Tra marketing e rivoluzione: NVIDIA lancia gli agenti AI “pensanti”, promettendo di stravolgere settori chiave come sanità e finanza, ma esperti invitano alla cautela
NVIDIA lancia agenti AI capaci di "ragionare su richiesta", promettendo rivoluzioni in settori chiave con maggiore precisione e velocità. Sebbene clienti come Accenture, SAP e IQVIA li stiano già adottando, esperti e analisti invitano alla cautela riguardo la loro autonomia e l'effettiva diffusione, bilanciando l'entusiasmo con uno sano scetticismo sulle promesse.
Ma come diavolo “ragionano” queste nuove AI?
Si chiama “ragionamento su richiesta”. Immagina un po’: l’AI decide da sola quando spremersi le meningi digitali (un processo che, ci dicono, consuma 100 volte più energia, mica bruscolini!) e quando invece andare di pilota automatico per le cose più semplici. Un po’ come te quando decidi se affrontare un problema di petto o se basta una scrollata di spalle, no?
L’idea è di bilanciare questa “tassa sul ragionamento” che, ammettiamolo, fino a ieri rendeva questi cervelloni artificiali un po’ troppo lenti e costosi per il mondo reale. Come descritto da NVIDIA stessa nel suo blog, questo dovrebbe portare a miglioramenti notevoli: parlano di un aumento del 20% nell’accuratezza rispetto ai modelli precedenti e di una velocità di elaborazione quintuplicata grazie alla loro piattaforma NIM.
Cifre che fanno gola, certo, ma saranno sostenibili e soprattutto, porteranno a un’intelligenza davvero utile o solo più veloce nel darci risposte preconfezionate?
E tutta questa sicurezza sbandierata grazie alla collaborazione con Google Cloud per le implementazioni ibride come annunciato sul blog di NVIDIA dedicato a Google Cloud Next, sarà davvero a prova di bomba o è il solito specchietto per le allodole in un mondo digitale dove la privacy è un lusso per pochi?
E mentre ci interroghiamo su quanto sia profondo il “pensiero” di queste macchine, la domanda sorge spontanea: chi ci sta già mettendo le mani sopra e con quali mirabolanti risultati?
Clienti eccellenti e promesse da capogiro: chi sta abboccando all’amo?
NVIDIA non perde tempo e ci sbatte in faccia nomi altisonanti: Accenture, per esempio, starebbe usando questi agenti per sistemi antifrode che bloccano le transazioni sospette prima ancora che facciano danni. Poi c’è SAP, che li impiegherebbe per ottimizzare le catene di approvvigionamento, valutando i rischi in tempo reale. E non dimentichiamo IQVIA, nel settore sanitario, che li userebbe per analizzare trial clinici, incrociando dati di imaging con quelli dei pazienti.
Insomma, un vero e proprio dream team di aziende che, a sentire Jensen Huang, il CEO di NVIDIA, non stanno semplicemente giocando con dei “chatbot 2.0”. No, lui parla, con la consueta modestia che contraddistingue certi personaggi, di una “forza lavoro AI potenziata che opera a livelli di problem-solving umano”, secondo quanto riportato da NVIDIA News.
Parole forti, eh?
Quasi da far venire i brividi.
Ma come spesso accade, quando le promesse sono così grandi, un sano scetticismo è d’obbligo.
Sarà davvero un salto quantico o stiamo assistendo all’ennesima bolla di entusiasmo pompata ad arte?
Perché, vedi, non tutti sono pronti a stappare lo champagne e a gridare al miracolo. C’è chi, con i piedi ben piantati per terra, inizia a sollevare qualche sopracciglio.
Il rovescio della medaglia: quando l’entusiasmo si scontra con la realtà (e qualche dubbio)
Mentre NVIDIA ci dipinge un futuro radioso popolato da questi agenti super-intelligenti, ci sono voci fuori dal coro, come quelle degli esperti di IBM, che invitano alla cautela. Come si legge in un approfondimento di IBM, gente come Stephen Hay ci ricorda che sì, questi agenti se la cavano bene con compiti predefiniti, ma quando si tratta di affrontare situazioni davvero nuove, beh, lì casca l’asino.
E Mahsa Ashoori, sempre da IBM, sottolinea come, per quanto possano gestire autonomamente il supporto IT di base, per le analisi finanziarie complesse, l’occhio umano (e il cervello, aggiungerei) resta ancora indispensabile.
Insomma, l’idea di un collega digitale completamente autonomo sembra ancora lontana.
Anche se aziende come CrowdStrike, come riportato da SiliconAngle, dichiarano tempi di risposta alle minacce più rapidi del 40% usando i modelli Llama Nemotron di NVIDIA, Gartner ci dice che solo il 35% delle aziende avrà davvero messo in funzione questi agenti entro il 2026.
Un po’ pochino, no, per una rivoluzione annunciata?
Certo, con le nuove potentissime GPU Blackwell in arrivo e un mercato che, secondo alcuni, potrebbe esplodere, NVIDIA si sta posizionando alla grande. Ma la vera sfida, quella che potrebbe fare la differenza, sarà quando questi sistemi non solo “ragioneranno”, ma sapranno anche spiegarci come sono arrivati a certe conclusioni, in un linguaggio che anche noi comuni mortali possiamo capire. Una trasparenza che NVIDIA promette per la fine del 2025.
Sarà la volta buona o l’ennesimo capitolo di una saga fatta più di annunci che di fatti concreti?
Staremo a vedere, con il solito occhio critico, ovviamente.
Mi fai venire in mente le nostre esperienze con le AI! Sarà una rivoluzione o solo un bel pacco? Ho visto troppe promesse svanire… 😅
Ma davvero pensi che queste AI “pensanti” faranno la differenza? A me sembra l’ennesima trovata pubblicitaria. Una volta ho provato a fidarmi di un assistente virtuale… e ho finito per sbagliare tutto!
Sono scettico anch’io! Quando sento “ragionamento su richiesta”, mi ricorda più un trucco di marketing che una vera innovazione. Hai già visto queste AI all’opera in qualche settore? Magari mi illumini! 😄
Che figata! Ma ti immagini se queste AI “pensanti” riescono davvero a sbrogliare il caos della sanità? Sarebbe una vera rivoluzione… oppure solo altro marketing? 🤔
Ma queste AI “pensanti” sanno davvero cosa fanno o è solo un gioco di prestigio? Una volta ho visto una tecnologia promettere e… deludere! 🤔