Google: Caos nelle SERP post-aggiornamento e la “grande dissociazione” delle AI Overviews

Anita Innocenti

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La volatilità delle SERP di Google continua a generare caos, con classifiche instabili e un calo del traffico organico nonostante il buon posizionamento.

Nonostante la conclusione dell'aggiornamento Google di giugno 2025, la volatilità nelle SERP è anomala. Le AI Overviews intercettano enormi fette di click, creando una "grande dissociazione": un ranking elevato non garantisce più traffico. Il caos solleva dubbi sulla sostenibilità del modello attuale, spingendo gli esperti a riconsiderare la dipendenza esclusiva da Google.

L’aggiornamento di giugno è finito, ma la tempesta nelle SERP di Google è appena iniziata

L’aggiornamento di Google di giugno 2025 doveva essere un capitolo chiuso, archiviato ufficialmente il 17 luglio. Eppure, a giorni di distanza dalla sua conclusione, le classifiche di ricerca continuano a subire scossoni così violenti da far pensare che la vera partita sia appena cominciata.

Diversamente da quanto accade di solito, dove dopo un update segue un periodo di assestamento, questa volta la turbolenza non si è placata. Anzi, come riportato da Search Engine Roundtable, i giorni successivi al 17 luglio hanno mostrato picchi di instabilità che sfidano ogni logica, lasciando chi lavora online con il fiato sospeso e un’unica, grande domanda: cosa sta succedendo davvero a Google?

Questa volatilità anomala non si limita a un semplice rimescolamento di posizioni.

La situazione è ben più complessa e, per certi versi, paradossale, con dinamiche che sembrano quasi una beffa per chi investe tempo e risorse nella creazione di contenuti di valore.

La “grande dissociazione”: quando il ranking non porta più traffico

Il problema più evidente, che sta facendo discutere animatamente la comunità SEO, è che anche chi riesce miracolosamente a mantenere un buon posizionamento si ritrova spesso con un pugno di mosche in mano. Le AI Overviews, le risposte generate dall’intelligenza artificiale che Google mostra in cima ai risultati, stanno di fatto intercettando una fetta enorme di click.

Alcune analisi, come descritto da UniRanks, evidenziano un calo del tasso di click-through (CTR) tra il 15% e il 30% per le pagine che, pur essendo in cima, si vedono sovrastate dalla risposta preconfezionata di Google.

Si sta assistendo a quella che gli esperti chiamano la “grande dissociazione”: un ranking elevato non è più garanzia di traffico.

È come avere una vetrina bellissima in una via principale dove però nessuno può più entrare perché un muro gli blocca l’accesso.

A gettare benzina sul fuoco c’è anche un’instabilità senza precedenti nei risultati locali, che colpisce duramente le attività con una forte connotazione territoriale, come le università, che vedono le loro pagine sparire e riapparire senza un criterio apparente.

Ma allora, se la causa non è solo l’aggiornamento appena concluso, da dove nasce questo caos?

La solita risposta di Google? Un invito a guardare altrove

Mentre professionisti e aziende cercano di decifrare questi segnali, da Mountain View arriva il solito, laconico mantra: “concentratevi sulla creazione di contenuti di qualità”. Una risposta che suona quasi stonata di fronte a un sistema che sembra penalizzare proprio chi cerca di farlo.

Gli analisti del settore, come quelli di Coalition Technologies, suggeriscono che non si tratti di un semplice assestamento, ma di una ricalibrazione molto più profonda degli algoritmi di Google, dove diversi sistemi si sovrappongono creando effetti imprevedibili.

La sensazione è che Google stia cambiando le regole del gioco a proprio vantaggio, trasformando il suo motore di ricerca in una sorta di “giardino recintato” dove l’utente trova tutto ciò che cerca senza mai dover uscire. Una mossa che, se da un lato può sembrare intelligente per trattenere gli utenti, dall’altro solleva un dubbio enorme sulla sostenibilità di un modello che per anni si è basato sullo scambio reciproco di valore con i creatori di contenuti.

La domanda, a questo punto, non è più come recuperare posizioni, ma se ha ancora senso dipendere esclusivamente da un attore che, con una mossa, può cambiare il destino di migliaia di attività.

Forse, il vero messaggio nascosto in questo caos è che è arrivato il momento di smettere di guardare solo a Google e iniziare a costruire la propria strada.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

12 commenti su “Google: Caos nelle SERP post-aggiornamento e la “grande dissociazione” delle AI Overviews”

  1. Clarissa Graziani

    Ah, il SEO. Un eterno ritorno dell’uguale, ma con più AI a confondere le acque. Mi chiedo se Google abbia mai letto un suo manuale.

  2. Nicolò Sorrentino

    Le AI Overviews cambiano le regole del gioco. Il ranking è solo una parte della medaglia. Dobbiamo esplorare nuove vie per raggiungere il pubblico.

  3. La cosiddetta “dissociazione” tra ranking e traffico, favorita dalle AI Overviews, pone interrogativi notevoli sulla validità delle metriche tradizionali. Si direbbe che il buon vecchio SEO abbia bisogno di un aggiornamento.

    1. Google ci sta mostrando la sua versione dell’efficienza, bravo. Ora come vendiamo qualcosa a ‘sto punto, se il traffico non arriva più?

      1. Lorena Santoro

        La volatilità SERP post-aggiornamento, un classico. Quel calo di traffico, poi, è una nota dolente. Chissà se l’AI saprà fare di meglio del ranking.

        1. Che situazione strana! 😟 Il ranking alto non porta visite. Serve un nuovo approccio. La tecnologia cambierà tutto. ✨

  4. Emanuele Barbieri

    La chimera delle SERP instabili svela un futuro incerto per il traffico. La dissociazione è un’ombra in agguato.

    1. Chiara De Angelis

      Google, bella mossa. 🙄 Solita giostra. Chi l’avrebbe mai detto che affidarsi a “intelligenze” inventate avrebbe creato… problemi? 🤷‍♀️ #SEO #AI #Chaos

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