Google si adegua agli ordini esecutivi di Trump cambiando i nomi sulle mappe USA, tra polemiche e strategie politiche
Dal 28 gennaio 2025, Google Maps negli USA cambia i nomi: il Golfo del Messico diventa "Gulf of America", Denali torna "Mount McKinley". Segue ordine esecutivo del Presidente Donald Trump. La mossa, vista come affronto alle culture native e provocazione geopolitica, solleva interrogativi sulla neutralità di Google e nazionalismo crescente.
Google si piega (ancora)? Mappe USA con nuovi nomi “patriottici”
Te l’aspettavi?
Google, quel gigante che ci guida ovunque con le sue mappe, sembra aver fatto un’altra delle sue mosse “accondiscendenti”. Il 28 gennaio 2025, infatti, l’azienda ha comunicato che, se ti trovi negli Stati Uniti, preparati a vedere qualche cambiamento: il Golfo del Messico diventerà “Gulf of America” e la maestosa cima di Denali tornerà a chiamarsi “Mount McKinley”.
Una decisione che, come riportato da 10news.com, non arriva dal nulla, ma segue un ordine esecutivo firmato nientemeno che dal Presidente Donald Trump, che impone questi aggiornamenti su tutte le mappe e comunicazioni federali.
E per chi vive fuori dagli USA? Beh, per loro Google mantiene i nomi tradizionali, come a dire “qui comando io, lì fate un po’ come vi pare”.
Viene da chiedersi quanto sia genuina questa “deferenza” alle fonti governative da parte di un’azienda che, diciamocelo, di potere ne ha da vendere.
Ma la storia dietro questi nomi è molto più che una semplice riga di codice su una mappa, non trovi?
Ritorno al passato o mossa politica? il dibattito infiamma gli animi
Quando si toccano i nomi, si toccano nervi scoperti.
Prendiamo Denali: ribattezzata così nel 2015 sotto l’amministrazione Obama per onorare il suo nome indigeno Koyukon, ora si ritrova a fare un salto indietro a “Mount McKinley”.
Chi critica questa scelta la vede come un affronto alle culture native, una vera e propria cancellazione.
Chi la appoggia, invece, parla di ripristinare i legami storici con il presidente William McKinley.
E che dire del “Gulf of America”?
Qui le discussioni si accendono sul piano geopolitico, con molti che ci vedono una mossa puramente simbolica, quasi una provocazione.
La Guardia Costiera USA, tanto per non smentirsi, ha già iniziato a usare la nuova denominazione nelle sue comunicazioni ufficiali.
Google, dal canto suo, si trincera dietro la sua politica di “adeguamento” alle fonti governative, ma la domanda sorge spontanea:
Fino a che punto queste decisioni riflettono la volontà popolare o non sono piuttosto il frutto di agende ben precise?
E con un’opinione pubblica già spaccata, come evidenziato da uno studio del Pew Research Center che vede Fox News e CNN come principali fonti di notizie politiche, la polarizzazione è destinata a crescere.
Ma c’è dell’altro che bolle in pentola, e questi cambi di nome potrebbero essere solo la punta dell’iceberg.
Non solo mappe: Cosa si nasconde dietro la strategia della casa bianca?
Questi cambiamenti cartografici, infatti, non arrivano isolati.
Si inseriscono in un contesto di azioni della Casa Bianca, come la recente firma del “TAKE IT DOWN Act”, una legge che, secondo quanto si legge sul sito ufficiale whitehouse.gov, mira a contrastare la censura online – anche se i critici temono possa avere implicazioni ben diverse per la libertà di espressione.
Alcuni analisti, come discusso in un articolo del PMC NCBI sulla disinformazione politica, ipotizzano che queste mosse facciano parte di una strategia più ampia per rafforzare un certo tipo di narrazione nazionalista, dove l’ “American exceptionalism” diventa il mantra.
Gli storici, però, mettono in guardia: giocare con i nomi e la storia per ottenere vantaggi politici a breve termine rischia di distorcere il patrimonio culturale e ambientale in modo irreparabile.
Insomma, mentre Google aggiorna le sue mappe per gli utenti americani, la vera domanda è:
quale paesaggio culturale e politico si sta cercando di disegnare?
E noi, cittadini e utenti, siamo pronti a navigare in queste acque sempre più agitate?
Staremo a vedere, ma una cosa è certa:
la discussione è appena iniziata.
Ma dai, è pazzesco! Google che si piega come una canna al vento… Anch’io ho sempre pensato che i nomi delle cose abbiano un peso. Sarà interessante vedere come reagiranno le persone a queste “novità”. Che ne pensi?