Meta sotto processo: chi sono davvero i suoi rivali?

Anita Innocenti

La Federal Trade Commission accusa Meta di monopolio e si apre un processo che potrebbe portare allo smembramento del colosso, con ripercussioni sul futuro dei social network

Meta è sotto processo negli Stati Uniti per accuse di monopolio. La FTC sostiene che domini il mercato dei social personali, citando le acquisizioni di Instagram e WhatsApp. Meta ribatte affermando di affrontare forte concorrenza da TikTok e altri. L'esito del processo, atteso nel 2025, potrebbe portare allo smembramento del colosso, ridefinendo il panorama digitale.

Meta sotto assedio: ma chi sono davvero i suoi concorrenti?

Allora, mettiti comodo perché la questione che bolle in pentola negli Stati Uniti è di quelle che potrebbero cambiare le carte in tavola per come intendiamo i social network. La Federal Trade Commission, l’FTC, ha trascinato Meta (sì, proprio la mammina di Facebook, Instagram e WhatsApp) in tribunale, accusandola, senza troppi giri di parole, di essere un monopolista bello e buono nel settore dei “servizi di social networking personale”.

L’FTC, in pratica, dice: “Cara Meta, tu con Facebook e Instagram fai il bello e il cattivo tempo, non lasci spazio a nessuno”.

Il punto cruciale, quello su cui si gioca tutta la partita, è proprio definire questo benedetto mercato.

L’accusa restringe il campo ai social dove ti connetti principalmente con amici e familiari, quelli con la tua vera identità, per capirci.

Ma Meta, ovviamente, non ci sta e ribatte: “Ehi, ma state scherzando? La competizione è agguerrita! C’è TikTok che ci fa sudare sette camicie, YouTube con i suoi video a raffica, persino X (il vecchio Twitter) e iMessage di Apple!”. Insomma, cercano di allargare il campo di battaglia per dimostrare che, no, non sono gli unici giocatori in campo.

Capisci bene che se passa la linea dell’FTC, per Meta si mette male, ma se invece il giudice dà ragione a Zuckerberg & Co., beh, potrebbero tirare un sospiro di sollievo, almeno per ora.

Ma questa non è una semplice scaramuccia legale, amico mio.

Qui si parla di decisioni che potrebbero letteralmente smembrare un colosso.

E la cosa si fa ancora più interessante se pensi a come Meta è diventata così… grossa.

Acquisizioni strategiche o mosse anti-concorrenza? Il nodo Instagram e WhatsApp

Ti ricordi quando Facebook si è pappata Instagram nel 2012 per un miliardo di dollari e poi, due anni dopo, ha sborsato la bellezza di 19 miliardi per WhatsApp?

Ecco, l’FTC non le ha dimenticate affatto. Anzi, le tira fuori come prova regina del fatto che Meta, più che competere lealmente, ha preferito comprarsi i potenziali rivali per farli fuori dalla culla.

L’avvocato dell’FTC, Daniel Matheson, durante il processo ha usato parole dure, sostenendo che Meta ha “eretto un fossato” attorno al suo impero, citando persino delle email interne del 2012 in cui Mark Zuckerberg definiva Instagram una “minaccia”, come riportato da ABC7.

E diciamocelo,

una frase attribuita a Zuckerberg del 2008, “è meglio comprare che competere”, non aiuta di certo la sua difesa.

Zuckerberg, dal canto suo, si difende dicendo che quelle acquisizioni sono state scommesse rischiose, non mosse per soffocare la concorrenza, e che la crescita esponenziale di TikTok dimostra come il mercato sia dinamico e pieno di sfide. Addirittura Adam Mosseri, il capo di Instagram, ha ammesso che TikTok per loro è una questione di “sopravvivenza”.

Ma la domanda sorge spontanea:

se non avessero comprato Instagram e WhatsApp, oggi avremmo un panorama social più variegato e meno dominato da un unico gigante?

La faccenda è intricata, e le conseguenze, qualunque esse siano, potrebbero farsi sentire ben oltre i confini americani, arrivando a toccare anche il modo in cui tu e io usiamo questi strumenti ogni giorno. E qui viene il bello, o il brutto, a seconda dei punti di vista.

E quindi? cosa potrebbe cambiare davvero (e perché dovrebbe fregarcene qualcosa)

Ora, mettiamo che l’FTC vinca.

Che succede?

Beh, lo scenario più drastico, quello che fa tremare i polsi a Menlo Park, è che Meta sia costretta a vendere Instagram e WhatsApp.

Immaginati un po’: tre entità separate, ognuna a farsi la guerra per conquistare il tuo tempo e la tua attenzione.

Potrebbe significare più innovazione?

Forse.

Meno potere concentrato nelle mani di pochi?

Probabile.

Come sottolineato in un articolo di TechXplore, una sentenza del genere potrebbe creare un precedente enorme, aprendo la strada ad azioni simili contro altri giganti del tech come Apple, Amazon e Google. Non è un mistero che anche loro siano nel mirino delle autorità antitrust.

D’altro canto, c’è chi, come l’Electronic Frontier Foundation, solleva un dubbio interessante:

smembrare Meta potrebbe davvero risolvere il problema della concentrazione di potere o finiremmo solo per rafforzare altri monopoli, magari con pratiche ancora meno trasparenti?

E poi, diciamocelo, queste grandi aziende hanno stuoli di avvocati e lobbisti pronti a dare battaglia fino all’ultimo grado di giudizio. Non è un caso che si vociferi di pressioni da parte di Zuckerberg sull’amministrazione Trump per far cadere l’accusa. Insomma, la partita è apertissima e il risultato finale, previsto non prima della fine del 2025, potrebbe ridefinire le regole del gioco digitale per i decenni a venire.

Tu da che parte stai?

Pensi che Meta sia davvero un monopolio o solo un’azienda brava a giocare le sue carte in un mercato ultra-competitivo?

La risposta, amici miei, non è per niente scontata.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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