L’era della ricerca invisibile: se Google scompare, il tuo business esiste ancora?

Il traffico da ChatGPT cresce cinque volte più in fretta rispetto a Google. Continuare con la SEO tradizionale significa sparire dai radar

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📌 TAKE AWAYS

  • I dati di Siege Media parlano chiaro: il traffico da ChatGPT cresce cinque volte più velocemente rispetto a quello da ricerca organica.
  • ChatGPT adotta un approccio “task-first”, suggerendo strumenti concreti e scorciatoie operative, mentre Google mantiene una logica “information-first”, offrendo contenuti lunghi e approfonditi. Questa differenza impone un ripensamento radicale della produzione di contenuti.
  • Nell’era della GEO, la visibilità passa attraverso contenuti tecnicamente accessibili, semanticamente chiari e coerenti su tutte le piattaforme. Serve un’infrastruttura tecnica compatibile con gli LLM, un’identità digitale univoca e una reputazione costruita anche attraverso digital PR.
La crescita del traffico da ChatGPT sta rivoluzionando la visibilità online, superando i limiti della SEO tradizionale.
Le IA non cercano, ma rispondono. Per emergere serve ottimizzare contenuti per i modelli generativi e curare la propria reputazione digitale.

Ogni mattina, probabilmente, la stessa storia. Un caffè, una rapida occhiata alle email e poi l’apertura di quella pagina che è un po’ la scatola nera della tua azienda digitale: Google Analytics.

Ti rassicura vedere quella linea verde del traffico organico stabile, immagino…

Ogni visitatore da Google è una potenziale vendita, un nuovo cliente, la conferma che la tua strategia SEO, faticosamente costruita, sta funzionando.

Ma sotto quella linea verde si sta aprendo una crepa. Un sussurro che sta diventando un boato.

I click calano. Le impressioni ci sono, ma il traffico scende. Google dice che è normale, che arriverà meno traffico ma sarà più qualificato.

Davvero? E se invece quella curva verde stesse per perdere completamente il suo significato?

Il punto è che non si tratta più solo di ottimizzare per essere visibili. La classica SERP si sta sgretolando sotto il peso dell’intelligenza artificiale generativa, come ci ha detto anche Cyrus Shepard nella nostra intervista.

Siamo entrati nell’era delle risposte conversazionali, degli zero click, degli snapshot istantanei. Mentre leggi, milioni di utenti stanno già ottenendo informazioni da AI Overview, chatbot, assistenti vocali e ChatGPT, senza mai arrivare sul tuo sito.

La verità, nuda e cruda, è che il modo in cui le persone trovano informazioni, prodotti e servizi sta cambiando. La cara vecchia ricerca su Google, quella su cui hai investito tempo e denaro, sta per essere affiancata – e forse un giorno superata – da un nuovo padrone: l’intelligenza artificiale.

E la domanda che devi porti non è se accadrà, ma come farti trovare pronto quando il re sarà nudo.

La terra trema sotto i piedi di Google: parlano i dati

Non si tratta di opinioni o di futuristiche visioni da Silicon Valley. Si tratta di numeri, precisi e impietosi.

Una ricerca condotta da Siege Media, pubblicata il 23 luglio 2025, ha analizzato i dati di traffico di quasi 200 aziende, mettendo in luce una situazione sorprendente.

A giugno 2025, in un solo mese, il traffico referral proveniente da ChatGPT è esploso del 25,6%. Nello stesso periodo, il traffico dalla ricerca organica tradizionale, quella di Google e simili, è cresciuto di un modesto 5,2%.

Certo, in termini di volumi assoluti, il traffico da IA è ancora una frazione (circa lo 0,5%) di quello organico. Ma chiunque gestisca un’impresa sa che non sono i volumi di oggi a definire il mercato di domani, ma i tassi di crescita.

Ricerca 23 luglio 2025 di Siege Media
Siege Media

È qui che il quadro diventa allarmante per chi non è preparato. Proiettando questi trend, i ricercatori di Siege Media hanno calcolato che in soli 31 mesi, il traffico proveniente da ChatGPT potrebbe superare quello generato da Google.

Meno di tre anni. Pensa a dove era la tua azienda tre anni fa.

Ora immagina un futuro in cui la principale porta d’accesso al tuo business non è più una barra di ricerca, ma una finestra di chat. Un futuro in cui i tuoi clienti non “cercano” più, ma “chiedono”.

Questo non è un semplice aggiornamento di algoritmo: potenzialmente può essere un cataclisma.

Ricerca 23 luglio 2025 di Siege Media
Siege Media

Non tutte le IA pensano allo stesso modo: la battaglia tra il “Tuttologo” e il “Consulente Pratico”

Se pensi che basti essere “visibili sull’IA” per stare tranquillo, sei fuori strada.

La situazione è ancora più complessa e, se vogliamo, affascinante.

Un’analisi illuminante di BrightEdge, un colosso nel mondo delle tecnologie per il marketing, ha rivelato una divergenza fondamentale nel “modo di pensare” delle intelligenze artificiali.

In particolare, quando un utente non cerca una semplice informazione, ma chiede come agire, ChatGPT e Google AI prendono due strade diverse.

Google AI tende a mantenere il suo approccio “information-first”. È il tuttologo, l’enciclopedia. Se gli chiedi “come imparare a programmare in Python”, ti suggerirà guide complete e articoli di approfondimento. Ti darà la canna da pesca e il manuale su come si usa.

ChatGPT, invece, adotta un approccio “task-first”. È il consulente pratico, l’amico che ti dice subito cosa fare. Alla stessa domanda, ti risponderà suggerendoti piattaforme come Udemy o Coursera, strumenti specifici per iniziare subito a praticare. Non ti dà solo la canna da pesca, ti porta direttamente nel punto del fiume dove i pesci abboccano.

Fonte Bright Edge luglio 2025

Gli esempi sono lampanti in ogni settore:

  • Sanità: chiedi “come trovare un medico”. Google ti indirizzerà verso gli elenchi degli ospedali o articoli su come scegliere un professionista. ChatGPT ti consiglierà direttamente un’app adatta a te.
  • Finanza: chiedi “come creare un budget”. Google ti linkerà a guide e blog di finanza personale. ChatGPT ti suggerirà di scaricare app che possono fare al caso tuo.
  • Viaggi: chiedi “come organizzare un viaggio in Giappone”. Google ti mostrerà blog, itinerari dettagliati e articoli su cosa vedere. ChatGPT ti proporrà direttamente un pacchetto su una piattaforma del settore o un itinerario pronto su Google Maps.

Capisci l’implicazione devastante?

Non basta più avere l’articolo migliore su “come creare un budget”.

Se i tuoi potenziali clienti si rivolgono a un’IA “task-first”, il tuo contenuto informativo potrebbe non essere mai visto. L’IA salterà l’intermediario (il tuo articolo) per suggerire direttamente la soluzione finale (l’app).

Fonte Bright Edge luglio 2025

Questa è la vera apocalisse dell’era “zero-click”: le conversioni non avvengono più sul tuo sito, ma vengono decise dall’IA prima ancora che l’utente arrivi da te.

Per questo motivo il tuo sito deve essere ottimizzato per essere la risposta per entrambi i modelli. E per farlo deve rivolgersi a un’agenzia SEO che adotti una strategia aggiornata che tenga in considerazione LLM, AI Overviews e AI Mode.

Dalla SEO alla GEO: il nuovo manuale di sopravvivenza digitale

Google detiene ancora la quasi totalità del mercato delle ricerche.

Ma è altrettanto vero che l’ecosistema digitale si sta trasformando rapidamente.

Le risposte generate dalle intelligenze artificiali – come ChatGPT, Claude, Gemini – stanno diventando una nuova, potente interfaccia di accesso alle informazioni. E chi si occupa di visibilità online non può permettersi di ignorarlo.

Non si tratta di inventarsi etichette nuove, ma di capire che la SEO, come ha sempre fatto, deve evolvere, come ci ha ricordato Barry Schwartz.

Ora non basta più ottimizzare per farsi trovare da un motore di ricerca classico. Bisogna farsi comprendere e, soprattutto, essere riconosciuti e citati da un’intelligenza artificiale generativa.

Molti oggi la chiamano GEO – Generative Engine Optimization. Qualcuno preferisce parlare di AEO, altri di LLMO. Ma è una discussione che lascia il tempo che trova.

L’importante non è il nome, ma ciò che si fa concretamente.

Se la si chiama GEO e si continua con le stesse logiche di ottimizzazione classica, non si è cambiato nulla. Se invece la si chiama ancora SEO ma si lavora pensando al modo in cui le intelligenze artificiali leggono, comprendono e selezionano i contenuti – con markup strutturato, coerenza tra fonti, dati precisi e un linguaggio accessibile alle macchine – allora sì che si sta facendo un passo avanti.

Tanto per cominciare: la visibilità parte dalla base. Se un sito è costruito in modo tale che i suoi contenuti principali non siano accessibili ai crawler – ad esempio perché bloccati da tecnologie JavaScript o da restrizioni lato server – il rischio è di risultare completamente invisibili agli LLM.

A nulla serve avere contenuti di qualità se restano nascosti dietro una saracinesca abbassata. Serve fare una verifica tecnica concreta, insieme agli sviluppatori, per garantire che i contenuti siano davvero leggibili e indicizzabili dai sistemi che oggi alimentano le risposte IA.

Fonte Peec AI 15 luglio 2025
Peec AI

Ma il lavoro non finisce lì. Per essere realmente “visti” dall’intelligenza artificiale serve coerenza. Quello che si dice sul sito web, sui profili social, nelle schede aziendali e nei materiali pubblici deve essere allineato. Se ci si presenta in modo diverso su LinkedIn, sul sito ufficiale o in un’intervista, si trasmette confusione. E l’IA, in caso di dubbio, ignora, come ci ricorda Malte Landwehr di Peec AI.

Serve una narrazione compatta, coerente, riconoscibile. È un lavoro di posizionamento, ma anche di reputazione.

Un altro punto chiave è la chiarezza. Le IA non amano il marketing vago, le frasi generiche, le iperboli pubblicitarie. Funzionano molto meglio contenuti densi di dati, numeri, affermazioni chiare, esempi concreti. Meglio usare tabelle, elenchi, fonti, markup strutturato: tutto ciò che facilita la comprensione ai sistemi automatici è un vantaggio competitivo.

Un’altra dinamica da conoscere è quella della cosiddetta “ricerca a ventaglio” (query fan-out).

Quando un utente fa una domanda a un assistente IA, il sistema non si limita a cercare una singola risposta: spesso genera in parallelo diverse query, più o meno specifiche, per recuperare informazioni utili da fonti diverse. Chi crea contenuti dovrebbe imparare a intercettare queste varianti, offrendo risposte chiare a una pluralità di interrogativi collegati.

Infine, un elemento che molti sottovalutano: le Digital PR.

Oggi ogni articolo, intervista o menzione su una testata autorevole non è solo un badge di prestigio o un backlink utile. È un segnale per i modelli IA.

Se una fonte credibile parla del tuo brand, dell’azienda, del prodotto, questo contribuisce in modo diretto alla tua visibilità nelle risposte generate. L’IA riconosce l’autorevolezza degli interlocutori e ne tiene conto.

Ecco perché costruire una rete di citazioni affidabili è diventato un asset centrale per la reputazione online.

Il futuro non attende: chi si muove oggi, comanda domani

Siamo a un punto di svolta. L’era in cui bastava scalare la classifica di Google per dominare il proprio mercato sta lentamente volgendo al termine. Sta nascendo un nuovo ecosistema, più complesso e conversazionale, dove essere “scelti” da un’intelligenza artificiale è tanto importante quanto essere “classificati” da un algoritmo.

Chi continuerà a guardare solo la rassicurante linea verde di Google Analytics si accorgerà della crepa solo quando sarà diventata una voragine.

Chi, invece, inizierà oggi a costruire la propria autorevolezza in questo nuovo mondo, a creare contenuti unici, esperienziali e affidabili, a ottimizzare per la leggibilità delle macchine e a orchestrare la propria reputazione online, non solo sopravvivrà, ma prospererà.

Non si tratta più, banalmente, di “fare SEO”. Si tratta di concepire e strutturare la propria intera presenza digitale in un paradigma completamente nuovo, dove la fiducia è la valuta principale.

Per far sì che il tuo brand sia riconosciuto come autorevole, menzionato e consigliato da IA e LLM, scrivi qui alla mia agenzia SEO.

In questa nuova partita, giocare d’anticipo non è un vantaggio. È tutto.


Il traffico da ChatGPT cresce più in fretta rispetto a Google: Domande Frequenti

Perché il traffico da ChatGPT sta diventando così rilevante?

Perché cresce cinque volte più velocemente rispetto al traffico da Google. In meno di tre anni potrebbe superarlo, rivoluzionando le logiche di visibilità online.

Qual è la differenza tra l’approccio di ChatGPT e quello di Google?

Google offre contenuti informativi, ChatGPT propone azioni concrete e soluzioni immediate. Chi crea contenuti deve pensare a entrambi i modelli.

Cos’è la GEO e perché è importante?

La GEO (Generative Engine Optimization) è l’evoluzione della SEO per i motori AI. Ottimizza i contenuti per essere letti, compresi e citati dai modelli generativi come ChatGPT.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

10 commenti su “L’era della ricerca invisibile: se Google scompare, il tuo business esiste ancora?”

  1. Silvia Graziani

    Ma che figata ‘sta roba! Quindi ‘sta IA ci fa la pappa pronta e Google se ne sta lì a raccontare storie lunghe? Io dico che ci vuole un piano B, tipo avere un profilo che spacca ovunque, mica solo su Big G. Sottoscrivo!

  2. Alessandro Parisi

    Ah, la ricerca invisibile! Un concetto affascinante, se non si considera che l’IA non cerca, risponde. Dunque, il mio business esiste se l’IA mi “trova” in modo utile, non se Google smette di indicizzarmi. Un dettaglio non da poco, per chi ha ambizioni.

        1. Benedetta Donati

          Scena. La ricerca muta. Le risposte regnano. Il brand? Una chimera senza fondamento. Le IA non cercano. Creare contenuti per loro. Un’illusione?

    1. Alessandro Lombardi

      Ah, ecco, la solita profezia apocalittica sul “nuovo modo”. Mettiamola così: finché ci saranno persone che pagano, il “vecchio modo” non sparirà mica da solo.

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