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Link verso siti autorevoli: Google dice che non servono

Link verso siti autorevoli: Google dice che non servono | Roberto Serra

John Mueller risponde a una domanda di un utente e sfata un mito molto diffuso nel mondo SEO

Da decenni, in ambito SEO è diffusissima la convinzione che i link che puntano verso siti autorevoli possano offrire una spinta alla visibilità online.

Si tratta di una certezza che hanno in tanti, anche tra chi lavora come specialista in questo ambito. Eppure, sembrerebbe che si tratti di una convinzione del tutto infondata.

Così sembra, almeno, a sentire le parole di John Mueller su di una conversazione sul noto forum reddit.

In questo articolo vorrei mostrarti nel dettaglio cos’ha detto una delle voci più autorevoli di Google e partire da questo per esaminare la reale efficacia dell’utilizzo dei link in ambito SEO.

Un mito SEO che viene sfatato?

Tramite la voce (anzi, la tastiera) di John Mueller, Google ha voluto chiarire che i link in uscita verso i siti autorevoli non migliorano la SEO.

È successo su reddit, nella sezione, per l’appunto, dedicata alla SEO nella quale vengono discusse le ultime novità in ambito di ottimizzazione per i motori di ricerca. Qui un utente ha fatto una domanda molto specifica: “What will happen if i external link to a popluar website like wikipedia?“, ovvero, “Cosa succede se inserisco un link esterno verso un sito popolare come wikipedia?“.

E Mueller in persona ha risposto: “Non succede nulla. Perché dovrebbe? Questa è una di quelle cose che i SEO sostengono/sperano da decenni“, consigliando allo stesso tempo di trattare i link con la stessa logica utilizzata per la creazione di contenuti. Domandandosi se sono davvero rilevanti per gli utenti e se forniscono un reale valore aggiunto.

Se la risposta è sì, allora va benissimo inserirli. In caso contrario, no.

I link in uscita verso siti autorevoli non hanno necessariamente un impatto positivo sulla SEO

Incalzato da ulteriori domande che lamentavano anche (e giustamente) la mancanza di trasparenza di Google nei confronti delle best practice per soddisfare il loro algoritmo, un comportamento che ha spesso portato alla diffusione di falsi miti come questo, Mueller ha aggiunto che l’illusione di credere che linkare verso portali come CNN, Wikipedia, Apple ecc. dia un automatico boost alla visibilità circola fin dai primi anni 2000 e che si tratta di una convinzione che deve essere eliminata una volta per tutte.

In sostanza, il modo giusto di utilizzare i link consiste nel loro uso naturale, nell’inserirli solo quando ha davvero senso metterli, ad esempio per permettere al lettore di approfondire un argomento complicato, oppure per offrire maggiori informazioni a chi sta fruendo del contenuto. Riassumendo in poche parole, tutto ruota attorno all’esperienza utente: più attenzione viene riposta nel soddisfare le sue necessità e, nello specifico, il suo intento di ricerca, maggiore sarà l’impatto in termini di SEO.

Usa bene i link e gli utenti arriveranno in pagina in modo ‘naturale’. Usali male, a casaccio come fanno ancora in tanti, e non otterrai nulla.

I miti SEO secondo JohnPerché Secondo Lui Non è VeroPunteggio di Falsità MullerianaSecondo Me Invece
I link verso siti autorevoli migliorano la SEONon hanno impatto sulla SEO secondo le sue dichiarazioni10Non Proprio
I link esterni possono manipolare l’algoritmoDevono essere usati per fornire valore e contesto, non per ingannare9Non Proprio
Linkare verso portali come CNN, Wikipedia dà boostConvinzione infondata circolata dai primi anni 2000, deve essere eliminata8Non Proprio

L’impatto dei link sulla SEO: riavvolgiamo il nastro al 2000

Ora, per capire davvero cosa intendeva Mueller (e cosa intende Google), è opportuno ragionare più a fondo sulle parole dello zio John.

Perché sì, è vero che i collegamenti messi a casaccio servono solo a veder crollare il proprio posizionamento nei motori di ricerca. Però è anche vero che, leggendo letteralmente le parole di Mueller, sembra quasi che i link verso siti autorevoli sono assolutamente inutili. Ma non è esattamente così.

Vedi, nonostante gli algoritmi di Google si fondino su di un complesso equilibrio di fattori che vengono considerati dal motore di ricerca, come la qualità dei contenuti, la loro rilevanza nei confronti dell’intento di ricerca, la user experience e via dicendo, non dobbiamo dimenticarci di PageRank.

E che cosa sarebbe?

Una roba che ha cambiato drasticamente il web all’alba del nuovo millennio. Una roba creata nel 1997 da due signori di nome Larry Page e Sergey Brin. Sì, quei due che hanno fondato Google.

PageRank è un algoritmo che ha modificato il modo in cui i motori di ricerca ‘giudicano’ le pagine web. È dal momento della sua introduzione, sul finire del 2000, che le ricerche su internet come le conosciamo oggi sono state possibili per la prima volta: con una SERP che ci mostra i risultati pertinenti al nostro search intent in ordine di rilevanza.

Certo, una rilevanza che viene giudicata da un algoritmo, quindi soggetta a errori. Ma si tratta di un sistema che ha aumentato esponenzialmente la pertinenza dei risultati di ricerca rispetto a tutto ciò che esisteva prima.

Per spiegartelo in modo semplice, PageRank è un metodo per capire quanto una pagina web è importante contando quanti link la collegano ad altre pagine importanti. Più link riceve da pagine rilevanti, più diventa importante.

Come PageRank influisce sul posizionamento su Google

Ad oggi sono passati più di vent’anni dall’introduzione di PageRank. E nel mentre Google ha costantemente modificato i suoi algoritmi, aggiungendo numerosi altri fattori di ranking che hanno complicato notevolmente il meccanismo tramite il quale il sistema assegna un determinato ranking a una pagina.

Eppure, PageRank costituisce ancora uno dei capisaldi di Big G, guidando il motore di ricerca nel posizionamento dei risultati. Dunque, ancora oggi ricevere link da siti esterni, specialmente da quelli autorevoli, costituisce un ottimo catalizzatore per migliorare il ranking.

Sito senza backlink | Roberto Serra

Sta qui la potenza di pratiche SEO come la link building che mira, per l’appunto, ad aumentare la rilevanza e l’autorevolezza di una pagina web agli occhi di Google tramite l’uso intelligente di backlink (collegamenti che portano da ‘fuori’ all’interno del tuo sito).

Una strategia che fa parte dell’arsenale che metto a disposizione dei miei clienti per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca in modo organico. E sulla quale, secondo i dati riportati da Authority Hacker, la maggior parte dei marketer sceglie di investire più di 10.000 dollari all’anno in modo da sfruttare il potenziale dei link.

Grafico spese link building | Roberto Serra

Link in uscita: uno strumento per migliorare l’esperienza utente (e il ranking)

Ma, se fin qui ci siamo concentrati sul potenziale SEO dei link in entrata, cosa possiamo dire su quelli outbound, vale a dire quelli a cui si riferiva Mueller?

Beh, per quanto non esista una regola scritta che dimostri la loro utilità nel miglioramento del posizionamento sui motori di ricerca, non possiamo ignorare che, come accennato in precedenza, tra i fattori di ranking utilizzati da Google occupa un posto di rilievo l’esperienza utente.

È questa la strada che Big G sta cercando di seguire da diversi anni: focalizzarsi sulle persone e sul soddisfacimento delle loro esigenze. È da questo concetto che nasce l’esigenza di scrivere contenuti pensati per gli utenti, come più volte ho sostenuto sul mio blog.

E migliorare l’esperienza di chi naviga sul web significa soprattutto soddisfare il suo intento di ricerca, fare in modo che riesca a trovare le informazioni che cerca. Un obiettivo che i link esterni, soprattutto quando puntano a siti autorevoli che hanno dimostrato ampiamente la loro utilità per gli utenti, contribuiscono a raggiungere, dando la possibilità alle persone di approfondire determinati temi e ottenere ulteriori dati affidabili.

Quindi, ricapitolando quanto detto finora, mentre i link esterni continuano a essere un elemento chiave per migliorare il posizionamento nei motori di ricerca, quelli outbound possono contribuire a creare un ambiente informativo e utile per gli utenti, potenziando indirettamente la reputazione e l’autorevolezza del sito.

In conclusione

L’intervento di John Mueller su reddit ha sottolineato un’importante verità in ambito SEO: i link non sono uno strumento da usare per manipolare i motori di ricerca (anche perché non funziona così), ma un mezzo per arricchire l’esperienza degli utenti. L’utilizzo consapevole dei link esterni, non come tentativo di ‘ingannare’ l’algoritmo, ma come un modo per fornire valore e contesto, rientra perfettamente nella filosofia di porre l’utente al centro di tutto, una filosofia che muove le mie strategie e che costituisce la base su cui costruire un solido progetto SEO.

La lezione che possiamo trarre è chiara: nel mondo sempre più sofisticato della SEO, l’integrità, la trasparenza e l’attenzione autentica alle esigenze degli utenti non sono solo buone pratiche etiche, ma strategie vincenti.

🏆 Take Aways…

  • Sfatamento del Mito: La comune convinzione che i link esterni verso siti autorevoli possano migliorare la visibilità SEO è stata smentita da John Mueller di Google. Non c’è alcuna evidenza che tale pratica porti un automatico vantaggio nella SEO.
  • Importanza dell’Esperienza Utente: La vera chiave per l’utilizzo efficace dei link risiede nell’orientamento all’esperienza utente. I link dovrebbero essere inseriti se sono rilevanti per gli utenti e forniscono valore aggiunto, non come tentativo di manipolare l’algoritmo dei motori di ricerca.
  • Il Ruolo di PageRank: Nonostante le nuove evoluzioni, PageRank, un algoritmo introdotto nel 1997, rimane fondamentale nel posizionamento su Google. I link che una pagina riceve da altre pagine rilevanti possono ancora migliorare la sua importanza agli occhi del motore di ricerca.
  • Link Outbound e User Experience: I link in uscita possono non avere un impatto diretto sulla SEO, ma giocano un ruolo cruciale nel migliorare l’esperienza utente. Creano un ambiente informativo che aiuta gli utenti a trovare ciò che cercano, potenziando indirettamente la reputazione del sito.
  • Integrità e Strategie Vincenti: L’intervento di Mueller ribadisce l’importanza dell’integrità, della trasparenza e dell’attenzione autentica alle esigenze degli utenti nella SEO. Questi principi non sono solo eticamente corretti, ma rappresentano anche le strategie più efficaci per costruire un solido progetto SEO.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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