Passiamo ore a far produrre articoli perfetti, video geniali, podcast che fanno venire voglia di smettere di ascoltare tutto il resto… e poi li usiamo una sola volta. E li lasciamo lì, a prendere polvere. Per poi rincominciare ogni volta da capo.
L'altro giorno parlavo con un cliente e mi ha detto: 'Siamo anni che produciamo sempre nuovi contenuti ma raggiungere le persone è un macello, è sempre più difficile.'. Presente la frustrazione? Se la risposta è sì, sappi che la strategia Waterfall è una delle attività più impattanti che ho avuto modo di validare e testare con mano in questi ultimi anni. Creare nuovi contenuti è utile, ma se ci pensi non è forse ancora più utile diffonderli bene?
Come riciclare i contenuti usando il metodo “Waterfall”
Presente quelle cose che possono fare una differenza incredibile, di cui tanti sono a conoscenza ma che poi alla fine nessuno porta a casa? Ecco, secondo me il Waterfall è esattamente una di queste.
Il concetto di “waterfall dei contenuti” è semplice: prendi un contenuto principale di grande valore, come un articolo dettagliato o un video approfondito, e lo fai a pezzi, lo distribuisci e lo declini in diversi formati. L’idea è di creare una cascata di versioni adattate dello stesso contenuto che possono essere programmate e sparpagliate su diversi canali.
I vantaggi di questo approccio sono numerosi ma se c’è una cosa che proprio mi piace è l’idea di poter lavorare 2 giorni potendone poi programmare almeno 14!
Questo approccio non solo massimizza la visibilità, ma rende il lavoro delegabile e molto più gestibile. Inoltre, molti dei contenuti secondari, se sono evergreen, possono essere riutilizzati nuovamente a distanza di mesi, garantendo così una presenza costante sulle diverse piattaforme, senza dover sempre reinventare la ruota.
È un po’ come dice il detto: “del maiale non si butta via niente”. Non solo è efficace, ma è anche utile e pragmatico, l’esatto contrario del reinventare ogni giorno da capo.
Questo approccio fa sì che il tuo contenuto arrivi ovunque.
- Video brevi per TikTok? Ce l’hai.
- Citazioni per LinkedIn? Fatto.
- Un lungo approfondimento per YouTube? Certo.
Se hai capito che spezzettare e distribuire i contenuti ovunque sia essenziale, è ancora più importante farlo tenendo conto della soglia d’attenzione che gli utenti dimostrano sulle diverse piattaforme.
Ad esempio, TikTok e Instagram si trovano alla base di quella che possiamo chiamare la piramide dell’attenzione: qui la gente ha la stessa capacità di concentrazione di un pesce rosso ubriaco in giro per locali alle 4 del mattino… In questo scenario, è fondamentale cercare di spostare l’utente verso i piani più alti della piramide, dove l’attenzione è magiore e il pubblico più predisposto a dedicare tempo e interesse.
Qui occorre trasformare la curiosità iniziale in un vero e proprio interesse per il contenuto di valore.
YouTube si trova a un livello superiore della piramide, dove la soglia d’attenzione è un attimo più alta e il pubblico potrebbe perciò essere disposto a dedicare alcuni minuti al tuo contenuto. Ad esempio, un utente è molto più predisposto a seguire un video di cinque minuti su YouTube rispetto a quanto sarebbe disposto a farlo all’interno di un social network come TikTok, dove il contesto e le aspettative degli utenti richiedono contenuti molto più brevi e immediati.
Nei pressi dell’apice della piramide, abbiamo il blog dove gli utenti sono più propensi a immergersi completamente in un contenuto di valore, dedicandoci anche decine di minuti. Qui diventa fondamentale spostare gli utenti verso la newsletter, che oggi rappresenta, l’apice, il goal massimo, uno degli strumenti più efficaci.
Quando qualcuno si iscrive alla nostra newsletter, ci sta espressamente dicendo che vuole ricevere informazioni da noi, e questo è tutt’altro che banale: rappresenta un livello di fiducia e interesse altissimo.
Inoltre, una volta che le persone hanno visitato il nostro blog, possono entrare a far parte dei nostri elenchi di remarketing, dandoci la possibilità di seguirle anche in seguito per spingerli ad iscriversi alla newsletter!
Questo ci permette di migliorare la nostra visibilità su quel pubblico, a patto di avere una strategia di contenuti e comunicazione efficace. Altrimenti, rischiamo di fare solo volantinaggio digitale, intasando l’attenzione del pubblico come fanno tutti gli altri, senza ottenere risultati concreti.
🤌🤌🫵
PS: Se dopo aver letto questo passaggio non ti iscrivi alla mia newsletter sei una brutta persona
Che tu stia scrivendo i contenuti in prima persona o stia pagando qualcuno per farlo, è fondamentale capire dove questi si posizionano in questa piramide per adattare il messaggio di conseguenza, senza una chiara strategia che tenga conto della soglia di attenzione del pubblico e del giusto canale, rischi di buttare soldi dalla finestra. Capire il contesto è tutto.
Quindi, prima di tutto, il tuo contenuto va scelto con intelligenza (naturale).
Come?
Ecco come:
- Rilevanza: Il contenuto deve rispondere a un problema specifico del tuo target. Se non è rilevante, stai solo urlando nel vuoto.
- Versatilità: Deve poter essere declinato in diversi formati: testo, immagini, video. Più adattabile è, meglio è e per questo è bene che venga predisposta una struttura che ti dia tutto già pronto al copia incolla.
- Longevità: Se è un contenuto evergreen, cioè qualcosa che rimane utile e interessante per molto tempo, hai fatto bingo.
- Attrattività: Deve catturare l’attenzione, che sia in forma completa o in piccole pillole. Se il contenuto principale non è coinvolgente, diventa impossibile fare un bel “waterfall”.
Dividere e Conquistare: La Suddivisione in Vari Formati
Immagina di avere un articolo lungo e pieno di valore. Ora, facciamo a pezzi quel gioiellino per renderlo utile su ogni canale possibile.
✅ Post sui Social: Prendi citazioni e frasi potenti e trasformale in piccoli post testuali per LinkedIn, e Facebook. Ogni pezzo deve essere autonomo, ma intrigare abbastanza da far venire voglia di saperne di più. Una citazione efficace può essere paragonata a un teaser di un film: deve lasciare l’utente con la curiosità di scoprire di più con l’obiettivo di spostarlo verso il blog, per poi spingerlo in newsletter.
✅ Video Brevi e Lunghi: Prendi l’articolo e creane dei video. I video brevi (1-2 minuti) funzionano alla grande su TikTok e Instagram. È importante anche ricavare due o tre domande da ciascun video lungo per realizzare dei video da 1 o 2 minuti.
L’articolo stesso può fornire queste domande, che poi diventano la base per qualche micro video da pubblicare su tutti i social, incluso YouTube.
Io ad esempio uso le domande frequenti che trovi alla fine di ogni mio articolo.
Le metto per fini SEO, ma poi le riciclo per fare micro video in stile domande e risposte…
Anche se hai già pubblicato il video relativo all’articolo lungo su YouTube, questi video brevi possono essere inseriti negli YouTube Shorts, che rappresentano un ulteriore canale per aumentare la visibilità. In questo modo, sfruttiamo ogni parte del contenuto e aumentiamo le possibilità di raggiungere il pubblico con formati diversi.
✅ Caroselli di Immagini e Infografiche: Quando hai tanti dati o punti chiave, li puoi mettere in infografiche o caroselli. Ad esempio, una volta che hai più articoli, puoi creare dei caroselli di immagini utilizzando magari dei titoli con semplici immagini di sfondo diverse: questi funzionano particolarmente bene su LinkedIn.
Inoltre, per ciascun articolo puoi sfruttare grafici o immagini contenute all’interno per creare ulteriori post su Facebook, LinkedIn, X e Instagram. L’idea è che, basandoci sempre sull’articolo principale, possiamo generare delle immagini che diventano a loro volta altri post, creando ulteriori occasioni di visibilità da poter programmare nel calendario mensile. Le immagini, grazie alla loro versatilità, si prestano molto bene a qualunque tipo di social media.
Distribuire, Distribuire, Distribuire
Una volta che il contenuto è stato frammentato e rielaborato, è il momento di distribuirlo su ogni canale. Ma non in maniera casuale. È essenziale adattare ogni versione del contenuto al canale giusto e comprendere dove il pubblico ha più probabilità di recepirlo efficacemente.
Social Media: Su Instagram e TikTok, dobbiamo fare rumore con video brevi e citazioni accattivanti. Su LinkedIn, possiamo permetterci di essere più seri e di entrare nei dettagli.
YouTube: Qui possiamo pubblicare sia video brevi che lunghi. È una piattaforma per chi vuole approfondire, quindi diamogli tutto quello che serve.
Blog e Sito: Qui il contenuto principale può essere pubblicato in modo più approfondito. L’utente che arriva qui è alla ricerca di informazioni e vuole saperne di più.
Newsletter: Integrare questi contenuti nella tua newsletter è un ottimo modo per generare engagement. Gli articoli possono diventare una sorta di digest settimanale o mensile da inviare a chi si è iscritto alla newsletter, magari – io faccio così – accompagnati da una piccola introduzione unica e personale. Il concetto è sempre lo stesso: fare un recap di quello che è stato pubblicato durante la settimana, sfruttandolo per mandarlo anche su questo canale. È molto importante, in questo caso, rinviare la newsletter a chi non l’ha aperta, verificando sempre questa condizione. Inoltre, la newsletter stessa può diventare un post per avvisare le persone che sta per uscire.
Pubblicare in anticipo un post che annuncia la newsletter, dove parliamo di qualcosa di interessante, non solo aiuterà a popolare la lista, ma creerà un’ulteriore occasione per generare un post settimanale o mensile.
Calendario Editoriale: La Magia dell’Organizzazione
Ora, per fare in modo che tutto questo funzioni davvero, devi avere un piano. Non puoi pubblicare a caso sperando che qualcosa funzioni. Per riuscirci occorre avere un calendario editoriale settimanale o mensile, definendo in modo chiaro quanti post pubblicare su ogni canale e quando farlo. Usare strumenti professionali come Postpickr può certamente aiutare a programmare tutto in anticipo.
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Ricorda: la frequenza è importante, ma la qualità ancora di più. Un contenuto di alta qualità cattura l’interesse del pubblico, favorisce l’engagement e crea una connessione duratura. Investire nella qualità significa garantire che il messaggio sia efficace e rilevante, aumentando così la probabilità di ottenere risultati concreti. La strategia va adattata in base a come reagisce il pubblico. Se vedi che certi contenuti ottengono più engagement, punta di più su quelli.
Una volta che pubblicato tutto occorre poi capire se ha funzionato. Monitorare le metriche di engagement, visualizzazioni e click-through rate (CTR) è fondamentale per comprendere se si sta procedendo bene.
Attenzione alla soglia d’Attenzione!
Alla fine della fiera, l’intero concetto di “waterfall dei contenuti” ruota intorno alla capacità di comprendere dove si trova il tuo pubblico e quanto sia disposto a darti attenzione. Se sei su Instagram, non provare a convincerli con un saggio di 2.000 parole: nessuno ha il tempo per quello. Se sono sul tuo blog, prenditi il tuo tempo e sforzati di dargli il cazzotto da KO.
Se sei arrivato a leggere fino a qui, significa che hai capito quanto può essere potente trasformare un contenuto in tante varianti: testi, video, immagini, ognuno adattato ai vari canali per massimizzare la visibilità.
Il punto non è fare milioni di interazioni, non siamo influencer! Il punto è poter programmare quanti più canali potendo così usufruire di un’enorme opportunità di visibilità al fine di incrementare visite, contatti e vendite.
Ma cosa succede quando riesci davvero a catturare la loro attenzione e portare il tuo contenuto ovunque? Beh, è lì che inizia la parte più interessante… e i risultati potrebbero sorprenderti.
Hai bisogno di supporto per creare il tuo “Waterfall” dei contenuti? Se anche tu sei della scuola “del maiale non si butta via niente” sai dove trovarci, contattaci per una consulenza!
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