Google Photos si trasforma con l’AI: animazioni e stili artistici per i tuoi ricordi

Anita Innocenti

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Google Photos si evolve: da archivio di ricordi a strumento di animazione e trasformazione artistica grazie all’IA, sollevando interrogativi sull’autenticità delle nostre memorie digitali.

Google Photos si reinventa con l'intelligenza artificiale, trasformando foto in video animati e applicando stili artistici tramite le nuove funzioni "Photo to Video" e "Remix". Una scheda "Create" accentrerà gli strumenti creativi, spingendo gli utenti a interagire attivamente con i propri ricordi. L'evoluzione solleva interrogativi sull'autenticità nell'era dell'AI.

Dai vita alle foto, o forse no?

La novità più appariscente è la funzione “Photo to Video“. In pratica, puoi prendere una qualsiasi foto statica dalla tua galleria e, con un tocco, l’algoritmo la trasformerà in un breve video di 6 secondi. Google offre due opzioni: una più discreta, chiamata “Movimenti leggeri”, che aggiunge piccole animazioni come il vento tra i capelli o il leggero incresparsi dell’acqua, e una più imprevedibile, “Mi sento fortunato”, che genera effetti più vistosi e inaspettati.

Questa tecnologia, basata sul modello Veo 2, è in fase di rilascio negli Stati Uniti, come riportato da Google stessa. L’idea di animare uno scatto può sembrare divertente, ma la domanda sorge spontanea.

Stiamo migliorando un ricordo o lo stiamo sostituendo con un artefatto digitale?

Ma l’animazione è solo l’antipasto.

La vera scommessa di Google è sulla trasformazione artistica, un terreno dove l’autenticità dei nostri ricordi inizia a vacillare.

Remix: quando i tuoi ricordi diventano un fumetto

Accanto all’animazione, arriva anche la funzione “Remix”. Questa permette di applicare stili artistici predefiniti alle tue immagini, trasformando una foto di famiglia in una tavola da fumetto, un ritratto in un personaggio anime o un paesaggio in uno schizzo a matita.

Le potenzialità creative sono evidenti, ma è anche il punto in cui la manipolazione digitale diventa palese. Google, consapevole delle possibili implicazioni, ha dichiarato che tutti i contenuti generati con questi strumenti saranno contrassegnati da un watermark, sia visibile che invisibile (il cosiddetto SynthID).

Un piccolo marchio basterà a distinguere un ricordo genuino da una sua caricatura digitale?

E soprattutto, con il tempo, ci interesserà ancora fare questa distinzione?

E per gestire questo nuovo arsenale creativo, Google ha pensato bene di riorganizzare l’intera interfaccia, accentrando tutto in un unico punto. Una mossa che, a prima vista, sembra logica, ma che nasconde una strategia ben precisa.

Tutto in un unico posto: la nuova scheda ‘Create’

Per evitare che queste nuove funzioni si perdessero nei meandri dell’app, ad agosto debutterà una nuova scheda chiamata “Create”. Questo diventerà il centro di comando per tutti gli strumenti creativi, vecchi e nuovi: dai collage ai video di highlight, fino alle nuove funzioni di animazione e remix.

La mossa è chiara: spingere l’utente a non essere più solo un archivista passivo dei propri ricordi, ma un “creatore” attivo.

Josh Sassoon, Director of UX di Google Photos, ha affermato che la nostra libreria fotografica non è più solo un archivio, ma “una tela per dare vita ai ricordi”, secondo quanto dichiarato a PetaPixel.

Una visione affascinante, certo, ma che trasforma anche i nostri momenti più personali in materiale da elaborare, remixare e, potenzialmente, snaturare.

L’obiettivo sembra quello di abituarci a vedere i nostri ricordi non tanto per quello che sono stati, ma per quello che potrebbero diventare con un filtro AI.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

8 commenti su “Google Photos si trasforma con l’AI: animazioni e stili artistici per i tuoi ricordi”

  1. Veronica Napolitano

    Ottimo, un altro modo per rendere le foto false. Davvero quello che ci serviva. Spero solo che non mi chiedano di pagare per queste “magie”.

  2. Renato Martino

    L’IA trasforma i ricordi in animazioni, ma l’autenticità resta un’incognita. Un’arma a doppio taglio per il nostro archivio visivo.

  3. Speriamo che “Mi sento fortunato” non crei ricordi… strani. 😂 Già diffido degli algoritmi. 🤖

    1. Roberta De Rosa

      Un bel giocattolo per dare una parvenza di vita ai ricordi, ma la sostanza? Resta un’illusione digitale ben confezionata.

  4. Luciano Gatti

    Intrattenimento digitale, certo. L’autenticità delle nostre memorie, invece, è un bene volatile, non un algoritmo.

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