Google lancia LearnLM per l’istruzione: rivoluzione o marketing?

Anita Innocenti

Tra proclami e numeri da capogiro, l’IA di Google promette di rivoluzionare l’apprendimento, ma le ombre sulla trasparenza e l’accesso limitato sollevano dubbi

Al Google I/O 2025, Google ha annunciato LearnLM, una nuova AI basata su Gemini 2.5 Pro per l'istruzione, presentata come un tutor personale adattivo. Nonostante test positivi con "esperti" e promesse di integrazione, emergono dubbi su limiti di accesso, trasparenza del training e la reale efficacia rispetto a iniziative passate, sollevando interrogativi sulle vere intenzioni del colosso tech.

Google e la scommessa sull’IA per studenti: arriva LearnLM, ma cosa c’è sotto?

Dunque, Google ci sta provando di nuovo a entrare di prepotenza nel mondo dell’istruzione, questa volta sventolando la bandiera di LearnLM, una nuova “diavoleria” integrata nei suoi modelli di intelligenza artificiale Gemini. Al Google I/O 2025 hanno fatto il grande annuncio, presentando Gemini 2.5 Pro come il primo modello IA, a detta loro, pensato apposta per insegnare. Hanno detto che tutte queste meraviglie sono ora disponibili tramite gli strumenti di Google per l’educazione e per gli sviluppatori.

Ma, al di là dei proclami, cosa significa davvero per te, per uno studente o per un insegnante?

E soprattutto, c’è da fidarsi ciecamente di queste promesse che suonano sempre così rivoluzionarie?

Bello, eh?

Ma andiamo a vedere se questa intelligenza artificiale è davvero così ‘intelligente’ come vogliono farci credere, o se è la solita fuffa hi-tech impacchettata con un bel fiocco.

Bello sulla carta, ma i numeri e gli “esperti” che dicono?

Quindi, ci raccontano che questo Gemini 2.5 Pro, grazie a LearnLM, dovrebbe essere una specie di tutor personale super avanzato. Immagina un sistema che, almeno sulla carta, si adatta al tuo modo di imparare: ti fa domande che diventano via via più toste se vede che stai capendo, e ti spinge a riflettere sul perché hai dato una certa risposta, un po’ come quel professore che ti faceva sudare sette camicie ma che alla fine ti faceva capire le cose.

La documentazione per sviluppatori di Gemini fa esempi pratici, tipo per preparare un esame, dove l’AI ti bombarda di quiz. E non si ferma al testo: dicono che capisce immagini e audio, quindi potrebbe darti un feedback su un disegno di biologia o aiutarti ad analizzare un documento storico, come descritto con dovizia di particolari sulla pagina di Google Cloud dedicata a LearnLM.

Sembra quasi fantascienza, vero?

E ovviamente, per convincerci che non stanno vendendo fumo, Google ha tirato fuori i numeri: si legge di una valutazione fatta a maggio 2025 con ben 500 “esperti” di pedagogia. Risultato? Gemini 2.5 Pro avrebbe stracciato la concorrenza (nomi noti come GPT-4o e Claude 3.5) su vari parametri dell’apprendimento, come la gestione del carico cognitivo o la stimolazione della curiosità. Gli “educatori” (virgolette d’obbligo quando sono selezionati dall’azienda stessa, non credi?) avrebbero lodato la sua capacità di “guidare senza dettare”.

Tutto molto bello, quasi troppo per essere vero.

Ma la comunità, quella vera, degli sviluppatori e degli utenti, cosa ne pensa di questa ennesima rivoluzione annunciata?

Saranno tutti entusiasti o qualcuno inizia già a storcere il naso, come spesso accade quando le Big Tech ci promettono la luna?

Non è tutto oro quel che luccica

E infatti, non appena si gratta un po’ la superficie patinata delle presentazioni, iniziano a spuntare i primi “ma”. Mentre istituzioni blasonate, magari coinvolte nei test pilota (e chissà con quali accordi), cantano le lodi di LearnLM, tra gli sviluppatori e gli utenti più smaliziati l’entusiasmo è, diciamo, più contenuto.

Per esempio, spulciando alcuni forum di discussione dedicati agli sviluppatori AI di Google, si leggono lamentele sui limiti di accesso: pare che una versione sperimentale di LearnLM avesse un tetto di sole 500 richieste API al giorno.

Una miseria, che fa sorgere il dubbio: ma questa tecnologia meravigliosa sarà davvero per tutti, o solo per chi può pagare profumatamente o rientra nelle grazie di Google?

E poi c’è la solita questione della trasparenza, un tasto dolente quando si parla di queste grandi aziende. Google parla tanto di “AI responsabile”, ma pare che non abbiano coinvolto ricercatori esterni indipendenti nel verificare come sia stato addestrato LearnLM.

Un dettaglio non da poco, quando si parla di formare le menti dei nostri ragazzi, non trovi?

D’altronde, non è la prima volta che Google ci prova: chi non ricorda i suggerimenti grammaticali in Google Docs nel lontano 2016, o più di recente Duet AI per la matematica? Ogni volta è una rivoluzione annunciata, che poi magari finisce per essere solo un altro strumento nelle mani del colosso di Mountain View, utile sì, ma fino a un certo punto.

E per il futuro?

Promettono di integrare LearnLM negli strumenti di analisi di Classroom entro fine anno, per generare report automatici sulle competenze degli studenti. Comodo per gli insegnanti, forse, ma come ha saggiamente osservato qualche voce critica, il vero banco di prova sarà capire se questi strumenti alleggeriranno davvero il lavoro senza sacrificare l’umanità dell’insegnamento, quell’elemento che, diciamocelo chiaramente, nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire.

Tu che ne pensi?

Siamo di fronte a un vero aiuto o all’ennesimo tentativo di mettere le mani su un settore cruciale come quello dell’educazione, magari per raccogliere ancora più dati?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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