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Contattaci ora →Dietro la promessa di semplificare l’analisi delle performance si cela una riorganizzazione dei dati esistenti, che solleva interrogativi sul controllo di Google e sulla visione d’insieme per i creatori di contenuti.
Google ha integrato definitivamente Search Console Insights nel pannello principale della Search Console, dicendo addio alla versione beta separata. La mossa mira a semplificare la vita di creator e piccoli imprenditori, offrendo una visione unificata delle performance. Tuttavia, vi sono dubbi sulla reale natura di questa centralizzazione e sul rischio di maggiore dipendenza dagli strumenti di Google per l'analisi dei dati del sito.
Google ti “regala” una nuova Search Console Insights: ma è davvero tutto per te?
Google ha deciso che era ora di fare pulizia e ha annunciato, come riportato sul suo blog per sviluppatori, l’integrazione definitiva di Search Console Insights direttamente nel pannello principale. In pratica, dice addio alla versione beta che viveva di vita propria e unisce tutto in un’unica interfaccia.
La promessa, come sempre, è quella di semplificarti la vita, dandoti una visione d’insieme delle performance del tuo sito senza farti saltare da uno strumento all’altro. Una mossa che, sulla carta, sembra voler aiutare content creator e piccoli imprenditori a capire cosa funziona e cosa no.
Ma dietro questa apparente generosità, cosa c’è davvero?
Cosa cambia davvero (e cosa no) nel nuovo pannello
Analizziamo i fatti. Il nuovo report unificato ti mostra i dati che già conoscevi, ma organizzati in modo diverso.
Troverai i trend di performance, con il totale di click e impressioni da Google Search, per capire subito se stai andando nella direzione giusta o se c’è qualcosa che non va. Ti dice quali sono le tue pagine “campione”, quelle che macinano click, ma anche quelle che stanno perdendo colpi e su cui forse devi intervenire.
Allo stesso modo, mette in evidenza le query di ricerca che portano più traffico e quelle che, al contrario, stanno calando, dandoti qualche spunto (forse) per i tuoi prossimi contenuti. E per la pacca sulla spalla, hanno tenuto la funzione “Achievements”, che ti manda una mail celebrativa quando raggiungi qualche traguardo di click.
Tutto qui?
In sostanza sì.
Si tratta di una riorganizzazione, un modo più ordinato di presentare informazioni che, in gran parte, erano già a tua disposizione. La vera domanda è se questo nuovo ordine faccia parte di un disegno più grande.
Un pezzo del puzzle, non la soluzione magica
Questa mossa non arriva dal nulla. Fa parte di una serie di aggiornamenti che Google ha rilasciato nel corso dell’anno. A gennaio c’era stata una revisione della gestione degli utenti per dare più controllo sui permessi. Poi, ad aprile, l’introduzione dei dati orari nell’API, per analisi sempre più granulari. Insomma, Google sta mettendo insieme i pezzi, creando un centro di comando sempre più completo e integrato.
La domanda sorge spontanea:
Tutta questa centralizzazione serve davvero a semplificarti la vita, o a tenerti più stretto nel suo mondo, facendoti dipendere sempre di più dai suoi strumenti e dalle sue metriche?
Certo, avere dati più accessibili è un vantaggio, ma il rischio è di finire per guardare solo ciò che Google decide di mostrarti, perdendo di vista il quadro generale.
Tra dati più chiari e il solito controllo di Big G
Diciamocelo, la vecchia versione beta di Insights era un po’ goffa e separata dal resto. Averla integrata è, oggettivamente, più comodo.
Ma non dobbiamo cadere nella trappola di pensare che questo strumento sia la risposta a tutti i nostri problemi. Google ti dà i dati, è vero, ma li interpreta e te li presenta secondo la sua logica, che non sempre coincide con i tuoi obiettivi di business.
Ti dice quali pagine “performano bene” sul suo motore di ricerca, ma non ti dice nulla sulla qualità di quel traffico o su cosa fanno davvero gli utenti una volta atterrati sul tuo sito.
Lo strumento è lì, ed è innegabilmente un passo avanti in termini di usabilità. Ma la vera partita si gioca altrove: nel capire le persone, non solo i grafici che Google decide di mostrarti.
Usalo, certo, ma con occhio critico e la consapevolezza che è solo una piccola parte della storia.
La parte che Big G vuole che tu legga.
Un’ottima mossa per chi si affida a Google. Speriamo solo che la “semplificazione” non nasconda qualche sorpresa.
Ottima notizia! La centralizzazione snellisce il lavoro. Google punta a dare più strumenti. Vediamo come queste novità cambieranno le carte in tavola per i creator. Un nuovo capitolo si apre per l’analisi dati!
La semplificazione è un’arma a doppio taglio; attendiamo di vedere se questa mossa faciliterà o limiterà la nostra analisi.
Già, semplificare. Chissà se questa mossa ci lascerà più liberi o più legati alle loro decisioni, come sempre. Un po’ di scetticismo non guasta, diciamocelo.
Un palcoscenico unificato. Ma il sipario nasconde altro? Temo ci sia un copione già scritto.