Apple e il pasticcio Siri: tra promesse mancate e lotte interne, che fine farà l’assistente vocale?

Anita Innocenti

Tra lotte interne e ritardi imbarazzanti, il futuro dell’assistente vocale di Apple è sempre più incerto, con possibili scenari che vanno dal rebranding alla sostituzione.

Apple sta incontrando significative difficoltà nel rinnovare Siri con l'intelligenza artificiale generativa, accumulando ritardi dovuti anche a frizioni interne tra i vertici. La situazione ha spinto l'azienda ad autorizzare l'uso di modelli linguistici di terze parti. Promesse non mantenute e azioni legali complicano ulteriormente lo scenario, lasciando il futuro di Siri incerto.

Ti ricordi tutte le fanfare su come Apple avrebbe rivoluzionato Siri con l’intelligenza artificiale generativa?

Beh, sembra che a Cupertino stiano facendo decisamente più fatica del previsto. Il grande progetto per dare una nuova vita a Siri, un’iniziativa ambiziosa per ricostruire l’assistente usando i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), sta accumulando ritardi su ritardi, spingendo questa revisione AI ben oltre i tempi previsti, nonostante l’urgenza interna. E non parliamo di piccoli intoppi, ma di scadenze mancate per funzionalità chiave che erano attese come l’acqua nel deserto da noi utenti.

Ma cosa sta succedendo davvero dietro le quinte?

Dietro le quinte di cupertino: quando i capi non si parlano (o quasi)

Quando un progetto di questa portata arranca, spesso la colpa non è solo della tecnologia che, per carità, è complessa.

Pare che ci sia maretta tra i piani alti di Apple.

Da una parte avremmo Craig Federighi, il gran capo del software, che, a quanto si dice, non è mai stato un fan sfegatato di questi investimenti colossali nell’AI generativa, forse fiutando il rischio di un buco nell’acqua o chissà quali altre complicazioni. Dall’altra, John Giannandrea, il guru dell’intelligenza artificiale di Apple, che invece preme sull’acceleratore come se non ci fosse un domani.

Immagina la scena: due pezzi da novanta che, invece di remare all’unisono, tirano la barca in direzioni opposte…

…non proprio la ricetta ideale per sfornare capolavori, vero?

E infatti, questa tensione interna, come descritto da Patently Apple, avrebbe già causato più di qualche passo falso strategico e ritardi che definire imbarazzanti è poco.

Si vocifera persino di demo interne che andavano avanti con video pre-registrati perché la tecnologia ‘live’, quella vera, semplicemente non era pronta all’uso.

Ti sembra il modus operandi di un’azienda che ha fatto dell’eccellenza il suo biglietto da visita?

Con questa aria tesa, quali sono state le contromosse, o forse le “pezze”, che Apple sta cercando affannosamente di mettere?

Apple corre ai ripari? Tra LLM esterni e grane legali

Di fronte a questo pantano, persino un colosso abituato a dettar legge come Apple deve, a quanto pare, ingoiare qualche boccone amaro. E così, quella che sembrava un’eresia fino a un attimo fa, sta diventando una realtà quasi surreale: gli ingegneri di Apple ora avrebbero il via libera per utilizzare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) sviluppati da terze parti.

Proprio così, hai capito bene.

Dopo anni passati a predicare il vangelo del “tutto fatto in casa”, ora si aprono le porte a tecnologie esterne.

Una mossa dettata dalla disperazione per recuperare il terreno perso o una fredda e lucida strategia per non rimanere completamente tagliati fuori dalla corsa all’AI?

Ai posteri l’ardua sentenza, come si suol dire.

Fatto sta che, nel frattempo, i guai non sembrano voler dare tregua. Le promesse mancate iniziano a pesare come macigni, e non solo sulla reputazione dell’azienda.

Si parla infatti di diverse class-action partite negli Stati Uniti, come riportato da Fonearena, proprio perché alcune funzionalità di Siri basate sull’AI, sbandierate ai quattro venti con la solita enfasi, non hanno mai visto la luce del sole.

Immagina la scena: ti pubblicizzano una fuoriserie e poi ti consegnano un’utilitaria con il motore che tossisce.

Non proprio una bella figura per un brand di questo calibro, eh?

E la reputazione di Siri, già non propriamente alle stelle, rischia di colare a picco come piombo nell’acqua.

Ma allora, cosa dobbiamo realisticamente aspettarci per il futuro?

Siri diventerà finalmente l’assistente intelligente e proattivo che tutti sogniamo o è destinata a rimanere l’eterna “promessa mancata” dell’intelligenza artificiale?

Wwdc 2025 e oltre: Siri al bivio, tra rebranding e… sostituzione?

Le voci che circolano in vista della prossima Worldwide Developers Conference (WWDC) del 2025 non sono esattamente quelle che definiresti rassicuranti per i (pochi?) fan rimasti di Siri. Anzi, alcuni insider piuttosto attendibili, come Mark Gurman di Bloomberg, citato in diversi report (ad esempio su 9to5Mac), suggeriscono che Apple potrebbe addirittura tentare una mossa disperata: cercare di “nascondere” Siri, separandola il più possibile dal nuovo e fiammante brand “Apple Intelligence”. L’obiettivo? Evitare che la cattiva nomea dell’assistente vocale vada a contaminare anche le nuove iniziative sull’AI.

Diciamocelo francamente: sarebbe un po’ come cambiare nome a un prodotto palesemente difettoso sperando che la gente, magicamente, se ne dimentichi.

Secondo te, funzionerà una strategia del genere?

Io ho i miei seri dubbi.

E come se non bastasse questo scenario già abbastanza complicato, ci si mettono pure le normative a gettare altra benzina sul fuoco. In Europa, per esempio, si fa sempre più concreta e insistente la possibilità che gli utenti possano finalmente scegliere un assistente virtuale predefinito diverso da Siri sui dispositivi Apple, come ben descritto da Digital Trends.

Immagina un iPhone dove, invece del solito “Ehi Siri”, potresti dire “Ehi Alexa” o “Ok Google” per attivare l’assistente che preferisci.

Un bello smacco per Apple, che ha sempre fatto del suo ecosistema chiuso e blindato un vanto e una leva di marketing.

Certo, per noi utenti potrebbe essere una vera manna dal cielo, finalmente un po’ di sana e meritata concorrenza che potrebbe solo portare benefici.

Insomma, il futuro di Siri sembra più ingarbugliato di una matassa di cavi dimenticata dietro la scrivania. Apple riuscirà a tirare fuori il classico coniglio dal cilindro e a trasformare questo progetto, al momento zoppicante, in un successo degno della sua fama, magari sfruttando quelle tecnologie avanzate che tanto decantava TechWire Asia come la vera, prossima rivoluzione?

Oppure siamo di fronte all’ennesima, clamorosa occasione sprecata da un gigante tecnologico che, a volte, sembra più interessato a vendere hardware luccicante che a offrire software davvero all’avanguardia e, soprattutto, funzionante?

Staremo a vedere, ma una cosa è certa: la strada per Siri è tutta in salita, e i competitor non stanno certo a guardare con le mani in mano.

Tu che ne pensi?

Ce la farà la mela morsicata a rimettersi in carreggiata, o questo ritardo è solo la punta dell’iceberg di problemi ben più profondi, come quelli analizzati da AIBase che parlano di strumenti AI per la scrittura posticipati di mesi e dei tanto attesi Genmoji arrivati con un ritardo imbarazzante?

La domanda, come sempre quando si parla di questi colossi, resta drammaticamente aperta.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

6 commenti su “Apple e il pasticcio Siri: tra promesse mancate e lotte interne, che fine farà l’assistente vocale?”

  1. Federica Serra

    davvero incredibile come Apple, che sembrava avere tutto sotto controllo, ora sia in questo pasticcio. Hai mai provato a usare Siri? A volte pare che non capisca nemmeno l’italiano!

  2. Ma che fine ha fatto Siri? Io l’ho sempre usata per le cose più semplici, ma ora sembra quasi un dinosauro! 😂 Mi chiedo se Apple stia davvero pensando a un rebranding o se finiremo per utilizzare assistenti di terze parti. Hai qualche idea su cosa potrebbe succedere?

    1. Stefano Benedetti

      Hai detto benissimo! È ridicolo come Siri sembri più un pesce fuor d’acqua. Anch’io l’ho usata per il promemoria, ma ora? Se non cambiano marcia, rischiano di perdere il treno! Che ne pensi?

      1. Hai colto nel segno! Anch’io mi chiedo se Siri sia diventata un relitto del passato. Magari dovrebbero prendere spunto da altri assistenti, perché così non va proprio! Che ne pensi?

  3. Riccardo Villa

    Hai ragione, è un vero pasticcio. Io ho provato a chiedere a Siri di impostare un promemoria e mi ha risposto con un “Non sono sicuro di capire”. 🤦‍♂️ Sembra che abbiano perso il filo del discorso! Chissà se riusciranno a rimanere al passo con la concorrenza…

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