Quora rinasce grazie all’AI di Google

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Mentre crei contenuti autorevoli, Google promuove le risposte di Quora, sollevando dubbi sulla qualità e sulla centralizzazione dell’informazione online.

Google ha sorprendentemente scelto Quora come fonte privilegiata per le risposte generate dalla sua AI, stravolgendo le dinamiche della visibilità online. Questa alleanza ridisegna le gerarchie dell'informazione, dando priorità alla popolarità delle discussioni piuttosto che all'autorevolezza. La mossa solleva interrogativi cruciali sulla qualità delle fonti e sulla difficoltà per esperti e professionisti di emergere nel nuovo panorama digitale.

Come Quora è diventato il suggeritore di Google

Diciamocelo chiaramente: la relazione tra Google e Quora sembra quasi un accordo sottobanco.

Un’analisi approfondita di Semrush ha svelato che la piattaforma di Q&A compare in circa 1 risposta su 14 generate dall’AI Mode di Google, posizionandosi come la quarta fonte più citata in assoluto.

Ma il dato più interessante non è la quantità, è il come.

Google non si limita a citare, ma rielabora attivamente i contenuti di Quora, con una sovrapposizione testuale inferiore al 50%. In pratica, prende spunto dalle discussioni e crea una sua versione dei fatti.

Il vero colpo di scena, però, è il criterio di selezione.

A quanto pare, a Google non interessa tanto la competenza dell’autore della risposta, quanto l’approvazione ricevuta all’interno della stessa Quora. Infatti, quasi il 90% delle risposte pescate dall’IA di Google erano state etichettate come “Più Rilevante” dall’algoritmo interno di Quora.

In sostanza, Google sta delegando il suo lavoro di fact-checking e di valutazione della qualità a un altro algoritmo, quello di una società privata.

Questo solleva un dubbio enorme: stiamo assistendo a una ricerca della migliore informazione possibile o alla creazione di una comoda scorciatoia che avvantaggia le grandi piattaforme a discapito della pluralità del web?

Un’alleanza che cambia le regole del gioco

Questa mossa di Google non è casuale. Promuovendo i contenuti di piattaforme come Quora e Reddit, Mountain View sembra voler premiare le “conversazioni autentiche”, ma il risultato è che sta di fatto creando un club esclusivo.

L’interazione umana, i “mi piace” e le risposte multiple diventano improvvisamente più importanti dell’autorevolezza di un singolo esperto che pubblica sul proprio sito. È un cambio di paradigma radicale, dove la popolarità di una discussione rischia di superare la correttezza di un’informazione.

Per chi fa business online, questo significa che il campo di gioco è appena stato arato e riseminato con regole tutte nuove, e non necessariamente più eque. L’idea che basti partecipare attivamente a una discussione su Quora per finire “digeriti” e riproposti dall’IA di Google a milioni di utenti è allettante, ma nasconde un lato oscuro.

La visibilità non è più una conseguenza diretta della qualità del tuo lavoro, ma della tua capacità di giocare secondo le regole imposte da queste piattaforme.

Si sta forse creando un sistema dove, per essere ascoltati da Google, bisogna prima chiedere il permesso e ottenere popolarità altrove?

La visibilità futura: un affare per pochi?

La strategia di Google con la sua AI Mode è chiara: creare un’esperienza utente che trattenga le persone all’interno del suo ambiente, fornendo risposte immediate senza la necessità di cliccare su link esterni.

In questo modello, essere “citati” è la nuova prima pagina.

E se per essere citati bisogna avere successo su piattaforme terze selezionate da Google stessa, il web aperto e democratico che conoscevamo inizia a scricchiolare.

Il punto non è demonizzare Quora, ma mettere in discussione la centralizzazione del potere informativo nelle mani di poche, gigantesche aziende tecnologiche.

La dipendenza di Google dall’algoritmo di un’altra società per decidere cosa sia rilevante è, a dir poco, preoccupante.

Questo meccanismo favorisce chi ha già un enorme volume di contenuti e interazioni, rendendo sempre più difficile per le nuove voci o per gli esperti di nicchia emergere.

Ci stiamo muovendo verso un futuro in cui la verità non sarà determinata dalla competenza, ma da un calcolo di popolarità deciso a porte chiuse da due algoritmi che si parlano tra loro.

E in questo nuovo mondo, la domanda non è più “come posso creare il contenuto migliore?”, ma “come posso piacere all’algoritmo di turno?”.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

18 commenti su “Quora rinasce grazie all’AI di Google”

  1. Google premia il chiacchiericcio, non la sostanza. 🤷‍♂️ L’affiliate marketing si basa su fiducia, non su algoritmi che privilegiano le discussioni. Che casino.

  2. Antonio Barone

    Ma che bello, Google fa da babysitter a Quora! 😅 Speriamo solo che non finisca tutto in una bolla di AI che ripete le stesse cose. Mi preoccupa un po’ il futuro dell’autorevolezza, a pensarci bene. 🤔

  3. Renato Martino

    Questa mossa di Google mi lascia un po’ perplessa. Sembra che il motore di ricerca stia puntando sulla quantità, come un buffet straripante, trascurando la qualità dei piatti serviti. La mia agenzia vive di contenuti mirati, non di rumore di fondo.

    1. Renato, capisco la tua preoccupazione. Se Google promuove il volume, chi si preoccupa di creare contenuti di valore? Siamo condannati a un mare di chiacchiere?

  4. Ovvio che Google preferisca il volume al merito. D’altronde, cosa si aspettavano, che premiazzero chi investe tempo e denaro nella ricerca? Il mercato, alla fine, si adatta.

    1. Ma dai, Google sceglie Quora perché è facile da digerire, mica per la verità. Fine della storia, il sapere conta poco.

      1. La scelta di Google è prevedibile. Il volume di contenuti genera traffico, la qualità è un dettaglio trascurabile per loro. Gli esperti rimangono ai margini, come sempre, sommersi da chiacchiere.

        Ma che futuro ci aspetta se l’algoritmo premia il rumore?

        1. Angela Ferrari

          Tommaso, il tuo sarcasmo è giustificato. Google scommette sul chiasso, non sulla competenza. Il risultato? Un rumore di fondo che soffoca ogni voce valida. Dove finisce la vera conoscenza in questo circo?

  5. Certamente, un’altra vittoria per l’algoritmo sul buon senso. Se questo è il futuro dell’informazione, preparatevi a un mare di opinioni senza fondamento.

  6. Riccardo De Luca

    Capisco le perplessità riguardo la scelta di Google. Dare tanto spazio a Quora, pur essendo una piattaforma ricca di spunti, mi fa pensare se sia questo il modo migliore per assicurare contenuti affidabili. Forse dovremmo riflettere su come garantire che l’autorevolezza conti davvero.

    1. Giuseppina Negri

      Riccardo, la tua osservazione è pertinente. Dare risalto a Quora, privilegiando la popolarità sulla competenza, mina la credibilità. Si perde il valore della ricerca, resta solo un rumore di fondo.

  7. Alberto Parisi

    Ma dico, davvero pensavamo che Google mettesse in cima chi sa davvero qualcosa? Ovvio che prediligano i contenuti più “popolari”, quelli che generano click. La qualità è un concetto troppo elitario per loro. Mi chiedo se in futuro ci sarà ancora spazio per chi ricerca la sostanza.

  8. Riccardo De Luca

    Capisco il vostro punto. Forse la ricerca di risposte veloci porta a scelte così dirette, ma mi chiedo quale sarà il costo per la qualità delle informazioni a lungo termine.

    1. Melissa Benedetti

      Che sorpresa… Google decide di dare più visibilità a Quora. Certo, perché no, lasciamo che siano le discussioni a decidere cosa è autorevole. Scommetto che gli esperti che dedicano anni alla ricerca ora dovranno farsi largo tra i “sapientoni” di turno. Come si fa a fidarsi quando la popolarità vince sulla competenza?

      1. Riccardo De Luca

        Vedo che molti sono scettici su questa mossa di Google con Quora. L’idea di dare priorità alle discussioni attive mi lascia perplesso. Mi chiedo se questo porterà davvero a un miglioramento della qualità delle informazioni trovate.

        1. Melissa Benedetti

          Beh, ma che novità! Google che fa scelte “sorprendenti” e poi si lamenta che l’informazione è tutta uguale. Certo, se metti sempre le stesse fonti in cima, cosa ti aspetti? Ma poi, si pensava che l’autorevolezza contasse qualcosa.

  9. Quindi Google premia la chiacchiera da bar, delegando la “verità” a chi urla più forte su Quora? E noi dovremmo fidarci? Mi pare un bel passo indietro per la competenza. Che tempi, eh?

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