Appunti, Seo  

Come NON fare un blog: la mia esperienza personale

come non fare un blog

Sono passati quasi 5 anni dal giorno in cui ho deciso di aprire il mio blog professionale, questo blog che stai leggendo.

Nel frattempo Internet è cambiato, la SEO è cambiata e anche il mio blog si è trasformato radicalmente, quanto meno nell’aspetto.

Gestire questo blog (e aiutare gli altri a gestire i loro) mi ha insegnato molte lezioni importanti. Lezioni che hanno a che fare più con la filosofia, gli obiettivi e il metodo di lavoro che con il posizionamento o il content marketing.

Sai, ho sempre considerato questo spazio personale come una palestra, un allenamento. Negli anni infatti il mio blog ha ospitato tutte le mie prove e i miei bizzarri esperimenti!

Ho tentato, ho testato, ho anche ottenuto delle belle soddisfazioni. Ma, soprattutto, ho sbagliato tanto.

Come ha detto qualcuno, però…

“Esperienza è semplicemente il nome che diamo ai nostri errori”

(Dovrebbe essere stato Oscar Wilde, se Google non mi inganna)

Oggi vorrei quindi regalarti un po’ della mia esperienza, quella acquisita nel modo più faticoso.

Eccoti quindi un bell’elenco delle 5 cose da NON fare assolutamente quando stai avviando il tuo progetto di blog.​

1) Non limitarti a desiderare (ma considera la realtà)

La parola desiderare ha un’etimologia bellissima, perché contiene in sé la parola latina siderus, che rimanda alle stelle. Desiderare significa quindi lanciare il cuore oltre il cielo, oltre ciò che vedi e che puoi fare.

Peccato però che con le stelle non si costruiscano progetti a lungo termine.

Il mio primo consiglio per te è quindi questo:

Non fare lo struzzo. Non pensare solo in astratto, ragionare con i vorrei (che poi si traducono in non posso) non ha senso. Valuta bene le tue energie e i tuoi obiettivi.

Quando io ho iniziato questo blog venivo da un percorso professionale come full-stack developer e consulente SEO. L’idea iniziale era più o meno parlare della vita, dell’universo e tutto quanto.

Scherzi a parte, avevo pensato di pubblicare casi di lancio interessanti, convinto che questo mi avrebbe messo immediatamente in contatto con i miei clienti.

Risultato?

Il mio blog si posiziona ancora molto bene per query come “tamagotchi morto”.

Cosa stavo sbagliando?

Mi rivolgevo ad un pubblico che non esisteva: raccontavo le mie cose senza avere chiaro con chi stavo parlando. Nello specifico, pensavo di rivolgermi agli startupper… gli imprenditori manco li avevo ancora considerati.

E quindi ho iniziato in modo enciclopedico a parlare di casi studio, senza pormi il problema di come attirare l’attenzione…

(Poi di quei casi studio ne ho parlato nel mio primo libro, andò benissimo ed il motivo è semplice… lì aveva senso!)

Per cui, ripeto: se vuoi partire con un blog, fai una valutazione onesta delle tue energie, del tuo tempo e dell’impegno che sarà necessario. Prendi sul serio questo progetto, perché dovrai dedicargli molte risorse cognitive. E adatta la tua strategia editoriale di conseguenza, senza allargarti troppo.

Soprattutto, non farti film mentali. Altrimenti verrai investito dal brutale pulmino della realtà, e sul tuo progetto caleranno presto i titoli di coda.​

2) Non pensare di avere un pubblico da subito

Apri il tuo blog. Ci metti la passione e l’entusiasmo, scegli i colorini del tema, scrivi i tuoi primi articoli.

E poi cosa succede?

Niente.

Traffico bassissimo. Google che non ti calcola neanche di striscio.

Vedrai, la tentazione di gettare la spugna sarà fortissima.

Sai qual è la crudele verità?

A nessuno frega niente di quello che scrivi.

Ma come, Roberto? Ma se io creo valore, come mi hanno detto tutti…

Certo, sì, il valore, la qualità.

All’inizio sei sempre convinto di avere in mano le chiavi dell’universo, sei persuaso che tutto il web stia solo aspettando la tua opinione.

E magari, non lo escludo, tu la qualità ce la metti davvero. Ma devi anche lottare con un intero ecosistema in cui tutto viene servito gratis: intere enciclopedie gratis, video di qualità cinematografica gratis, contenuti che potrebbero benissimo essere testi accademici gratis…

In tutta questa cornucopia di informazioni e sapere, perché le persone dovrebbero avere bisogno proprio di te?

Adesso arriva la bella notizia, però.

Se prosegui a testa bassa, continui a investire sulla qualità e studi un po’ come rendere visibili i tuoi contenuti, le persone arriveranno. Ma solo dopo che hai innescato un processo, dopo che hai costruito una base solida.

In tutto questo devi restare fedele a te stesso e stare alla larga dalle tentazioni.

Eh sì, purtroppo lo so come funziona…

Google non ti calcola.

E tu allora pensi che devi modificare i tuoi testi per farli piacere a Google, allettato dall’idea del traffico facile (hahahaha).

E così quei testi li sfasci. Li riempi di parole chiave fino a farli diventare illeggibili. Inizi a pensare quanto lunga deve essere la risposta a una domanda secondo Google…una risposta che tu sai, e che quindi sai benissimo quando deve essere lunga!

In pratica disintegri il tuo contenuto per scendere a patti con una macchina, un oggetto inanimato. Revisioni e distruggi i tuoi testi per parlare con un frullatore.

E in cambio Google cosa ti dà? Ancora una volta, niente.

Ripensiamo insieme al concetto di valore, allora. Perché il vero valore sta nella capacità di imparare a comunicare con le persone.

Devi uccidere il narcisista che è in te. Ma neanche soffocarlo gentilmente con un cuscino, devi proprio schiantargli in faccia un blocchetto di cemento!

Il tuo contenuto dà valore se parla davvero alla gente, se è diverso dalle mille robe trite e ritrite che scrivono tutti.

E questo ci collega direttamente al prossimo punto…​

3) Non copiare quello che fanno gli altri

Hai presente una mandria di mucche?

Chiudi gli occhi e immaginatele: belle pasciute, con i loro placidi occhi bovini.

Cosa succede se tiri uno schiaffone sulla coscia a una mucca?

Lei si spaventa e scappa. E le altre le corrono tutte dietro, senza neanche sapere cosa l’ha impaurita tanto.

Ecco, Internet è esattamente così.

Quasi nessuno sa bene quello che sta facendo. Ma intanto tutti copiano dagli altri, sperando che qualcun altro lo sappia.

Ed è così che l’editoria e il giornalismo vanno in malora e perdono autorevolezza, intrappolati tra i titoli clickbait e la smania di pubblicare 100 articoli al giorno, senza più essere in grado di controllare le fonti o i refusi…

Copiare gli altri, però, è infruttuoso.

Intanto perché l’originale sarà sempre meglio della copia.

In secondo luogo perché gli obiettivi degli altri non sono i tuoi.

Tu devi concentrarti su due cose:​

  • parlare di quello che effettivamente conosci;
  • avere un dialogo autentico con i tuoi lettori.

Chiaramente con questo non voglio dire che non devi neanche guardare i competitor, ma devi farlo DOPO aver capito dove vuoi arrivare e quali sono le tue unicità.

Arrivare a scalzare i concorrenti dalla loro posizione in SERP è solo uno step, una parte del processo, non deve e non può essere il traguardo.​

4) Non pensare di monetizzare in fretta

Voglio raccontarti un episodio che mi è successo qualche tempo fa.

Mi richiede una consulenza una persona, che chiameremo Luigi.

Luigi è un padre disperato. Suo figlio, mi dice, ha aperto un blog sportivo e da due anni ci lavora incessantemente, pubblicando articoli ogni giorno. In questi due anni, però, il giovanotto non ha ancora visto il becco di un quattrino.

Luigi mi racconta tutto questo, e man mano che parla il volume di voce (e la sua frustrazione) cresce:

«Ma cosa c***o sta facendo mio figlio? Ma a cosa sta lavorando, che non prende soldi? Cosa devo fare con questo ragazzo?»

Ecco, io non me la sono sentita di dare a Luigi consigli sulla sua situazione familiare… ma non posso negare che, in fondo, aveva pienamente ragione.

Pensare che basti scrivere un blog con costanza per arrivare a monetizzare è una colossale stronzata.

Vuoi monetizzare? Benissimo, ma devi sapere esattamente come fare. E non in teoria, in pratica.

Considera che oggi ci sono le testate giornalistiche ridotte quasi sul lastrico perché non riescono a monetizzare il lavoro di produzione contenuti… non è che puoi pensare di arrivare tu, bello bello, e iniziare a fare i soldi con facilità!

Quindi per prima cosa devi capire precisamente i problemi che hanno gli editori. E poi devi individuare alcuni blog che invece monetizzano davvero con i contenuti, studiare come fanno e iniziare a immaginarti una strada – che, comunque, non sarà in discesa.

Scrivere non è sufficiente. La scrittura è solo la base, il tuo trampolino di lancio. Ma devi avere il motore, il carburante e i calcoli eseguiti alla perfezione, altrimenti il tuo razzo farà la fine dello Space Shuttle Challenger.

Beh, ma ci sono gli Adsense e i banner, no? Non posso monetizzare con quelle?

Sicuro. Ci sono le testate giornalistiche nazionali che non monetizzano abbastanza da sopravvivere, ma tu con il tuo bloggettino ci puoi fare i soldi, no?

No. Banner & Adsense troppo spesso sui progetti piccoli non bastano, pagano spiccioli. Se vuoi monetizzare davvero devi conoscere bene le affiliazioni, i funnel e tutto il mondo che le circonda, tanto per iniziare… ed è solo il principio.

Ricapitolando…

Se vuoi aprire un blog perché ti piace scrivere, ok. Se vuoi aprire un blog perché ti piace scrivere e vuoi guadagnare solo con i contenuti, pensaci bene.

Se tanti si schiantano miseramente, ci sarà un perché.​

5) Non sognare di avere un blog. Fallo.

Sai, io non sono una persona particolarmente sportiva.

Tempo fa però ho deciso di iniziare a frequentare la piscina per fare un po’ di nuoto. Ho comprato il costume, ho comprato gli occhialetti e ho comprato le ciabattine giuste.

Il semplice fatto di acquistare quelle attrezzature mi dava l’idea di essere un passo più vicino al mio obiettivo: era una botta di autostima.

C’è solo un piccolo problema… alla fine non mi sono mai iscritto in piscina.

Questo processo ha a che fare con la dopamina, l’ormone del piacere e dell’appagamento. Lo vedo accadere continuamente in chi pensa di avviare un blog.

All’inizio c’è questo entusiasmo così forte, questo perfezionismo che ti spinge a fare tutto alla perfezione.

Quindi prima di aprire un blog vai a studiarti WordPress.

Oh, ma quanti temi ci sono! Devo capire qual è il migliore…

Ah, ma che bellini i plugin. Vediamo quale andrebbe bene per me…

E così scivoli in un vortice che dura mediamente un paio d’anni. E quando finalmente tutto è pronto e puoi lanciare il tuo blog… beh, ti è passata la voglia di iniziare.

Se hai un obiettivo ben preciso, se sai dove vuoi arrivare, se sei certo di poter dare valore, non farti fregare da questa trappola. Piuttosto che perderti nelle virgole, vai su Medium e inizia a scrivere lì, senza dover costruire nessun blog.

Il valore delle informazioni che puoi dare, se sei davvero uno specialista, supera quello di qualsiasi piattaforma, qualsiasi ragionamento.

Quello che conta è comunicare. Quello che conta davvero è quello che scrivi, come ti differenzi dagli altri. 

Per costruire il blog, poi, c’è sempre tempo…

(E anche per farlo fare a qualcun altro).​

Vuoi aprire un blog? Parliamone

Ora che ho ridimensionato i tuoi sogni, discutiamo di cose serie.

Hai in mente un progetto di blogging ma hai dei dubbi? Parliamone insieme. Valutiamo la fattibilità, capiamo se ci sono i presupposti per il successo.

Chi mi conosce lo sa bene: sono un tipo pratico, che ti dice le cose come stanno.

Se ti interessa una consulenza in questo senso, mi trovi qui, se invece sei già in attività ma vuoi guadagnare visibilità sulle tue pagine quì è dove ti parlo del mio metodo di scrittura Visibile

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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