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L’anchor text (o testo d’ancoraggio) è l’elemento testuale che, una volta cliccato, consente all’utente di essere reindirizzato verso un’altra pagina. Per questa ragione l’anchor text – o testo d’ancoraggio – è da considerarsi un elemento fondante dell’usabilità sul web.
Diciamocelo: se ti occupi di web e non hai mai sentito questo termine, allora c’è davvero qualcosa che non quadra.
Se invece l’argomento ti ha sfiorato ma non l’hai approfondito, beh, ti conviene farlo subito. Il motivo è semplice: nella SEO una buona anchor strategy ti dà il potere di influenzare i motori di ricerca e dunque di apparire al meglio su Google.
Il corretto utilizzo dei testi di ancoraggio è alla base di ogni tecnica di SEO copywriting. Il perché è molto semplice: gli anchor text influenzano infatti importanti metriche di posizionamento sui motori di ricerca a livello algoritmico (anche se, ovviamente, non sono gli unici fattori). Dal loro utilizzo Google riesce a:
In sintesi possiamo dire che, data la loro correlazione con le metriche d’influenza dei backlink, i giusti anchor text ti consentono di sussurrare all’orecchio di Google parole dolci e irresistibili, parole che potrebbero indurlo a farti spazio nelle SERP e posizionare il tuo sito sempre meglio.
Attenzione però, questo idillio può svanire facilmente. I link rappresentano un elemento “preistorico” su internet, e per questa ragione Google riconosce molto facilmente eventuali goffi tentativi di manipolazione attuati attraverso l’utilizzo poco intelligente dei link.
Ricorda, quando si parla di link (e mai come in questo caso) “tentare” può certamente nuocere alla salute del tuo sito web. Utilizzare l’ottimizzazione delle ancore per la link building è ok, ma solo quando quest’ultima è di qualità e fatta bene.
Oggi affrontiamo uno degli argomenti più scottanti della SEO. Sui backlink e le cosiddette “ancore” si è infatti sviluppato un mercato che anche solo in Italia sposta un mucchio di denaro. Parlo di centinaia di migliaia di euro, forse di più. Questo accade per il semplice fatto che acquistare buoni link con delle anchor text ottimizzate FUNZIONA ancora dannatamente bene.
Vediamo allora come ottimizzare al meglio un’ancora.
Come ti dicevo nella definizione, gli anchor text sono la parte visibile e cliccabile di un link. Essi appaiono nel codice HTML come in questo esempio:
Si tratta, dunque, di quella porzione di testo che fa da ancoraggio per il link. È buona prassi, soprattutto in termini di usabilità, che sul front-end (lato utente) il link appaia di colore blu.
Lo scopo di un buon ancoraggio è certamente quello di fornire agli utenti e ai motori di ricerca delle informazioni contestuali e rilevanti circa il contenuto verso il quale punta il link. Per questo motivo è dunque bene ottimizzare l’ancora, con l’obiettivo di renderla più efficace possibile.
Ora parliamo di ancore andando a vederle più da vicino.
Dato che ognuno dei casi qui riportati offre a Google segnali e indicazioni differenti, ti mostro ora le principali varianti che potresti utilizzare per linkare fuori e dentro al tuo sito web.
Il title tag è quel tipo di ancora che riporta esattamente il titolo della pagina alla quale linka. Se ad esempio volessi linkare questa pagina ad un’altra utilizzando un title tag potrei scrivere: “Il potere degli anchor Text: come ottimizzarli per influenzare Google”.
Linkare con chiave secca significa dire dritto in faccia a Google che la pagina linkata è rilevante per quella data keyword o key-phrase.
Bisogna prestare molta attenzione a questi tipi di anchor text perché sono i più potenti nell’influenzare Google, ma anche quelli che possono portare più facilmente a penalizzazioni se usati intenzionalmente.
Io ti consiglio certamente di utilizzare spesso la chiave secca – soprattutto nei link interni – senza scordarti però che un corretto utilizzo di sinonimi e parole pertinenti può certamente aiutare Google nella comprensione dei contenuti, migliorando così le chance di vedere le tue pagine finalmente ben posizionate sui motori di ricerca.
Le ancore naturali sono quelle che non contengono alcuna keyword. Sono ancore semplici e discorsive che spiegano al lettore dove sta per “atterrare” se segue il link. Si tratta quindi di ancore del tipo:
Questo tipo di ancora aiuta certamente a guadagnare punteggio come “sito web pulito e non manipolato”. Insomma, se vuoi comunicare a Google che sei un bravo bambino, queste sono esattamente le ancore che fanno al caso tuo. 🙂
L’ancora di tipo URL è semplicemente quella che contiene direttamente l’indirizzo web. Linkare in questo modo è piuttosto comune e per questo è ritenuta una pratica meno rischiosa nel settore della link building.
Alla chiave secca in alcuni casi si può abbinare anche un’ulteriore frase o parola. Se volessi rankare per la parola chiave “lavatrici”, un esempio di ancora secca con variante potrebbe essere “recensioni delle lavatrici più economiche“.
Questo tipo di ancore sono ancore molto vantaggiose da utilizzare perché, in ottica di SEO copywriting, possono essere inserite facilmente e in maniera naturale all’interno di un testo. Per massimizzare i benefici SEO sarà meglio ricordarsi di variare spesso anche queste ancore e di non usare sempre le stesse parole.
In questo caso si sta utilizzando la parola o frase contenuta nel nome a dominio, oppure un certo brand o marchio di qualche settore. Se prendiamo come esempio il mio sito, un’ancora di questo tipo sarà certamente Roberto Serra. Questa categoria di ancore ti aiuta a distinguerti dalla massa e a far crescere il trust del tuo sito in ottica di brand.
Qui c’è poco da spiegare, molti utilizzano questo tipo di ancore. Nel caso del mio sito il risultato sarebbe “roberto-serra.com“.
Ci sono molte scuole di pensiero relative alle ancore, e uno degli aspetti più dibattuti a livello mondiale riguarda le percentuali di distribuzione ideali dei diversi tipi di ancore.
Tutti gli esperti SEO concordano però su un aspetto: l’importanza delle ancore brand e delle cosiddette naked URL.
Proprio a questo riguardo ci viene incontro una ricerca recente realizzata da linksmanagement.com, che ha analizzato l’andamento delle SERP dopo il famoso Medical Update di Google del 1 Agosto 2018. I risultati sono i seguenti:
Ricerca linksmanagement.com
La maggior parte dei “newbie” della SEO pensa che acquisire link sia sempre positivo, ma in realtà non è proprio così.
Google è perfettamente in grado di informarsi in merito alla qualità e alla provenienza dei link e se non riesci a bilanciare a dovere il profilo backlink puoi incappare facilmente in penalizzazioni. Meglio allora concentrarsi sul come ottenere link di qualità da siti autorevoli, perché questi sono i soli in grado di dare una forte spinta al tuo sito… ma attenzione perché (prendi questa affermazione con le pinze) un profilo di backlink credibile non ha solo link di media e buona qualità, ma anche quelli scarsi.
Per finire voglio offrirti qualche consiglio “personale” relativo all’ottimizzazione delle tue ancore:
Per capire come è strutturato il tuo profilo backlink e valutare se è bilanciato o sospetto per Google, la prassi da seguire è quella di fare una Link Audit, ovvero un’analisi approfondita dei link che puntano al tuo sito.
Hai dubbi sulla qualità del tuo profilo backlink e non sai quali strategie mettere in campo per migliorarlo? Contattami, posso certamente aiutarti a mettere in campo le strategie giuste per “ancorare il tuo sito”… nelle prime posizioni della SERP!
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