Seo  

Google Authorship: come l’autorevolezza dell’autore di un contenuto aiuta la SEO

Sei stanco di vedere i tuoi contenuti sprofondare nell’oblio di Google, nonostante ore di duro lavoro e dedizione?

Il tuo sito è pieno di bellissime parole chiave, ma in cima ai risultati di Google non appari nemmeno pregando in aramaico antico?

Se la risposta a una di queste due domande è (e so che lo è!) sappi che non sei solo.

Google affonda contenuti e siti aziendali con l’efficienza di un sottomarino nucleare.

In questi casi, parte della soluzione al problema potrebbe essere mostrare a Google che sei davvero un ammiraglio nel tuo settore e meriti di stare a galla…

Ma come si fa?

le conseguenze di quando non ti curi dell'authorship autore
Immagine a scopo consolatorio che mostra l’imprenditore medio italiano alle prese con la visibilità su Google.

Il concetto di “Authorship Autore”: dimostrare autorevolezza per distinguersi ed emergere

Emergere può sembrare un’impresa impossibile, anche se sei il più bravo in ciò che fai. 

E così corri il rischio di trascorrere le tue serate a rimuginare sul fatto che Google sembra proprio ignorare i tuoi contenuti.

Bene, da consulente SEO premetto che soluzioni a questo problema del tipo “paghi 1 e prendi 1000” ovviamente non esistono.

Nonostante questo, dopo Nmila ore passate ad analizzare tutto quello che fa Google, ti garantisco che alcuni fattori che possono aiutarti a fare la differenza ci sono eccome.

Uno di questi è sicuramente l’invio di segnali ai motori di ricerca che testimonino l’autorevolezza dell’autore dei contenuti di un sito.

Insomma, sto parlando di quella cosa un tempo conosciuta come Google Authorship

Una funzionalità introdotta inizialmente da Google nel 2011 per consentire ai creatori di contenuti di collegarsi ai loro profili Google+ (il – presto defunto – Social Media lanciato da Google anni fa) per dimostrare la paternità del loro lavoro.

Google ha interrotto ufficialmente il programma Authorship nel 2014 per motivi che non contano in questa sede. 

la fine dell'authorship di google nel 2014

Ma c’è un ma.

Sebbene l’Authorship a livello formale sia morta e sepolta, i principi di E-E-A-T (Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità) su cui Google ancora oggi dichiara di basarsi per classificare i risultati di ricerca: sono più vivi che mai.

L’autorevolezza del contenuto e del suo autore non sono venuti meno come fattori di visibilità su Google, al contrario, ci sono diverse cose che si possono (anzi, si dovrebbero proprio) fare per dimostrare expertise.

Far sì che Google ti riconosca per l’esperto che sei

In genere sui siti si usava lasciare un generico “redazione” come autore del contenuto. Qualcuno poi ha iniziato a spingersi fino all’inserimento di una foto con nome dell’autore.

esempio di indicazione dell'autore di un articolo sul sito web

Era un espediente più che altro grafico, con il vantaggio però di dare una garanzia in più di autorevolezza e riconoscibilità al lettore.

Queste tecniche basilari possono anche andare bene, ora però c’è qualche opportunità in più da sfruttare in chiave visibilità su Google, associando il tuo nome di esperto in un certo campo agli articoli che scrivi.

“Non so se posso fidarmi del tuo sito web perché sembra obsoleto o perché non so chi siano le persone che scrivono di queste cose.” 

John Mueller

Implementando elementi come una pagina biografica e un box autore marcato a schema (cose che approfondiremo a breve), ti candidi ad ottenere maggiore rilevanza come autore per Google, con 3 possibili vantaggi:

  1. l’aumento della visibilità dei contenuti: un autore con una buona reputazione tende a essere più visibile nei motori di ricerca, grazie alla maggiore credibilità e pertinenza dei suoi contenuti;
  2. miglioramento del CTR (Click-Through Rate), poiché i lettori sono più propensi a cliccare su contenuti provenienti da una fonte affidabile e autorevole;
  3. costruire l’autorità e la fiducia nel proprio settore può portare a menzioni e riferimenti anche al di fuori del proprio sito, ampliando la portata e l’influenza del brand o dell’autore​​.

Ora, se in base a questo ti è saltato in mente di registrare 2483 domini che ti identificano come il nuovo Giorgio Mastrota (massimo esperto italiano di pentolame) per assicurarti di vendere tutti i tuoi set di pentole in acciaio 18/10 in 24 ore… Frena un secondo 😅.

Ottenere i vantaggi descritti sfruttando l’authorship non è qualcosa che accade dalla sera alla mattina.

Devi essere associato con costanza come autore reale di reali contenuti di qualità, non è una cosa che si può spammare, né inventare.

E non si tratta solo di scrivere articoli, ma ogni tassello del mosaico che riconduce a te online deve raccontare la stessa storia…

“Ok Roby, ma nel concreto di che parli, cosa mi serve sul sito?!”

Dammi fiducia che tra un attimo ci arrivo.

Box Autore e Marcatura Schema: ovvero come offrire il tuo identikit a Google

Una rondine non fa primavera: per dimostrare autorevolezza a Google, la tua “entità nel web” deve inviare segnali diversi e credibili, provenienti da piattaforme differenti.

E quindi: in che modo Google può capire esattamente cosa è scritto da te?

Il primo passo è la marcatura schema del box autore che inserisci nelle tue pagine e contenuti che pubblichi sul sito comprendente:

  • Link alla tua pagina bio
  • Link ai tuoi social media
  • Foto che usi anche sugli altri profili online
author box su wordpress da marcare a schema

Il tuo sito dovrà comprendere anche una pagina dedicata a te: con la Bio dell’autore, con il collegamento ai tuoi social e con quanti più riferimenti possibili alla tua persona.

Ti prendo un esempio a caso.

C’è questo tizio che fa il consulente SEO, un certo Roberto Serra, non so se lo conosci. Ecco lui sul suo sito ha creato una pagina che spiega chi è e cosa fa Roberto Serra.

Hai visitato la pagina? Bene, concordo con te che nelle foto non è che venga benissimo, però quella pagina è un po’ quello che Big G si aspetta di trovare quando entra in un sito e cerca di capire chi sei.

Cosa accade se Google non trova quel tipo di pagina o altri tipi di riferimenti? Fonti attendibili attestano che la sua reazione potrebbe essere la seguente:

Ricostruzione scientificamente accurata del volto e reazione degli algoritmi di Google che si domandano chi sei

Se vuoi che agli algoritmi di Google accada questo, beh, sei una cattiva persona…

Ma andiamo avanti.

Un elemento come l’author box che ti ho mostrato prima deve avere la cosiddetta marcatura person perché questo indica direttamente al motore di ricerca chi è quella persona.

Per marcatura si intende un codice (o microdato) che viene inserito nell’HTML di un sito web per aiutare i motori di ricerca a comprendere meglio il contenuto delle pagine.

Questo tipo di marcatura utilizza il vocabolario di schema.org, una collaborazione tra Google, Bing, Yahoo! e Yandex, creata per standardizzare i dati strutturati sul web.

Ora, non dimenticare una cosa fondamentale: la coerenza degli elementi è decisiva per evitare che Google faccia confusione. Ci deve essere uniformità tra tutti gli elementi che compongono il tuo puzzle sul web. 

Quindi anche su LinkedIn e compagnia bella devi avere:

  • la stessa foto del box autore;
  • la stessa descrizione breve che hai inserito nel box;
  • gli stessi elementi di riconoscibilità del profilo.

Perché fare tutto ciò? Perché Google alla fine, sebbene ormai sia molto avanzato, ragiona ancora in base al riconoscimento di pattern.

Tanto più ripeti dei pattern, tanto più Google può comprendere con esattezza chi sei e cosa fai, collocandoti correttamente all’interno del suo knowledge Graph, la rete di conoscenza usata da Google per migliorare i risultati di ricerca con informazioni raccolte da diverse fonti.

Un esempio? Ti presento Bill Gates, non so se lo conosci, ma insomma è uno che ha lavorato molto bene (quasi quanto me😂) alla sua pagina bio e infatti guarda cosa fa Google quando lo cerchi online:

bill gates nel knowledge graph
In effetti Bill è più fotogenico di me, niente da dire

Sa benissimo chi è, cosa fa, a quali persone e attività è collegato, insieme a tutte le sue informazioni biografiche.

bill gates nel knowledge graph
Google sembra saperne qualcosa di costui, giusto qualcosina

Ora, poniamo il caso che io e Bill scriviamo in contemporanea un contenuto su come funziona un sistema operativo a caso, tipo Microsoft.

A parità di altri fattori è ovvio che il suo contenuto rankerà meglio del mio una volta pubblicato, perché Bill Gates è SUPER-MEGA autorevole sull’argomento, è una fonte estremamente affidabile. Ovviamente la presenza del box autore non ti trasforma automaticamente in un mega esperto ma il concetto è che può però aiutarti a costruire una, oggi più preziosa che mai, reputazione.

La Google Authorship secondo la mia esperienza

Se sei arrivato a questo punto, forse ti starai chiedendo come puoi creare il box autore.

Beh, sappi che ci sono diversi plugin per farlo in pochi click. Lo stesso WordPress ne ha di validi al suo interno.

Ma per me il tema qui non è spiegarti il “come si fa”, ma farti capire l’importanza di curare questi aspetti al pari dei tantissimi altri che fanno parte di un metodo strategico di posizionamento su Google: indispensabili per ottenere qualsiasi risultato.

Mi preme farlo proprio perché le nozioni di partenza intorno alla SEO oggi mi sembrano un po’ troppo semplificate, tipo così:

STEP ✈️METODO “PRIMI SU GOOGLE DOMATTINA PRESTO”✈️CHECK-LIST
1spammare nel sito X mila contenuti senza stare troppo a pensare come e perchéFATTO
2mettere le parole chiave come il cacio sui maccheroniFATTO
3comprare un casino di backlink a caso perché mi hanno detto che serve e che altrimenti mia moglie si incazzaFATTO
😶‍🌫️Authorship Autore – Core Web Vitals – Marcature a Schema – Ottimizzazione on-page – Architettura del sito – Pagine Obiettivo – UX – Link Interni etc… etc…BOH! 🦦
Tabella riassuntiva del metodo “primi su Google domattina sul presto” + elementi ignoti destinati all’oblio perpetuo

Fare contenuti di qualità, usare strategicamente le parole chiave e ottenere backlink assicurandoti di affidarti al giusto servizio di link building, sono aspetti super-importanti, è ovvio!

Ma sono solo parti del tutto.

Il punto è che il posizionamento su Google non si ottiene per magia perché hai fatto quelle 3 cose, ma è l’insieme di queste + tante e tante altre azioni che alla fine ti portano al risultato (e non è nemmeno garantito). Una di queste è proprio l’inserimento dell’author box nel tuo sito.

Se non ce l’hai ti consiglio caldamente di inserirlo e assicurarti che riconduca a una persona.

Come dici? Non hai nessuno da inserire come autore? Beh, puoi sempre inventarti qualcuno, divertirti a costruire un personaggio credibile da inserire come autore nel sito…

Comunque vada, non far mancare all’autore dei tuoi contenuti una pagina con bio e tutti i parametri che abbiamo visto in precedenza.

L’importante è che non lasci “redazione”.

Potrà sembrarti un dettaglio, ma credimi, alla fine è la somma della cura di tutti questi “dettagli” che porta all’efficacia di un progetto web.

🏆Takeaways

  1. La Google Authorship è un biglietto da visita digitale per accrescere la visibilità e la credibilità dei tuoi contenuti sul web.
  2. Utilizzare l’autorevolezza, per aumentare la fiducia e l’engagement dei lettori, contribuisce a una migliore performance SEO e ti aiuta se vuoi essere inserito correttamente nel Google Knowledge Graph.
  3. Cura la pagina dell’autore sul tuo sito web, includendo dettagli significativi e pertinenti che rafforzano la tua identità professionale attraverso la marcatura Person di schema.org da inserire nel tuo sito.
  4. Crea un box autore chiaro e organizzato con collegamenti alla tua pagina biografica e ai tuoi social media. Nel farlo, mantieni coerenza nelle informazioni attraverso tutte le piattaforme, comprese le immagini e le biografie su diversi siti e social media.
  5. Il box autore non è solo un elemento grafico, ma un potente strumento per dichiarare la tua autorevolezza a Google, specialmente se sei verticale in un settore.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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