Tra promesse di velocità e visibilità istantanea, esploriamo se IndexNow sarà un’opportunità per tutti o un ulteriore vantaggio per i colossi dell’e-commerce, con un occhio all’IA e alle possibili mosse di Google.
Microsoft Bing ha aggiornato il protocollo IndexNow, introducendo il supporto per lo schema dei prodotti e l'integrazione con piattaforme come Shopify e presto Amazon. L'obiettivo è rivoluzionare l'indicizzazione e gli aggiornamenti di prezzo e disponibilità in tempo reale, cruciali per l'e-commerce e l'IA, promettendo velocità inedite.
Indexnow di Bing: la bacchetta magica per l’e-commerce o l’ennesima mossa dei giganti?
Microsoft Bing ha appena tirato fuori dal cilindro un aggiornamento per il suo protocollo IndexNow, e la promessa è di quelle che fanno drizzare le orecchie, specialmente se hai un e-commerce. Parlano di rivoluzionare come i motori di ricerca scovano i tuoi prodotti in tempo reale, dalle ultime offerte agli aggiornamenti di magazzino. L’annuncio, fresco fresco di maggio 2025, come descritto da Search Engine Land, introduce la compatibilità con lo schema per i prodotti e allarga le braccia a piattaforme come Shopify.
Amazon, a quanto pare, è dietro l’angolo.
Ma sarà davvero tutto oro quello che luccica o c’è dell’altro sotto?
In pratica, IndexNow ora mastica i dati strutturati dei prodotti (quelli che in gergo chiamiamo schema.org/Product
), il che significa che può avvisare i motori di ricerca all’istante quando cambi un prezzo, aggiorni la disponibilità o lanci una novità. Diciamocelo, è un bel passo avanti rispetto ai vecchi metodi di scansione, quelli che ti facevano aspettare anche 24-72 ore prima di vedere le modifiche online, sia nei risultati di ricerca che nelle pubblicità.
Un’eternità, se ci pensi, soprattutto quando hai un’offerta lampo che scade tra poche ore!
Ma questa velocità fulminea, così sbandierata dai colossi, non rischia di lasciare indietro i più piccoli che faticano a stare al passo con implementazioni tecniche sempre più sofisticate, trasformandosi nell’ennesimo vantaggio competitivo per chi ha già risorse da vendere?
La corsa all’oro dell’indicizzazione: chi sale a bordo e perché l’IA ci sguazza
E infatti, la corsa a salire sul carro di IndexNow sembra già iniziata. Shopify, quel gigante che dà casa a circa 1,75 milioni di negozianti, ha già integrato il sistema, permettendo di sincronizzare le modifiche ai prodotti in automatico. E si vocifera che Amazon, con la sua armata di 9,7 milioni di venditori, sia pronta a fare lo stesso, garantendo loro una visibilità quasi istantanea su Bing. Persino i fornitori di CMS come WordPress e Wix stanno annusando l’aria e valutando implementazioni native dopo che Microsoft ha messo a disposizione la documentazione API.
Ma perché tutta questa fretta?
Beh, una parte della risposta arriva dal mondo dell’Intelligenza Artificiale. Il team AI di Microsoft, come si legge nella loro guida strategica di aprile 2025, non usa mezzi termini: la freschezza dei dati di prodotto è cruciale per avere risposte affidabili dalle loro Intelligenze Artificiali quando gli chiedi consigli per gli acquisti.
Dicono che “La natura istantanea dei modelli linguistici richiede un’accuratezza dei contenuti web al minuto. IndexNow assicura che i nostri sistemi AI mostrano esattamente ciò che è disponibile in questo preciso momento”.
Insomma, l’IA ha fame di dati freschi, e IndexNow sembra essere il cameriere perfetto.
Viene da chiedersi, però, se questa spinta verso l’aggiornamento in tempo reale, benedetta dall’AI, non sia solo un modo per Microsoft di rafforzare la sua posizione e quella dei suoi partner, magari mettendo un po’ di pepe sulla coda a Google.
E chi ci garantisce che questa “freschezza” dei dati sia sempre sinonimo di qualità e non solo di una corsa forsennata all’ultimo aggiornamento?
Non è tutto oro quel che luccica: vecchi problemi, nuove promesse e qualche legittimo dubbio
Questo aggiornamento di IndexNow arriva per affrontare problemi che nell’e-commerce ci portiamo dietro da un pezzo. Pensa solo ai ritardi negli aggiornamenti: prima si parlava di attese che potevano arrivare a 72 ore, ora promettono che in meno di 5 minuti è tutto online. O alla giungla dei formati dei dati, che ora dovrebbe essere domata grazie allo standard schema.org
, e alle noiose sottomissioni manuali dei feed, che verrebbero sostituite da integrazioni automatiche con i CMS.
Sulla carta, una favola.
Ma, come spesso accade quando i giganti della tecnologia fanno grandi annunci, qualche sopracciglio si alza.
Per esempio, come sottolineato su Search Engine Roundtable, alcuni analisti SEO mettono in guardia: se sbagli l’implementazione dello schema, ora i tuoi errori potrebbero portarti a cali di ranking molto più rapidi, proprio perché tutto è più veloce.
Un’arma a doppio taglio, insomma.
E poi c’è la grande domanda:
Google che fa?
Lo stesso Search Engine Roundtable riporta discussioni accese sulla possibile adozione del protocollo da parte di Big G, con il 43% degli SEO intervistati che spinge per una standardizzazione su tutte le piattaforme.
Microsoft, dal canto suo, conferma che sta parlando con altri motori di ricerca per allargare la famiglia di IndexNow, che già include partner come Yandex e Naver.
Ma finché Google non sale a bordo, non rischiamo di dover gestire l’ennesimo standard “de facto” imposto da uno dei soliti noti, con buona pace della vera interoperabilità e, forse, con qualche difficoltà in più per te che devi barcamenarti tra le diverse specifiche?
Tutta questa evoluzione arriva mentre le vendite e-commerce globali, secondo le proiezioni, toccheranno gli 8,1 trilioni di dollari nel 2025, e con un dato che fa riflettere: il 67% degli acquirenti abbandona il carrello per colpa di prezzi o informazioni di magazzino non aggiornate.
IndexNow si propone quindi come la soluzione per tappare questa falla tra sistemi di inventario e risultati di ricerca, quasi un pezzo fondamentale dell’economia digitale in tempo reale.
Ma la vera domanda, caro cliente, è:
questa infrastruttura, sempre più in mano a pochi grandi player, servirà davvero a rendere il web più efficiente per tutti, o finirà per creare nuove dipendenze e accentuare il divario tra chi può permettersi di stare al passo con queste tecnologie e chi, invece, arranca faticosamente dietro?
Sinceramente, sono un po’ scettico anche io. Ho provato a fare aggiornamenti rapidi nel mio shop e spesso è un casino. Se i giganti si prendono tutto, noi piccoli come facciamo? Avete già provato a implementare IndexNow? Funziona davvero? 🤔
Mah, sono un po’ combattuto! Ho un piccolo shop e ogni volta che cambio un prezzo mi sento come un maratoneta in un attesa infinita. 😅 Spero davvero che IndexNow non diventi solo un vantaggio per i colossi, altrimenti siamo spacciati! Che ne pensate voi?
Speriamo non diventi solo un gioco per i big! 😅
Ah, la mia esperienza con gli aggiornamenti è un disastro totale! 😂 Se IndexNow aiuta a velocizzare, ben venga! Ma come la mettiamo con i piccoli shop? Già facciamo fatica!