Google riscrive le regole del gioco culinario offrendo ricette interattive, ma i creatori di contenuti temono che questa mossa possa oscurare i blog di cucina, privandoli di traffico e visibilità.
Google testa ricette interattive basate sull'AI nei risultati di ricerca tramite AI Overviews, promettendo personalizzazione agli utenti. La novità, accessibile via Search Labs, preoccupa però i blog di cucina, temendo un calo del traffico. È parte della strategia globale AI di Google.
Google mette l’ai in cucina: ricette interattive o morte dei blog?
Google non si ferma più con la sua spinta sull’intelligenza artificiale e ora sta mettendo le mani in pasta, letteralmente, testando una nuova funzionalità interattiva per le ricette direttamente nei risultati di ricerca.
Immaginati di cercare una ricetta e, invece dei soliti link blu, trovarti davanti a dei caroselli dinamici che ti suggeriscono idee, ti permettono di sostituire ingredienti al volo o di adattare il tutto alle tue esigenze, tipo passare da un piatto di carne a uno vegetariano con un click.
Tutto questo grazie alle AI Overviews, quella roba che sta apparendo sempre più spesso sopra i risultati classici, per ora disponibile solo iscrivendosi a Search Labs, come riportato da Search Engine Roundtable.
Bello, no?
Forse.
Ma la domanda sorge spontanea: è davvero un aiuto per chi cerca ispirazione o l’ennesimo modo per Google di tenere gli utenti incollati alla sua pagina, senza farli cliccare altrove?
Questa novità non è solo un gadget tecnologico; è un cambiamento che potrebbe stravolgere il modo in cui troviamo e usiamo le ricette online.
Pensa alla comodità: puoi filtrare le ricette, cambiare quel formaggio che non ti piace, eliminare ingredienti a cui sei allergico e persino esportare il tuo piano pasti personalizzato su Google Docs o Gmail, funzionalità che Google aveva già anticipato nel suo blog a maggio 2024.
Damien Ansieau, un esperto SEO, ha condiviso un video su X mostrando come funziona: un’interfaccia pulita, veloce, che ti dà la pappa pronta.
Ma se la pappa te la dà Google, chi va più a visitare i blog di cucina che quelle ricette le hanno create, testate e fotografate con passione?
E qui casca l’asino, perché la medaglia ha sempre due facce…
Il conto amaro per i creatori di contenuti
Per i blogger di cucina questa “innovazione” suona più come una campana a morto. Già nel 2023, con l’introduzione della Search Generative Experience (SGE), molti avevano storto il naso vedendo Google riassumere le loro ricette direttamente nei risultati, spingendo i loro siti sempre più in basso nella pagina.
Ora, con queste AI Overviews interattive, la situazione rischia di peggiorare. Glenn Gabe, un consulente SEO molto noto, ha sottolineato proprio questo: i risultati organici, quelli dei siti “veri”, vengono ulteriormente penalizzati. Lily Ray, un’altra esperta del settore, parlava già di un “catch-22”: per piacere a Google devi scrivere contenuti lunghi e pieni di personalità, ma poi arriva l’AI e li riassume, vanificando i tuoi sforzi.
Come se non bastasse, l’aggiornamento dell’algoritmo di marzo 2025 ha dato un’altra mazzata a tanti siti di lifestyle e ricette, con cali di traffico anche superiori al 50%, stando a quanto descritto da Search Engine Land.
Google, tramite Danny Sullivan, continua a dire che premia i contenuti di alta qualità e che bisogna dimostrare valore aggiunto.
Ma viene da chiedersi:
valore aggiunto per chi?
Per l’utente finale o per Google stessa, che così rafforza il suo monopolio sull’informazione?
Il dubbio è legittimo, soprattutto se guardiamo questa mossa non come un episodio isolato, ma come parte di una strategia molto più ampia…
La strategia globale di Google: AI ovunque, per tutti (o quasi)
Questo esperimento sulle ricette non nasce dal nulla. Fa parte di un piano ben preciso di Google per integrare l’intelligenza artificiale generativa in ogni angolo della ricerca. Le AI Overviews, infatti, stanno comparendo sempre più spesso – uno studio di Semrush citato da Search Engine Land parla del 13% delle ricerche negli USA – e non solo per domande informative, ma anche commerciali.
E non si fermano ai confini americani: Google sta espandendo queste funzionalità in altri paesi come Turchia, Svezia e Olanda, probabilmente in vista di annunci più grandi al prossimo Google I/O.
Dietro a tutto questo c’è una macchina potente, che include il Shopping Graph con i suoi 45 miliardi di prodotti, un database enorme che permette a Google di “fare la ricerca al posto tuo”, come hanno dichiarato loro stessi.
L’obiettivo sembra chiaro: diventare l’unico punto di accesso all’informazione, rendendo quasi superflui i siti originali.
Ma siamo sicuri che accentrare tutto questo potere nelle mani di una sola azienda sia un bene per l’ecosistema digitale e per la diversità delle voci online?
Mentre Google continua a presentare queste novità come progressi pensati per l’utente, resta da vedere quale sarà il prezzo reale pagato dai creatori di contenuti e, forse, dalla nostra stessa capacità di scoprire informazioni al di fuori della bolla algoritmica.
La partita è appena iniziata, e il futuro della ricerca online è tutto da scrivere.
Staremo a vedere.