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Gemma 3n promette IA tascabile e rispettosa della privacy, ma i dubbi sull’altruismo di Google e sui reali benefici per gli utenti restano sullo sfondo.
Google ha presentato Gemma 3n, un nuovo modello di intelligenza artificiale open-source progettato per funzionare in modo efficiente su smartphone e tablet. Annunciato all'I/O 2025, mira a portare l'IA potente direttamente sui dispositivi, promettendo privacy e velocità senza dipendere dai server. Utilizza tecniche innovative per ottimizzare memoria e prestazioni, sollevando interrogativi sul suo reale impatto rispetto al marketing.
Google sfodera Gemma 3n: rivoluzione mobile o solita minestra riscaldata?
Allora, mettiti comodo perché Google, durante il suo mega evento I/O 2025, ha tirato fuori dal cilindro l’ennesima novità nel campo dell’intelligenza artificiale: Gemma 3n.
Ce la presentano come un modello open-source che dovrebbe far girare l’IA in modo fluido su smartphone, tablet e portatili anche con poca memoria, tipo meno di 2GB di RAM, come se fosse una passeggiata.
Come riportato da TechCrunch, l’idea è di avere un cervellone IA direttamente sul tuo dispositivo, senza per forza appoggiarsi ai loro maxi-server.
Bello, vero?
Dicono che è “mobile-first” e capace di capire non solo testi, ma anche immagini, audio e video.
Insomma, un vero portento, almeno sulla carta.
Ma la domanda sorge spontanea:
è davvero un passo avanti epocale o l’ennesima mossa di Google per non restare indietro nella corsa all’oro dell’IA?
E parlando di “sulla carta”, cosa c’è sotto il cofano di questa Gemma 3n?
Dicono che ci sono delle innovazioni mica da ridere. Una si chiama “Per-Layer Embedding (PLE) Caching”, che in soldoni dovrebbe far sì che il modello non si ingolfi la memoria caricando solo i pezzi che servono al momento.
Poi c’è la “MatFormer Architecture”, una specie di Transformer dentro un Transformer, che si adatta alla complessità del compito, un po’ come un motore che consuma meno se vai piano. E, ciliegina sulla torta, il “Conditional Parameter Loading”, che evita di caricare moduli inutili – tipo, se non stai usando l’audio, perché appesantire il sistema?
Stando a quanto descritto su KDnuggets, con questi trucchetti un modello da 8 miliardi di parametri riuscirebbe a girare con soli 3GB di memoria, superando addirittura certi concorrenti più blasonati in alcuni test.
Tutto questo fa pensare a un futuro dove l’IA è davvero tascabile e reattiva.
Ma c’è sempre un “ma”, no?
Siamo sicuri che questa efficienza non vada a scapito di qualcos’altro, magari della profondità o della versatilità delle risposte?
Privacy sbandierata e sogni di gloria: cosa bolle davvero in pentola?
La narrativa che ci propongono è quella di un’IA più rispettosa della nostra privacy, perché se tutto gira sul tuo telefono, i tuoi dati non devono fare avanti e indietro per la rete, finendo chissà dove. Gus Martins, il Product Manager di Gemma, ha sottolineato che Gemma 3n condivide l’architettura con Gemini Nano, il che dovrebbe facilitare l’integrazione con Android e Chrome.
Bello, bellissimo.
Ma siamo onesti: quando una big tech come Google parla di privacy, un sopracciglio tende sempre ad alzarsi.
È davvero una mossa altruistica per proteggere i nostri dati o un modo per rendere i loro ecosistemi ancora più indispensabili, legandoci mani e piedi ai loro prodotti?
L’annuncio ufficiale sul blog di Google DeepMind è tutto un tripudio di “open-source” e “accessibilità”, ma il fine ultimo qual è?
Pensiamo anche al contesto: Gemma 3n non nasce dal nulla, ma si inserisce in una famiglia di modelli che, come ci ricorda il blog di Google, puntano a rendere l’IA più accessibile.
La domanda è: accessibile per chi e per fare cosa?
Ci stanno dando gli strumenti per creare o per diventare consumatori ancora più profilati di servizi basati sull’IA?
Dicono che ci saranno integrazioni future con Android e Chrome che potrebbero “rivoluzionare” le app, ma staremo a vedere se questa rivoluzione porterà benefici tangibili a noi utenti o se servirà principalmente a rafforzare la posizione dominante di Google.
E mentre ci promettono un futuro radioso con IA che non ha bisogno di internet, il dubbio che sia un modo per farci digerire meglio l’onnipresenza dell’IA nella nostra vita quotidiana, beh, quello resta.
Ma dai, Gemma 3n su smartphone? Sembra una figata! Ma mi chiedo: quanto ci metteranno a monetizzarla? 😂 Io ho provato altre IA sul telefono e spesso si piantano! Speriamo che questa non sia l’ennesima fuffa. Ma se funziona, sarebbe davvero un game changer! Che ne pensate?