Anthropic lancia le Skills per Claude: la fine del prompt engineering in azienda?

Anita Innocenti

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L’azienda promette di trasformare Claude in uno specialista su misura, automatizzando compiti ripetitivi e complessi, ma la strada è ancora lunga

Anthropic lancia le "Skills" per Claude, mirando a risolvere la frustrante ripetitività delle istruzioni IA in azienda. Questa innovazione permette di addestrare Claude una sola volta su procedure specifiche, trasformandolo in uno specialista per il tuo business. L'azienda promette la fine del "prompt engineering", rendendo l'IA uno strumento di lavoro più concreto e meno smemorato. Potrebbe essere un passo rivoluzionario.

Le aziende ci scommettono, ma è tutto oro quello che luccica?

Stando a quanto dichiara Anthropic, i pezzi da novanta del settore sembrano già convinti. Nomi come Box, Canva e Notion stanno già sperimentando le Skills per automatizzare di tutto, dalla creazione di presentazioni PowerPoint alla personalizzazione di agenti software.

Il caso più eclatante è quello di Rakuten, il colosso giapponese dell’e-commerce, che sostiene di aver ridotto attività di contabilità che prima richiedevano una giornata intera a una sola ora di lavoro.

Cifre impressionanti, non c’è che dire.

Ma la domanda sorge spontanea: stiamo guardando a casi di successo selezionati con cura per far bella figura o a un impatto replicabile da chiunque?

È facile entusiasmarsi quando una multinazionale ti sventola sotto il naso risultati del genere, ma la realtà delle piccole e medie imprese è spesso molto diversa.

Siamo sicuri che questa tecnologia sia davvero così immediata e che non nasconda nuove complessità dietro la facciata della semplicità?

Il dubbio è legittimo, perché la storia della tecnologia è piena di soluzioni miracolose che poi, alla prova dei fatti, si sono rivelate molto più complicate del previsto.

Eppure, a questo giro, potrebbe esserci qualcosa di diverso.

Non solo marketing: c’è della sostanza sotto il cofano

A dare manforte ad Anthropic interviene una voce autorevole e decisamente poco incline agli entusiasmi facili: quella di Simon Willison. Sul suo blog, uno dei punti di riferimento per chi si occupa di IA a livello tecnico, Willison descrive le Skills come una novità potenzialmente più rivoluzionaria di tanti altri annunci altisonanti.

E il motivo è nascosto nel funzionamento.

Claude non carica tutte le istruzioni ogni volta, appesantendo il sistema, ma le seleziona in modo intelligente solo quando servono, mantenendo tutto snello e veloce.

La prova del nove?

Come riportato su TechBuzz.ai, la stessa funzione che permette a Claude di creare file Word o Excel, lanciata qualche tempo fa, era stata costruita internamente proprio usando le Skills. In pratica, Anthropic ha usato la sua stessa medicina prima di venderla agli altri, un segnale che fa ben sperare sulla solidità del progetto.

Non si tratta quindi solo di una bella interfaccia, ma di un cambiamento architetturale che punta a trasformare Claude in un vero e proprio “agente” proattivo, come sottolineato da Brad Abrams, product lead dell’azienda.

Siamo di fronte a un passo importante per rendere l’IA meno un giocattolo per smanettoni e più uno strumento di lavoro concreto. La promessa è quella di dire addio alla frustrazione del “prompt engineering” selvaggio.

Funzionerà?

La sfida è lanciata.

Ora tocca capire se, una volta finito l’entusiasmo iniziale, queste Skills diventeranno davvero il pane quotidiano del nostro lavoro o solo un’altra funzione interessante da provare una volta e poi dimenticare.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

22 commenti su “Anthropic lancia le Skills per Claude: la fine del prompt engineering in azienda?”

  1. Andrea Cattaneo

    Ma dai, che storiella. Pensare che basti un “addestramento” per rendere l’AI un maggiordomo perfetto. Io resto un po’ perplesso, sai?

  2. Claudio Ruggiero

    Ma certo, un altro “rivoluzionario” trucco per farci pagare di più. Alla fine, sarà solo un altro modo per rendere l’IA uno schiavo docile, senza un briciolo di pensiero autonomo. Diciamo che la fine del prompt engineering sia la fine del nostro pensiero critico?

  3. Questo approccio rende l’IA operativa, meno un giochino. Ma resta la domanda: quanto controllo avremo davvero su questi “specialisti” artificiali?

  4. Chiara De Angelis

    L’introduzione delle Skills per Claude rappresenta un passo avanti per l’efficienza operativa. L’idea di un’IA specializzata potrebbe semplificare notevolmente i flussi di lavoro aziendali. Resta da valutare l’impatto a lungo termine sulla gestione e l’adattabilità di tali soluzioni.

  5. La promessa di Claude come specialista su misura è audace. Ma quanto diventerà veramente autonomo questo “esperto” artificiale? Temo la standardizzazione dei risultati.

    1. Vanessa De Rosa

      Se le “Skills” eliminano la fatica del prompt engineering, bene. Ma se questo porta solo a un’automazione piatta e senza sfumature, allora il gioco non vale la candela. La vera sfida è mantenere l’intelligenza che va oltre la mera esecuzione.

      1. Vanessa, hai centrato il punto. Se diventa solo un esecutore senza un briciolo di pensiero critico, allora addio ai progressi. Cosa ne sarà della nostra capacità di problem solving?

        1. L’idea di automatizzare le istruzioni all’IA è interessante. Se davvero si può evitare il prompt engineering costante, sarebbe un guadagno di tempo. Resta da vedere se la personalizzazione risulterà davvero efficace sul lungo periodo, o se sarà solo un altro strato di complessità da gestire.

    2. Questa nuova funzionalità di Claude sembra promettente per semplificare i processi aziendali. Sarà interessante vedere se manterrà le sue promesse nel lungo termine.

  6. La promessa di Claude come “specialista” solleva interrogativi sull’autonomia decisionale. Se l’IA diventa un mero esecutore di procedure, dove finisce la creatività umana? Un futuro in cui l’intelligenza artificiale è solo un automa perfezionato?

    1. Giovanni Battaglia

      Sì, Enrico, la tua riflessione mi fa pensare. Se Claude diventa un esecutore perfetto, immagino un po’ come una biblioteca che sa tutto ma non ha idee sue. Chissà se la vera magia non sia proprio in quella scintilla inaspettata che nasce dall’imprevedibile.

      1. L’idea di una IA addestrata su compiti specifici è affascinante. Se questo segna davvero la democratizzazione dell’intelligenza artificiale, allora il futuro si presenta intrigante. Ma quale sarà il prezzo della specializzazione?

  7. Ah, quindi adesso le IA diventano “specialisti”? Bel nome per un bot che fa quello che gli dici. Ma aspettiamo di vedere se poi ci capisce davvero qualcosa, o se è solo un altro trucchetto da vendere.

  8. L’idea di uno specialista IA su misura è allettante, ma la vera prova sarà se queste “Skills” gestiranno veramente la variabilità o semplicemente automatizzeranno errori già noti?

    1. Roberta De Rosa

      Molto pertinente il suo punto, Isabella Riva. La gestione della variabilità sarà la vera discriminante. Personalmente, ritengo che la strada verso un’IA veramente flessibile e autonoma richieda ancora un notevole sforzo di sviluppo, al di là delle attuali funzionalità.

    2. Ciao a tutti! La proposta di Anthropic sembra promettente per semplificare l’uso dell’IA in azienda. Ridurre la necessità di prompt ripetitivi può davvero facilitare l’integrazione, trasformando Claude in un collaboratore più affidabile. Mi chiedo quanto questa semplificazione influenzerà l’apprendimento continuo.

  9. Beatrice Benedetti

    L’idea di trasformare Claude in uno specialista è intrigante, promette efficienza. Però, mi chiedo quanto questa “specializzazione” possa limitare la sua capacità di adattamento a situazioni impreviste. Sarà davvero una liberazione dal prompt engineering o solo un nuovo tipo di vincolo?

    1. Greta Silvestri

      L’introduzione delle Skills sembra semplificare l’uso di Claude in ambito professionale. Resta da valutare quanto l’apprendimento rimanga “profondo” o si limiti a procedure superficiali.

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