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Hotlinking & WordPress: Come proteggersi dagli hotlink e perché

Wordpress Hotlinking

Le immagini di un sito web o di un blog possono essere un importante fattore di ranking.

Usare sapientemente le immagini può sicuramente arricchire l’esperienza utente, mandando a Google segnali positivi che contribuiscono a far avanzare il sito in SERP. Ma è anche vero che immagini belle e originali si possono posizionare bene su Google Immagini, diventando una fonte di traffico diretta.

E qui, purtroppo, entra in gioco l’hotlinking, una tecnica di SEO negativa che di proposito o anche per caso può coinvolgere il tuo sito web.

Questa pratica, di cui si parla troppo poco, è doppiamente spiacevole.

Chi ne è vittima si vede, da un lato, defraudato delle immagini (e del relativo traffico proveniente da Google Immagini); allo stesso tempo, l’hotlinking drena risorse dal tuo sito, e crea forzatamente collegamenti non graditi con siti di bassa qualità.

In questo articolo cercheremo di capire bene come funziona questa strategia di negative SEO, come rendersi conto qualora ci si trovasse davanti ad un attacco e com’è possibile proteggersi efficacemente.

Pronto? Dai che andiamo.

Definizione di Hotlinking

L’hotlinking si verifica quando una pagina sul sito A carica media ospitati sul sito Y.

Il problema con questo processo è che ogni volta che la pagina dal sito A viene caricata, viene fatta una richiesta di immagine al server Y.

Questo significa che Y ha la propria larghezza di banda consumata senza essere effettivamente visitato e questo innesca un problema di superamento dei limiti del server o comunque di rallentamenti dovuti alle tante richieste esterne.

Cos’è l’hotlinking e che problemi genera

Spiegare come funzionano gli hotlink è abbastanza semplice.

Diciamo che sul tuo blog usi solo immagini originali, ben curate e che queste si posizionano bene su Google Immagini. Un bel giorno ti accorgi che il traffico proveniente dalle tue immagini crolla. Cerchi su Google Images e ti accorgi che le tue immagini sono ancora lì… ma utilizzate da altre pagine web!

Solo che – e questa è la vera fregatura – l’URL dell’immagine punta ancora al tuo sito.

Questo significa che il sito ladruncolo non solo sta sottraendo la tua immagine, ma che non l’ha nemmeno scaricata e caricata. Per visualizzarla fa infatti affidamento sulle risorse del TUO server!

Naturalmente tale pratica va a minare le performance del tuo sito, perché il server viene impiegato indebitamente anche da altri…

In più, il tuo sito si trova a ricevere uno o più link in entrata da domini solitamente infimi, che vanno a intaccare il tuo profilo di backlink e a trasmettere valore negativo.

Capisci bene, dunque, che questa tecnica danneggia sia le tue performance che l’autorevolezza del tuo dominio. Dal punto di vista della black SEO, è davvero un piccolo capolavoro.

Però non capita così spesso, vero Roberto?

Ahimè, non è proprio così.

Da consulente SEO che analizza quasi tutti i giorni profili backlink, sono costretto a dirti proprio il contrario: la stragrande maggioranza dei siti che analizzo sono bersagliati dagli hotlink.

(Ovviamente parlo di siti che hanno un portfolio significativo di link in entrata)

Nota bene: tecnicamente, l’hotlinking non è del tutto illegale.

Ma come, dirai tu, e il copyright?

È proprio qui che la faccenda si fa interessante… citando la fonte originale, gli hotlink non infrangono platealmente le attuali leggi in materia di copyright.

In realtà non è proprio così semplice, ma ti basti sapere che dal punto di vista legale la questione è spinosa e controversa.

Ora, io già immagino i più furbetti tra i miei lettori che pensano:

Beh, non male questi hotlink! Quasi quasi…

Lascia che ti dissuada dolcemente da questa malsana idea!

Oltre a non essere etica, questa pratica di negative SEO rischia di metterti nei guai agli occhi di Google per due motivi:

1) Non hai il controllo della fonte

Se il sito d’origine viene modificato, il tuo link in uscita genererà un brutto erroraccio. E se il proprietario legittimo dell’immagine si accorge del “prestito”, sta sicuro che sarà parecchio invogliato a fartela pagare… a volte sostituendo appositamente l’immagine incriminata con una più “divertente”.

2) Google potrebbe accorgersene (e sanzionarti)

Fortunatamente per chi come me è un consulente SEO white-hat, Google negli ultimi anni è diventato più bravo a individuare e penalizzare questo tipo di pratica.

Tutto chiaro fin qui?

Benissimo, vediamo ora come capire se il tuo sito è stato preso di mira.

Scoprire se il tuo sito viene attaccato dagli hotlink

Fortunatamente, l’hotlinking è abbastanza semplice da sgamare.

Ti basta quel magnifico strumento gratuito che è la Search Console, capace di segnalarti i siti web che mandano link alle tue pagine.

Certo, il profilo di backlink che ti fornisce la Search Console non è esattamente il massimo della raffinatezza. Per questo esistono tutta una serie di tool a pagamento che ti semplificano le cose: Majestic SEO e Ahrefs sono forse i più famosi.

Comunque, se vuoi avere un riscontro immediato senza controllare uno per uno i siti che ti linkano, puoi andare su Google immagini e digitare questa bellissima stringa:

inurl:tuosito.com -site:tuosito.com

In questo modo chiedi a Google di mostrarti tutte le immagini che hanno il tuo dominio indicato nell’URL di appartenenza, tranne quelle che stanno effettivamente nel tuo sito.

Non è detto che così riuscirai a rintracciare il 100% degli attacchi, ma sicuramente il grosso uscirà fuori.

A proposito di Server… Se vuoi approfondire puoi leggere anche:

Come proteggersi dall’hotlinking

Se scopri che alcune delle tue immagini sono state utilizzate per l’hotlinking, hai diverse strategie a disposizione:

  • Ricaricare le immagini con un diverso URL, rompendo così il collegamento;
  • Sostituire l’immagine con un’altra immagine sullo stesso URL che proclama il furto (questa non è una vera tecnica di protezione, ma di certo può svergognare i ladruncoli);
  • Decidere di usare i watermark sulle tue immagini;
  • Bloccare gli hotlink tramite .htaccess;

Le varie strategie hanno pro e contro, quindi ti consiglio di consultare il tuo consulente SEO di fiducia prima di applicarle.

Leggi anche: 5 opportunità che ignori del mio servizio di Link building (Non per tutti)

Bloccare gli hotlink via .htaccess

Bloccare gli Hotlink via htaccess non è poi così complicato, devi però fare attenzione perché questo file potrebbe mandare in crash l’intero sito qualora anche solo una virgola fosse fuori posto.

Se sai ciò che stai facendo ti lascio qui il codice che uso io tramite il quale riesco a bloccare gli hotlink da parte dei siti esterni a quelli dei miei clienti.

RewriteEngine on

RewriteCond %{HTTP_REFERER} !^$

RewriteCond %{HTTP_REFERER} !^http://(www\.)nomedeltuosito.com/.*$ [NC]

RewriteRule \.(jpeg|gif|jpg|png)$ - [F]

Per quanto mi riguarda, il consiglio più valido resta quello di agire all’origine del problema e scegliere un provider che offre l’hotlink protection, impedendo alle tue immagini e risorse di essere richiamate direttamente al di fuori del tuo sito.

Spero che questo contenuto ti sia stato utile!

Se hai bisogno di aiuto per proteggerti dagli hotlink, sai dove trovarmi.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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