Tra promesse di rivoluzioni e ombre sulla privacy, ecco cosa cambia (e cosa no) con l’ultima evoluzione dell’intelligenza artificiale di Google
Google ha presentato i nuovi Gemini 2.5 Pro e Flash all'I/O 2025, potenziando modelli e contesto. Annunciato Gemini Live, assistente interattivo con accesso a camera/schermo. La Ricerca Google si trasforma con l'AI Mode. Nonostante le promesse, l'articolo solleva interrogativi su privacy, controllo e l'impatto reale di queste innovazioni rispetto al marketing strategico del colosso tech.
Google Gemini si rifà il trucco: ma è tutto oro quello che luccica?
Google, dal palco del suo evento I/O 2025, ha srotolato il tappetto rosso per le ultime meraviglie della sua intelligenza artificiale Gemini.
Tra annunci roboanti di “salti epocali” e promesse di rivoluzionare il nostro modo di interagire con la tecnologia, la domanda sorge spontanea:
Quanta di questa è vera innovazione che ci cambia la vita e quanta è, diciamo, abile mossa di marketing per tenerci incollati al loro ecosistema?
Perché, diciamocelo, quando questi colossi della tecnologia presentano le loro creature, un po’ di sana diffidenza non guasta mai.
Gemini 2.5: più potente, ma a che gioco giochiamo?
Partiamo dai “muscoli” di questa nuova generazione Gemini. Ci raccontano che il modello Gemini 2.5 Pro sia diventato il campione indiscusso nelle classifiche che misurano la qualità dell’interazione uomo-AI, con punteggi stratosferici come il 1420 ELO nella WebDev Arena, come riportato da Search Engine Journal.
Vantano una “finestra di contesto” da un milione di token, che tradotto per noi comuni mortali significa poter analizzare contemporaneamente una quantità enorme di dati, tipo oltre cento documenti di ricerca o tre ore di video.
Suona impressionante, vero?
E poi c’è Gemini 2.5 Flash, più efficiente del 30% nel consumo di “token” (la “benzina” di questi sistemi) mantenendo buone prestazioni.
Gli sviluppatori, stando al blog ufficiale di Google DeepMind, avranno anche nuovi strumenti per capire meglio come “pensa” l’AI e budget di “pensiero” estesi per problemi complessi.
Tutto molto bello, ma la domanda è: questa corsa alla potenza bruta e ai benchmark, spesso autoreferenziali, serve davvero a risolvere i nostri problemi quotidiani o è più una gara tra titani per vedere chi ce l’ha più lungo… il codice?
E questa “trasparenza” nel pensiero dell’AI, sarà reale o solo un altro modo per farci credere di avere il controllo?
E mentre ci fanno sognare con queste capacità sovrumane, come si inserisce tutto questo nel nostro lavoro e nella nostra vita, al di là dei laboratori di ricerca?
Gemini Live: l’assistente AI che ti guarda negli occhi (e nel telefono)
Passiamo a Gemini Live, l’assistente che, a quanto pare, diventerà il nostro nuovo compagno di avventure digitali (e non solo). La grande novità, disponibile gratuitamente su Android e iOS secondo il blog di prodotto Google, è la possibilità di condividere fotocamera e schermo. Immagina di poter mostrare all’AI un oggetto fisico o un problema sul tuo PC per ricevere aiuto in tempo reale. Google afferma che le conversazioni con questa modalità sono già cinque volte più lunghe rispetto a quelle testuali, e presto si integrerà con Google Workspace per gestire calendari e attività.
Sembra comodo, no?
Un assistente sempre pronto, che capisce al volo cosa ti serve.
Ma qui sorge un altro dubbio: questa interazione sempre più “umana” e visiva, che prezzo ha in termini di privacy? Dare accesso alla nostra fotocamera e al nostro schermo a un’intelligenza artificiale, per quanto evoluta, non ci espone a rischi che forse non consideriamo appieno? E questa “gratuità”, siamo sicuri che non la pagheremo in altri modi, magari con i nostri dati usati per affinare ulteriormente questi sistemi o per profilarci ancora meglio?
Ma l’impatto di Gemini non si ferma qui, perché sta per stravolgere un altro pezzo grosso dell’universo Google: la ricerca.
Sei pronto a vedere come?
La ricerca Google cambia faccia (di nuovo): AI al comando, ma chi beneficia davvero?
Google sta introducendo una nuova “AI Mode” che, come descritto da TechRadar, metterà Gemini al centro dei risultati di ricerca, combinando analisi complesse con strumenti visivi per lo shopping, come la prova virtuale dei prodotti.
Uno studio di Growth Memo, citato da SOCi.ai, rivela che il 72% degli utenti sotto i 35 anni considera le “AI Overviews” (le risposte generate dall’AI in cima ai risultati) come definitive, anche se poi un buon 61% va comunque a controllare su piattaforme social come Reddit.
Questo, come sottolinea un analista di SOCi, non è una semplice evoluzione della SEO, ma una vera e propria rivoluzione. I professionisti del marketing, abituati a ottimizzare per parole chiave, dovranno ora concentrarsi sul costruire fiducia in contesti generati dall’AI.
Bello, ma sorge una domanda: questa spinta massiccia verso risposte preconfezionate dall’AI non rischia di appiattire il pensiero critico e la scoperta casuale che spesso caratterizzava la navigazione web?
E quanto controllo avrà Google nel decidere cosa l’AI ci mostrerà come “verità”?
Mentre i creatori si entusiasmano per strumenti come Veo 3, che genera video con audio, il 43% dei ricercatori AI esprime preoccupazioni sull’impatto dei media sintetici sull’integrità dell’informazione.
Google risponde parlando di watermarking SynthID e investimenti in “etica AI” – ben 75 milioni di dollari, come annunciato durante il loro keynote I/O.
Basteranno a fugare i dubbi, o sono solo una foglia di fico su un treno in corsa che nessuno sa bene dove ci porterà?
Intanto, i dati di Comscore indicano che già il 58% delle ricerche USA attiva queste AI Overviews. Le aziende potranno accedere a queste novità da giugno tramite Vertex AI, mentre per noi utenti comuni il rollout avverrà gradualmente.
Preparati, perché il modo in cui cerchi e trovi informazioni online potrebbe non essere più lo stesso.
E chissà se sarà davvero un miglioramento per tutti.
Uhm, io sono sempre scettico su queste novità. Una volta ho provato un AI che prometteva troppo e… beh, deluso!
Sì, bellissime promesse, ma io aspetto sempre il “ma”. E la privacy? Non mi fido mai al 100%!
Ma dai, Google ci ha abituati a queste presentazioni spettacolari! 😅 Una volta ho provato un assistente vocale che sembrava geniale, ma alla fine era più un giocattolo. La privacy mi preoccupa sempre, ma sono curioso di vedere come gestiranno questa nuova era di AI. Che ne pensate?
Sinceramente, sono curioso ma anche scettico. Una volta mi hanno convinto a provare un AI, è stata una delusione! 😂
Ma alla fine, ci servirà davvero o è solo fuffa? 😅