Google lancia AI mode: è la vera svolta dell’AI?

Anita Innocenti

Tra promesse di rivoluzione e timori per la privacy, la nuova AI Mode di Google punta a trasformare la ricerca online, ma dovrà fare i conti con le gaffe del passato e la concorrenza agguerrita.

Google ha presentato "AI Mode" al Google I/O 2025, una nuova funzionalità basata su Gemini 2.5 che mira a rivoluzionare la ricerca online. Promette di comprendere domande complesse e integrarsi con le app personali (opzionale), offrendo risposte altamente personalizzate. Dopo le controversie sulle AI Overviews, sorge il dubbio se questa sia la vera svolta attesa o un ennesimo tentativo di Google di competere nell'AI, bilanciando utilità e preoccupazioni sulla privacy.

Google scatena la sua nuova arma AI: ma sarà davvero la svolta che aspettavi?

Allora, mettiti comodo perché Google, quel colosso che ormai conosciamo bene, ne ha tirata fuori un’altra delle sue. Stiamo parlando di “AI Mode”, una novità presentata in pompa magna durante l’ultimo Google I/O 2025 che, a detta loro, dovrebbe rivoluzionare il modo in cui cerchi le cose online.

Sfruttando il loro ultimo gioiellino, Gemini 2.5, promettono di capire anche le tue domande più astruse, quelle che sembrano un rebus, e di darti risposte intelligenti pescando informazioni perfino dalle tue app collegate, come Gmail.

Sembra fantascienza, vero?

O forse un film già visto con un finale non proprio da Oscar?

Perché, diciamocelo, non è la prima volta che Google ci prova.

Ti ricorderai sicuramente il polverone alzato dalle AI Overviews l’anno scorso: lanciate con grandi speranze, hanno sì raggiunto – stando ai dati di Google stessa, come riportato su blog.google – ben 1,5 miliardi di persone in 200 Paesi, ma si sono anche distinte per qualche gaffe memorabile, tipo consigliare la colla sulla pizza.

Insomma, un debutto con luci e parecchie ombre.

E ora ci riprovano.

Ma cosa cambia davvero con questa AI Mode?

Sarà la volta buona o solo un altro tentativo di farci digerire un’intelligenza artificiale che a volte sembra un po’ troppo… artificiale?

“Intelligenza” potenziata (o invasiva?): ecco cosa ti offre davvero AI mode

Bene, andiamo a vedere più da vicino cosa bolle in pentola con questa AI Mode. Google ci dice che con questa nuova scheda potrai finalmente fare conversazioni sensate con il motore di ricerca, con suggerimenti che sembrano cuciti su misura per te. Immagina: hai prenotato un volo e, come per magia, l’AI Mode ti propone mostre d’arte in quella città, tutto perché ha “letto” le tue email.

Comodo, certo, ma ti fa anche un po’ drizzare le antenne sulla privacy, non trovi?

E non è finita qui.

Hanno sfornato anche una “Deep Research”, una funzionalità che, a loro dire, scandaglia centinaia di fonti in contemporanea, presentandoti poi un bel riassunto con mappe, immagini e testo, il tutto in un’interfaccia che si adatta al volo. Pare che i primi fortunati che l’hanno provata abbiano iniziato a fare domande lunghe il doppio o il triplo del solito, come se stessero chiacchierando con un amico super informato.

Peccato che questo “amico” a volte abbia dimostrato di avere qualche défaillance, come descritto da TechCrunch, che non ha mancato di ricordare le vecchie figuracce.

E mentre Google sbandiera i miglioramenti di Gemini 2.5, la competizione non sta certo a guardare: OpenAI e Perplexity sono lì, pronte a dare battaglia.

La domanda sorge spontanea: questa AI Mode sarà davvero quel salto di qualità che ci aspettiamo, o è più un modo per Google di tenere il passo, magari sacrificando un po’ della nostra privacy sull’altare della personalizzazione spinta?

E, a proposito di privacy, Google assicura che l’integrazione con le app è opzionale.

Sarà, ma il dubbio che una volta attivata diventi difficile farne a meno un po’ rimane, no?

Tra numeri da capogiro e vecchi fantasmi: Google gioca la sua partita più difficile

E così, mentre l’AI Mode si prepara a sbarcare su tutti i nostri schermi, Google ci bombarda con numeri che dovrebbero convincerci della sua genialità. Parlano di una crescita delle query di oltre il 10% nei mercati principali come Stati Uniti e India grazie alle AI Overviews, e di un coinvolgimento degli utenti che, a quanto pare, non fa che aumentare. Il loro nuovo modello, Gemini 2.5 Flash, si sarebbe addirittura piazzato secondo in una classifica importante per le capacità di ragionamento multimodale (almeno secondo quanto dicono loro, le verifiche indipendenti aspettiamo ancora di vederle). Ma, come ben sappiamo, i numeri da soli non raccontano tutta la storia.

Il vero banco di prova per questa AI Mode, come spiegato anche in un’analisi video dettagliata (YouTube), sarà riuscire a farci dimenticare gli scivoloni passati e a convincerci che questa volta l’equilibrio tra risposte utili e personalizzazione “intelligente” (senza diventare invadente) è stato finalmente trovato. Staremo a vedere se Google riuscirà a scrollarsi di dosso l’immagine di un’azienda che a volte sembra più interessata a raccogliere i nostri dati che a fornirci un servizio impeccabile. La sfida è aperta: convincere noi utenti, sempre più smaliziati e attenti, che questa ennesima evoluzione dell’AI sia davvero un passo avanti per tutti, e non solo per i bilanci di Mountain View.

Tu che ne pensi?

Ci cascherai di nuovo?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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