, potresti pensare: “Ok, ho capito. Google è diventato il nemico. Forse dovrei puntare tutto su ChatGPT e i nuovi motori di risposta”. È un pensiero logico, ma affrettato. E i numeri, ancora una volta, ci aiutano a fare chiarezza.
Nonostante la crescita impressionante, ChatGPT ha registrato 5,8 miliardi di visite ad agosto 2025.
Tante, vero?
Peccato che nello stesso mese Google ne abbia totalizzate 83,8 miliardi.
Il divario è abissale.
La realtà è che le persone non stanno sostituendo Google, lo stanno affiancando.
Usano entrambi.
Ma soprattutto, per le aziende, la SEO tradizionale genera ancora oltre il 50% dei ricavi, mentre gli LLM (i modelli linguistici come ChatGPT) contribuiscono per meno del 5%.
E qui arriva il paradosso più gustoso: per fornire risposte aggiornate e fattuali, per non inventarsi sciocchezze (le famose “allucinazioni“), ChatGPT stesso ha bisogno di appoggiarsi ai motori di ricerca.
Sì, hai letto bene. Spesso interroga Google e Bing per verificare le informazioni. In un certo senso, il nuovo che avanza ha ancora un disperato bisogno del vecchio mondo per funzionare correttamente.
Questo cosa significa per te e per il tuo business?
Significa che la SEO ha cambiato pelle.
È diventata più importante e complessa che mai.
Oggi fare SEO non significa più solo ottimizzare il tuo sito per una lista di dieci link blu. Significa ottimizzare la tua presenza su qualsiasi canale che il tuo pubblico usa per cercare risposte.
Ne abbiamo parlato approfonditamente con Ina Toncheva nella scorsa puntata di SEO Confidential (se te la sei persa, ti consiglio di recuperarla!).
La visibilità ti porta lì, la fiducia ti fa restare
Le AI Overviews e i nuovi strumenti di ricerca hanno cambiato le regole del gioco: oggi gli utenti si orientano con un riassunto veloce, ma quando devono davvero scegliere o acquistare cercano ancora siti e brand affidabili.
In altre parole, la visibilità conta, ma la fiducia è ciò che porta alla conversione.
Per restare competitivi bisogna andare oltre le vecchie strategie. Non basta più pensare alle “personas” di marketing scritte anni fa: serve costruire profili concreti basati sui dati reali che hai già, come le ricerche interne al sito, le domande dei clienti, i feedback ricevuti ogni giorno.
A questo proposito, se non l’hai ancora fatto, ti invito a leggere l’intervista ad Andrea Volpini.
Questi insight ti permettono di creare contenuti che parlano davvero alle persone: a chi vuole risposte immediate, a chi cerca conferme, a chi confronta più opzioni o a chi preferisce fonti ufficiali.
La SEO non è il boomer che cerca di parlare come se fosse un giovanotto della Gen Z, ma è una persona adulta ed esperta che può essere ancora un modello e un esempio per i più giovani.
Non perché il panorama è rimasto lo stesso di dieci anni fa.
Ma perché le buone pratiche sono ancora utili, a patto che siano aggiornate e adattate al nuovo scenario.
Il fondamento della SEO non è cambiato. È sempre lo stesso: creare fiducia e autorevolezza, gli elementi che trasformano la visibilità in risultati concreti.
Detto più semplicemente, oggi occorre strutturare i contenuti in modo chiaro, dare prove concrete, mostrare autorevolezza e diventare la fonte che l’utente sceglie quando conta davvero.
Chi lo capisce adesso ha la possibilità di trasformare il cambiamento in un vantaggio competitivo.
Se vuoi che il tuo brand diventi più visibile e autorevole di prima, è il momento di agire.
La nostra agenzia SEO può aiutarti a farlo, costruendo una strategia su misura per far crescere la tua presenza online e i tuoi risultati di business.
Che aspetti? Scrivici ora!
Il traffico cala con le AI Overviews ed esplode la rivolta degli editori: domande frequenti
Perché le AI Overviews riducono il traffico verso i siti web?
Gli utenti trovano già la risposta nelle sintesi AI senza dover cliccare sui link sottostanti. Di conseguenza, anche le prime posizioni in SERP registrano cali significativi di traffico e minori opportunità di conversione.
Perché Penske Media ha fatto causa a Google?
Penske Media, editore di Rolling Stone e Billboard, ha citato Google in tribunale accusandolo di usare i loro articoli per alimentare le AI Overviews senza consenso né compenso, causando un forte calo di traffico e ricavi.
Qual è il ruolo della SEO in questo nuovo scenario?
La SEO deve evolversi. Oggi significa ottimizzare la presenza del brand non solo sui link blu di Google, ma su tutti i canali dove il pubblico cerca risposte. La visibilità resta importante, ma è la fiducia e l’autorevolezza a trasformare quella visibilità in risultati concreti.
Ma che novità. Pensavano davvero che Google avrebbe regalato visibilità gratis? La SEO è sempre stata un gioco, ora è solo più costoso. Mica mi stupisce.