Google cambia le regole immagini: l’URL unico diventa essenziale per la SEO

Anita Innocenti

L’aggiornamento delle linee guida SEO di Google per le immagini impone l’utilizzo di URL univoci per ottimizzare il crawl budget, ma l’adeguamento potrebbe rivelarsi complesso per molti siti web.

Google ha aggiornato le proprie linee guida SEO per le immagini, raccomandando l'uso di un URL unico e consistente per la stessa immagine su tutto il sito. Questa mossa mira a ottimizzare il crawl budget, permettendo ai sistemi di Google di mettere in cache l'immagine una sola volta. L'adeguamento, tuttavia, potrebbe richiedere modifiche tecniche significative per molti gestori di siti.

Google cambia le carte in tavola (ancora!) per le immagini: l’url unico diventa re

Google non smette mai di tenerci sulle spine, vero?

L’ultima trovata riguarda le immagini e come dovremmo gestirle sui nostri siti. In pratica, stando a quanto riportato da Search Engine Journal, Big G ha aggiornato le sue linee guida SEO per le immagini, mettendo nero su bianco una raccomandazione che, diciamocelo, aleggiava nell’aria: usare sempre lo stesso URL per la stessa immagine, anche se la usi in dieci, cento, mille pagine diverse del tuo sito.

La motivazione ufficiale? Ottimizzare il cosiddetto crawl budget.

Ma cosa significa davvero e perché a Google importa tanto, soprattutto adesso?

Il crawl budget: la coperta (sempre troppo corta) di google

Immagina il crawl budget come una sorta di “gettone” di attenzione che Google concede al tuo sito. Ogni volta che Googlebot visita le tue pagine per indicizzarle, consuma un po’ di questo budget.

Ora, se hai la stessa immagine ripetuta su tante pagine ma ogni volta con un URL diverso (magari perché il tuo sistema genera URL dinamici o hai diverse versioni caricate), Googlebot si trova a dover scaricare e analizzare la stessa identica foto più e più volte.

Un bello spreco di risorse, non trovi?

Specialmente per siti enormi, come gli e-commerce con migliaia di prodotti.

Google, nella sua documentazione ufficiale, spiega che usare URL consistenti aiuta i suoi sistemi a mettere in cache l’immagine una sola volta e a riutilizzarla, risparmiando tempo e risorse – sia per loro che, in teoria, per noi.

Una mossa che, guarda caso, arriva in un periodo in cui la quantità di contenuti, anche visuali (pensiamo all’AI che sforna immagini a raffica), sta esplodendo.

Sarà solo un modo per Google di alleggerire il proprio carico di lavoro?

Bello a dirsi, ma nella pratica, siamo sicuri che sia una passeggiata per tutti adeguarsi a questa ennesima richiesta?

La teoria vs la realtà: chi paga il conto?

L’idea di Google è chiara: semplificare. Ma sappiamo bene che tra il dire e il fare c’è di mezzo… beh, la tecnologia che usiamo tutti i giorni.

Molti Content Management System (CMS) o Content Delivery Network (CDN) hanno la brutta abitudine di creare URL diversi per le immagini a seconda di dove e come vengono usate. Per non parlare dei siti multilingua o multiregione che magari necessitano di varianti specifiche. Adeguarsi potrebbe significare mettere mano pesantemente a sistemi legacy o a configurazioni complesse.

È davvero un vantaggio per tutti, o solo per chi ha già infrastrutture moderne e flessibili?

C’è chi sospetta che sia l’ennesimo modo per Google di ottimizzare i propri costi, scaricando la complessità sui proprietari dei siti. E non è un timore campato in aria: su forum come WebmasterWorld già circolano voci di cali di traffico per chi ha strutture di URL delle immagini “disordinate”, anche se è sempre difficile isolare una singola causa.

D’altronde, non è la prima volta che Google ritocca le regole sulle immagini; già nel 2023 aveva aggiornato le indicazioni su come interpretare i tag <img>, segno di un’attenzione crescente (e forse un po’ pedante?) verso ogni dettaglio.

Insomma, sembra l’ennesimo compito a casa assegnato da Google. Ma al di là della fatica, cosa ci insegna questa mossa sul gioco della visibilità online?

Quindi, che si fa? l’arte di navigare le onde di Google

Alla fine della fiera, questa “novità” sull’URL unico per le immagini ci dice una cosa importante: Google considera le immagini non come un semplice abbellimento, ma come una parte integrante (e pesante, in termini di risorse) del contenuto da scansionare e indicizzare. La spinta verso l’efficienza è evidente.

Che sia per alleggerire i loro server o per migliorare davvero l’esperienza utente (un sito più veloce grazie alla cache?), il messaggio è chiaro: l’ottimizzazione tecnica, anche quella che sembra un dettaglio minore come un URL, conta sempre di più.

Per noi che lavoriamo sul web, significa dover essere ancora più attenti, più precisi, quasi maniacali nella gestione dei nostri siti. Non si tratta più solo di scrivere bei testi o scegliere belle foto, ma di assicurarsi che tutta l’impalcatura tecnica sia a prova di Googlebot.

È faticoso?

Sì.

È frustrante vedere le regole cambiare continuamente?

Assolutamente.

Ma lamentarsi serve a poco. La vera sfida è capire la logica dietro queste mosse – anche quando sospettiamo che sia più a vantaggio di Google che nostro – e adattare le nostre strategie.

Significa rimboccarsi le maniche, analizzare come sono gestite le immagini sui nostri siti e, dove necessario, intervenire. Perché nel grande gioco della SEO, chi si ferma è perduto.

E noi, vogliamo restare in partita, giusto?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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