AI Engine di WordPress: l’ennesima falla di sicurezza mette a rischio 100.000 siti

Anita Innocenti

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Tra falle di sicurezza e patch frettolose, l’ennesima vulnerabilità del plugin AI Engine per WordPress mette a rischio migliaia di siti, sollevando dubbi sulla sostenibilità di un’innovazione che sembra anteporre la velocità alla sicurezza.

Una nuova falla critica è stata scoperta nel popolare plugin AI Engine di WordPress, la quinta dall'inizio del 2025. La vulnerabilità permette a un utente con account 'abbonato' di caricare file malevoli e prendere il controllo del sito, mettendo a rischio oltre 100.000 installazioni. Nonostante una patch sia stata rilasciata, il problema solleva seri interrogativi sulla sicurezza strutturale del plugin e sull'approccio allo sviluppo frettoloso nell'ambito IA.

Un copione che si ripete, ma il conto lo paghi tu

Ci risiamo.

Se hai un sito in WordPress e hai installato il plugin AI Engine per cavalcare l’onda dell’intelligenza artificiale, ho una notizia che non ti piacerà. È stata scoperta l’ennesima falla di sicurezza critica, una di quelle che permettono a un malintenzionato con un semplice account da “abbonato” – il livello più basso e innocuo, per intenderci – di caricare file malevoli e, potenzialmente, prendere il controllo del tuo sito.

Un disastro annunciato che mette a rischio più di 100.000 installazioni.

Ti suona familiare?

Dovrebbe.

Perché questa non è una sfortunata coincidenza, ma l’ultimo episodio di una serie preoccupante. Parliamo della quarta vulnerabilità scoperta solo nel mese di luglio, la quinta dall’inizio del 2025. Se allarghiamo lo sguardo al 2024, il conto sale vertiginosamente. Diciamocelo, qui non si tratta più di un incidente di percorso, ma di un problema strutturale, un pattern che si ripete con una puntualità quasi comica, se non fosse che a pagarne le conseguenze sei tu.

Viene da chiedersi se, installando questo strumento, abbiamo davvero aggiunto un assistente intelligente al nostro business o se, piuttosto, abbiamo spalancato una porta di servizio per chiunque abbia voglia di entrare.

La corsa alla patch che non risolve il problema

Certo, come da manuale, gli sviluppatori hanno prontamente rilasciato una nuova versione, la 2.9.5, per “mettere una pezza” al problema. Un applauso per la rapidità, ma la vera domanda è un’altra.

Quante altre toppe dovremo applicare prima di renderci conto che la struttura è marcia alla base?

Come riportato su Search Engine Journal, la falla derivava da una banalissima assenza di controllo sul tipo di file caricati tramite API. Un errore da principianti, una svista che in un plugin così diffuso e delicato non dovrebbe nemmeno esistere.

Questa fretta di tappare i buchi, senza mai fermarsi a ripensare l’intera architettura, puzza di sviluppo frettoloso. Sembra quasi che la foga di stare al passo con la moda dell’IA abbia fatto passare in secondo piano l’aspetto più importante di tutti: la sicurezza di chi usa questi strumenti.

Affidarsi a soluzioni che richiedono interventi costanti per non crollare è sostenibile?

O stiamo solo posticipando un problema più grande?

E se questa vulnerabilità non fosse che la punta dell’iceberg, il sintomo di una malattia molto più estesa che affligge non solo questo plugin, ma l’intero approccio all’innovazione “a tutti i costi”?

Quando l’intelligenza artificiale diventa il tuo tallone d’Achille

Il caso di AI Engine, infatti, non è un incidente isolato. È il perfetto esempio di come l’integrazione selvaggia di nuove tecnologie, specialmente complesse come l’intelligenza artificiale, possa trasformarsi in un incubo per la sicurezza.

Ogni nuova funzionalità, ogni collegamento a un servizio esterno, diventa un potenziale punto di rottura, una nuova crepa nel muro che protegge il tuo lavoro e i dati dei tuoi clienti.

Ci si riempie la bocca di “innovazione” e “ottimizzazione”, ma chi si assume la responsabilità quando le cose vanno male?

Gli esperti di sicurezza, non a caso, lanciano l’allarme, evidenziando come la fiducia cieca negli sviluppatori e nei loro cicli di aggiornamento possa essere mal riposta. Suggeriscono un approccio più cauto, perché affidarsi a un componente che ha dimostrato una tale fragilità ricorrente è un rischio calcolato male.

La vera intelligenza, forse, non sta nell’adottare senza riserve ogni nuova tecnologia che il mercato propone, ma nel capire quando il prezzo da pagare per un’innovazione apparente è, semplicemente, troppo alto.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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