Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →Un accordo tra Google e Sparkasse per verificare l’età online potrebbe aprire la strada a un sistema di identificazione digitale centralizzato, sollevando preoccupazioni sulla privacy e il controllo dei dati personali
Google ha siglato un accordo con Sparkasse, colosso bancario tedesco, per introdurre un sistema di verifica dell'età online tramite accesso bancario in Europa. L'iniziativa, presentata come un modo per rispettare il Digital Services Act (DSA) senza condividere dati sensibili, è vista da Google come una soluzione comoda e sicura. Tuttavia, associazioni come l'EFF avvertono sui seri rischi per l'anonimato e la privacy digitale, temendo un futuro di controllo onnipresente.
Google e le banche: la strana coppia per controllare la nostra età online
Ti sei mai chiesto come faranno, un giorno, a sapere se sei abbastanza grande per vedere un certo contenuto online?
Bene, quel giorno è più vicino di quanto pensi.
Google ha appena annunciato un accordo con Sparkasse, il colosso bancario tedesco che serve qualcosa come 50 milioni di persone. L’idea, sulla carta, è semplice: invece di dover caricare la tua carta d’identità ogni volta che un sito ti chiede l’età, potrai usare il tuo accesso bancario per confermare che sei maggiorenne.
Un clic e via, senza condividere dati sensibili come la tua data di nascita esatta.
Comodo, no?
Google la presenta come una grande vittoria per la privacy e la sicurezza, come descritto sul loro blog ufficiale. Ma, diciamocelo, quando un gigante come Google si muove, non lo fa mai per beneficenza.
Questa mossa, infatti, non è un’iniziativa isolata, ma si inserisce in un piano ben più grande che sta prendendo forma in Europa e che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui viviamo il web.
Dietro le quinte: la fretta dell’Europa e le ambizioni nascoste
Perché tutta questa fretta di verificare l’età?
La risposta sta a Bruxelles. L’Unione Europea, con il suo Digital Services Act (DSA), ha messo i grandi operatori online, specialmente quelli del settore pornografico e del gioco d’azzardo, con le spalle al muro: o trovate un modo efficace per proteggere i minori, oppure le multe saranno salatissime.
La Commissione Europea ha già avviato indagini formali contro le principali piattaforme per adulti, come riportato sul sito della Commissione stessa. Google, quindi, non sta facendo altro che anticipare i tempi, posizionandosi come il partner tecnologico indispensabile per rispettare queste nuove, stringenti regole.
E le banche?
Sparkasse, ad esempio, non sta solo offrendo un servizio di identità; sta anche lavorando per lanciare il trading di criptovalute direttamente dalla sua app, come riportato da AINvest.
Vedi il quadro che si sta componendo?
La stessa entità che garantisce la tua identità digitale potrebbe presto diventare anche il tuo broker.
E mentre le istituzioni applaudono a questa soluzione, vendendola come un passo avanti per la sicurezza, ci sono voci critiche, come quella dell’Electronic Frontier Foundation (EFF), che lanciano un allarme che dovremmo ascoltare con molta, molta attenzione.
Il prezzo della comodità: cosa stiamo rischiando davvero?
Qui arriviamo al punto dolente. Affidare la nostra identità digitale a un’alleanza tra un gigante dei dati come Google e il nostro istituto bancario solleva domande serie. L’EFF, in un suo approfondimento, non usa mezzi termini, definendo questi sistemi un “pericolo” per il nostro diritto all’anonimato online.
Oggi ti chiedono la verifica dell’età per un sito per adulti, domani per accedere a un social network, e dopodomani per leggere un articolo di giornale che esprime un’opinione scomoda?
Il rischio, come sottolinea l’EFF, è quello di creare un sistema di identificazione onnipresente, dove ogni nostra azione online è legata indissolubilmente al nostro nome, cognome e, in questo caso, anche al nostro conto in banca.
Questo sistema, presentato come una soluzione per la nostra sicurezza, rischia di diventare uno strumento di controllo senza precedenti.
La vera domanda, quindi, non è se questo sistema sia comodo, ma a chi serve davvero.
E, soprattutto, siamo disposti a pagare un prezzo così alto in cambio di un clic in meno?
Ah, la grande alleanza tra il gigante digitale e le banche per… la nostra età. Una trovata geniale per il controllo.
Un piano audace. Due mondi si fondono. La carta d’identità digitale si avvicina. L’occhio sul mio limite d’età, un conto è. Le nostre vite, un libro aperto. Chi legge?
Controllo età? Benissimo. Almeno sapremo chi è ancora minorenne online.
Un velo cade. La banca, il motore di ricerca. Chi tesse questa tela?