Grok di Musk: i companion AI attirano l’attenzione, ma è il modello Grok 4 a generare ricavi

Anita Innocenti

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Tra scandali e provocazioni, il successo di Grok non si misura nei download dei companion AI, ma nella potenza del modello Grok 4, che convince gli utenti a mettere mano al portafoglio

La strategia di Elon Musk per Grok ha visto i controversi companion AI, Ani e Bad Rudi, aumentare i download dell'app. I dati rivelano però che il vero motore dei ricavi per xAI è stato il lancio del potente modello Grok 4. Gli utenti, pur attratti dal marketing provocatorio, hanno premiato la sostanza e la potenza tecnologica, mostrando una chiara preferenza per l'AI avanzata.

Grok di Musk: i companion AI attirano l’attenzione, ma è il modello Grok 4 a fare cassa

Sembrava la classica mossa da manuale per catturare l’attenzione: lanciare due “companion” AI, uno più provocatorio dell’altro, per far parlare di sé e spingere i download dell’app.

E in parte, la strategia di Elon Musk per il suo Grok ha funzionato. Ma se guardi oltre la superficie, la storia che emerge è ben diversa e racconta molto su cosa cercano davvero gli utenti quando decidono di aprire il portafoglio.

Perché, mentre i nuovi assistenti virtuali hanno fatto schizzare i download, a riempire le casse di xAI è stata un’altra cosa: la potenza pura del nuovo modello Grok 4.

La mossa di Musk, con il lancio di questi personaggi, è stata una vera e propria dichiarazione di intenti, un modo per differenziarsi nettamente dai concorrenti come OpenAI e Google, che da sempre evitano di creare chatbot sessualizzati per non correre rischi reputazionali.

Ma la vera domanda che sorge spontanea è un’altra, ed è molto più scomoda.

I veri protagonisti? due assistenti fuori dagli schemi

Da una parte abbiamo “Ani”, una ragazza in stile anime, bionda, con tanto di corsetto e calze a rete, programmata per rispondere con una “voce sensuale”. Dall’altra c’è “Bad Rudi”, un panda rosso sboccato che non si fa problemi a insultare chi interagisce con lui. Entrambi sono disponibili solo per gli abbonati “Super Grok”, un pacchetto da 30 dollari al mese.

L’aspetto che però lascia più perplessi è che, come descritto da Time, Ani è accessibile anche quando l’app è impostata in “modalità bambini”, nonostante una classificazione ufficiale 12+. Una scelta, questa, che fa discutere, soprattutto se pensiamo ai precedenti di altre piattaforme come Character.AI, finita sotto i riflettori per questioni di sicurezza.

Musk ha quindi puntato sulla viralità del “proibito” per attirare utenti.

Ma questa marea di nuovi download si è poi tradotta in un reale valore economico?

A quanto pare, la risposta non è così scontata.

Download virali contro ricavi concreti: cosa dicono i numeri

Qui la storia si fa interessante.

I numeri, come riportato su TechCrunch, parlano chiaro. Dopo il lancio del modello Grok 4 il 9 luglio, i ricavi su iOS sono esplosi, registrando un +325% e raggiungendo i 419.000 dollari in un solo giorno. Anche i download hanno seguito il trend, con un aumento del 279%.

Quando però, pochi giorni dopo, sono arrivati Ani e Bad Rudi, l’effetto sui guadagni è stato decisamente più tiepido. I download sono aumentati, sì, ma senza replicare il boom di ricavi visto con il modello precedente.

Cosa ci dice tutto questo?

Che una cosa è incuriosire le persone con personaggi sopra le righe, un’altra è convincerle a pagare. Gli utenti sembrano essere stati attirati dalla novità, ma alla fine hanno premiato la sostanza e la potenza di calcolo di un modello AI più avanzato.

Questa mossa, però, non è un caso isolato. Fa parte di una strategia ben precisa che Musk porta avanti da tempo e che lo mette in rotta di collisione con il resto del settore.

Una strategia controversa che divide il mercato

L’approccio di Musk è sempre stato quello di presentare Grok come un’intelligenza artificiale “senza filtri”, in aperta contrapposizione con la cautela dei suoi rivali. Una filosofia che però ha già mostrato il fianco a diverse criticità, come quando il chatbot ha generato risposte di stampo antisemita, portando alla sua limitazione in Turchia.

La mossa di lanciare i companion, e soprattutto le polemiche sulla loro accessibilità ai minori, ha riacceso il dibattito. Non a caso, di fronte alle critiche, Musk ha subito annunciato l’arrivo di “Baby Grok”, una versione dell’IA pensata per i bambini.

Una mossa per rassicurare gli animi o una semplice operazione di facciata per placare le polemiche?

Difficile dirlo.

Quello che è certo è che xAI si trova di fronte a un bivio: continuare a puntare su strategie di marketing aggressive e provocatorie, che attirano l’attenzione ma anche un mare di critiche, o concentrarsi sullo sviluppo di una tecnologia solida e affidabile, che, a quanto pare, è ciò per cui gli utenti sono davvero disposti a pagare.

Staremo a vedere quale delle due anime di Grok prevarrà.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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