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Contattaci ora →Una mossa che potrebbe significare più opzioni per le aziende, ma anche una maggiore concentrazione di potere nelle mani dei giganti tech
Sundar Pichai di Google ha annunciato una partnership tra Google Cloud e OpenAI, rendendo i modelli di OpenAI disponibili sulla piattaforma Google. Questa mossa strategica rimescola le carte nel settore AI, consentendo a Google di attrarre clienti e rafforzare la sua infrastruttura come fornitore chiave, un'ammissione pragmatica della forza attrattiva di OpenAI.
Una mossa che sa di pragmatismo strategico
Diciamocelo, fino a ieri Google e OpenAI (sostenuta pesantemente da Microsoft) se le davano di santa ragione sul campo dell’intelligenza artificiale. Google ha i suoi modelli, come Gemini, e ha sempre spinto per farli adottare tramite la sua infrastruttura.
Allora perché aprire le porte al principale concorrente?
La risposta è più semplice e forse meno nobile di quanto si possa pensare: il mercato.
Microsoft, con la sua partnership strettissima con OpenAI, ha creato un pacchetto quasi inscindibile che sta attirando un’enorme fetta di clienti aziendali su Azure. Google, probabilmente, si è resa conto che combattere questa alleanza solo con i propri modelli rischiava di diventare una battaglia in salita.
Così, ha scelto una via diversa: se non puoi batterli sul fronte del modello, allora attira i loro clienti offrendo loro la tua infrastruttura. È una mossa pragmatica, quasi un’ammissione che, al momento, il brand OpenAI ha una forza di attrazione che non si può ignorare.
Questa alleanza, presentata come un’opportunità per tutti, non nasconde forse una realtà molto più complessa per chi, come te, deve scegliere da che parte stare?
Più scelta per te o più potere per loro?
In teoria, per te che gestisci un’azienda, questo significa più opzioni. Puoi scegliere di usare i modelli di OpenAI ma farli girare sull’infrastruttura di Google, magari perché la trovi più performante o perché hai già altri servizi lì.
Suona bene, no?
Eppure, c’è un rovescio della medaglia.
Questa mossa potrebbe anche essere letta come un ulteriore passo verso la concentrazione del potere nelle mani di pochissimi giganti tecnologici. Invece di una competizione aperta, stiamo assistendo a una spartizione del mercato dove le uniche opzioni valide sono combinazioni diverse degli stessi, enormi, attori.
Pichai, che ha costruito la sua carriera su scommesse audaci come il lancio di Chrome contro un Internet Explorer dominante, sa bene che nel business della tecnologia non si vince solo con il prodotto migliore, ma anche con le alleanze e il controllo delle piattaforme.
Il punto è che questa mossa non riguarda solo il presente, ma mira a definire chi detterà le condizioni del futuro dell’intelligenza artificiale.
L’infrastruttura come vero campo di battaglia
Alla fine, il vero obiettivo di Google potrebbe non essere quello di promuovere i modelli di OpenAI, ma di consolidare il proprio ruolo di fornitore di infrastruttura indispensabile. Facendo girare i modelli più richiesti del momento sui suoi server e con i suoi chip (i TPU), Google si assicura che una fetta importante del business dell’AI passi comunque dalle sue casse.
L’entusiasmo di Pichai, quindi, potrebbe essere meno per la collaborazione in sé e più per la prospettiva di rendere Google Cloud il terreno di gioco obbligato per chiunque voglia fare sul serio con l’intelligenza artificiale, a prescindere dal modello che sceglie. È una strategia a lungo termine per non restare tagliati fuori dalla partita più importante del decennio.
La domanda che resta aperta è: in questa partita a scacchi tra colossi, il progresso tecnologico che ci viene promesso è il vero obiettivo, o solo una conseguenza inevitabile di una spietata battaglia per il dominio del mercato?
Ma che mossa è? Google fa un passo indietro, ammettendo la superiorità altrui. Pragmatismo da manuale, mica da AI. Vediamo se questa alleanza regge o è solo fumo negli occhi.
Cretino. Google vende a chi offre di più. Sempre il solito gioco.
Il mercato. Il dio denaro muove tutto. Pragmatismo, non genio.
Beh, questo sì che è un colpo di scena! 🎭 Da un lato, più opzioni per noi poveri mortali digitali; dall’altro, i soliti giganti che si spartiscono la torta dell’AI. 🍰 Interessante vedere come il pragmatismo vinca sempre, anche quando si tratta di sfide titaniche. 😉 #AI #Google #OpenAI
Il mercato, un drago che divora rivalità. Giganti che danzano con i concorrenti? Teatralità pura.
Il mercato. Sempre lui. 🙄 Che casino. 😬 Speriamo non ci controllino troppo. 😨
Mi pare che il mercato, questo grande orchestrare di scelte, abbia appena composto un nuovo movimento, un duetto tra giganti che finora si guardavano in cagnesco. Chissà se questa convivenza forzata porterà a sinfonie armoniose o a qualche stonatura clamorosa.
Un altro capitolo nell’eterna commedia del dominio tecnologico. Che nobile ammissione di debolezza.