Freschezza contenuti SEO: Ahrefs ha davvero detto che non conta?

Anita Innocenti

La freschezza dei contenuti è un mito da sfatare oppure un fattore da considerare con le dovute precauzioni? Approfondiamo cosa c’è di vero.

Circolano voci basate su affermazioni di Ahrefs secondo cui Google non darebbe peso alla freschezza dei contenuti SEO. L'articolo analizza questa tesi, spiegando che la realtà è più complessa: l'importanza della data varia in base alla query (QDF). Aggiornare i contenuti per mantenerli rilevanti, accurati e conformi ai principi E-E-A-T resta fondamentale, indipendentemente dalle dichiarazioni dei tool provider.

Ahrefs ci dice che la freschezza non conta? Andiamoci piano

I pezzi da novanta di Ahrefs, quelli del famoso tool SEO che usiamo anche noi per tenere d’occhio un po’ di metriche, se ne sono usciti dicendo che Google, in fondo, della freschezza dei contenuti se ne infischia altamente. “Debunked!”, avranno titolato Oltreoceano, come se avessero scoperto l’acqua calda o smascherato chissà quale complotto.

Ogni volta che una di queste grandi aziende di software tira fuori la “verità definitiva” su come funziona Google, a me personalmente viene sempre un mezzo sorriso. Non perché non abbiano dati, per carità, ne avranno a vagonate, ma perché spesso queste “rivelazioni” servono più a far parlare di loro che a cambiare davvero le carte in tavola per chi, come te, sgobba ogni giorno per portare a casa risultati.

Ma quindi, questa storia della freschezza è davvero tutta una montatura come vogliono farci credere?

Dire che la freschezza non conta nulla è una semplificazione che, diciamocelo, lascia il tempo che trova.

La verità, come spesso accade quando si parla di Google e dei suoi misteriosi algoritmi, è un tantino più sfumata.

Non è che Google si sveglia la mattina e dice: “Oggi premio i contenuti vecchi come il cucco!”. Piuttosto, come spiegato anche da Ahrefs stessa nella sua definizione di Query Deserves Freshness (QDF), il gigante di Mountain View cerca di capire quando la freschezza è davvero importante per te che stai cercando.

Se cerchi “risultati ultima partita di Serie A”, è ovvio che vuoi notizie freschissime, non il tabellino di una partita del ’98, giusto? Ma se cerchi “storia dell’Impero Romano”, un contenuto ben fatto di qualche anno fa potrebbe essere ancora oro colato.

Come riportato anche da Backlinko nella sua analisi dei fattori di ranking, la recency del contenuto è un segnale, ma il suo peso varia enormemente.

Insomma, non è un interruttore on/off.

Quindi, dobbiamo buttare nel cestino la strategia di aggiornare i contenuti?

Assolutamente no, e chi ti dice il contrario probabilmente sta cercando di venderti l’ultima trovata miracolosa. Il punto non è tanto la data di pubblicazione in sé, quanto la rilevanza e l’accuratezza continua del tuo contenuto rispetto a quello che le persone cercano e si aspettano di trovare.

Se il mondo va avanti e il tuo articolo parla ancora di strategie SEO che andavano di moda quando c’erano i dinosauri, capisci bene che un “refresh” non è solo consigliabile, ma necessario.

E non si tratta di cambiare una virgola o la data, ma di intervenire seriamente per mantenere il contenuto valido, utile e, soprattutto, in linea con l’intento dell’utente e i criteri di Esperienza, Competenza, Autorevolezza e Affidabilità (il famoso E-E-A-T), come sottolineano anche le analisi sull’efficacia degli aggiornamenti.

Quindi, più che credere ciecamente alle “sentenze” di questo o quel colosso dei tool,

La vera domanda che dovresti porti è: Il mio contenuto risponde ancora al meglio delle sue possibilità alle domande dei miei clienti, oggi?

Perché alla fine, è questo che fa davvero la differenza, non certo la data scritta in fondo all’articolo.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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