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Contattaci ora →Tra sicurezza e competizione: il rinvio del modello open-source solleva dubbi sulle reali motivazioni di OpenAI, mentre i rivali avanzano
OpenAI ha rinviato nuovamente il rilascio del suo atteso modello open-source, a pochi giorni dal lancio. La motivazione ufficiale è la sicurezza, citata da Sam Altman. Tuttavia, il tempismo e l'avanzare della concorrenza globale, in particolare dalla Cina con Moonshot AI, sollevano dubbi: è vera prudenza o una mossa strategica per proteggere il vantaggio commerciale?
La sicurezza come scudo ufficiale?
La motivazione ufficiale, come riportato da TechCrunch, è la solita, nobile bandiera della sicurezza. Altman ha dichiarato che “una volta che i pesi del modello sono pubblici, non si possono più ritirare”, sottolineando la necessità di ulteriori test per mitigare aree ad alto rischio.
Una mossa prudente, certo, ma a ben guardare, la storia si ripete e il tempismo, diciamocelo, fa sorgere qualche domanda.
È davvero una questione di responsabilità o c’è dell’altro sotto?
Mentre OpenAI si trincera dietro la sua etica della cautela, il resto del mondo non sta certo a guardare. La competizione è più agguerrita che mai.
Mentre OpenAI frena, il mondo corre
Il punto è proprio questo: il mercato non aspetta.
Mentre Altman e il suo team si prendono “tempo per fare le cose per bene”, concorrenti come Google DeepMind e Anthropic continuano a macinare progressi. Ma la vera spina nel fianco arriva dalla Cina: la startup Moonshot AI ha già messo a disposizione di tutti Kimi K2, un modello open con un trilione di parametri che, stando ai benchmark, supera persino GPT-4.1.
La domanda sorge spontanea: la prudenza di OpenAI è vera responsabilità o una paura, nemmeno troppo velata, di non essere più i primi della classe?
E qui entra in gioco la figura di Sam Altman, un CEO che sulla narrativa della sicurezza ha costruito gran parte della sua immagine pubblica, specialmente dopo le turbolente vicende che lo videro brevemente allontanato dall’azienda proprio per divergenze sulla gestione dei rischi dell’IA.
Altman e la strategia della pausa: a chi giova davvero?
Non è la prima volta che assistiamo a una mossa del genere. Chi segue le vicende di OpenAI ricorderà il rinvio di GPT-4.5, sempre giustificato con la necessità di controlli di sicurezza aggiuntivi.
La storia di Altman, come documentato da Business Insider, è quella di un leader che ha fatto della sicurezza il suo mantra. Ma questo continuo frenare sui modelli aperti, mentre lo sviluppo di quelli proprietari come GPT-5 procede a porte chiuse, non può non far pensare.
Diciamolo senza peli sulla lingua: questo ritardo serve a proteggere l’umanità dai pericoli dell’IA o a proteggere il vantaggio commerciale di OpenAI, dando al team più tempo per perfezionare i prodotti a pagamento?
La vera domanda, alla fine, è questa:
Stiamo assistendo a un atto di responsabilità epocale o alla più grande e raffinata operazione di marketing strategico nella storia dell’intelligenza artificiale?
🙄 Come se non fosse una scusa bella e buona per tenere il piede sul pedale del profitto. 💰 Chi ci crede ancora? Io no. 🤷♂️
Sicurezza o controllo del mercato? 🤷♂️ Sembra che il vantaggio competitivo sia più “sicuro” del loro codice.
La sicurezza, certo. E con la sicurezza, il monopolio. Praticamente hanno scoperto l’acqua calda, ma solo dopo che gli altri hanno iniziato a bollire. Mica vorranno mica che la concorrenza si faccia una bella bevuta, no?
Il monopolio è sempre più “sicuro” della concorrenza. Tipico. 🤷♂️
La sicurezza, un bel paravento. Il mercato, invece, ha la sua via.
Certo, la sicurezza. Come se il vero timore non fosse che qualcun altro arrivi prima con un prodotto *leggermente* migliore, o semplicemente *più economico*. La prudenza ha un prezzo, e questo prezzo è pagato dalla concorrenza.
La sicurezza, il velo. Il mercato non aspetta. Chi non corre, muore. Aspettarsi il contrario è da ingenui.
Ma dai, la sicurezza? **Ma per favore!** Più che prudenza, mi sembra una mossa per non farsi fregare il mercato da chi, diciamocelo, corre veloce.
Scusa, ma la sicurezza è solo un altro nome per il vantaggio competitivo. Chi non corre, non vince. Semplice.