Appunti  

Perché la comunicazione autentica è la chiave per emergere nell’era dell’AI

La comunicazione autentica come chiave di marketing nell'era AI | Roberto Serra

L’intelligenza artificiale cambierà il tuo business… ma come prepararti?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo del business e del marketing.

E non è un parere ma un fatto.

Strumenti come ChatGPT stanno dimostrando di poter sostituire l’uomo all’interno di numerosi processi che riguardano la produzione dei contenuti. E, di questo passo, la sostituzione potrebbe (e sottolineo ‘potrebbe’) diventare totale.

È il momento di prendere in mano le redini di questa rivoluzione. È il momento di cambiare approccio e sfruttare questi strumenti a nostro vantaggio.

Ho passato mesi a domandarmi come fare.

In questo articolo ti lascio i miei ‘2 cent’ riguardo a come sta cambiando lo scenario del web marketing e quali sono a mio avviso le principali cose da tenere sotto controllo per distinguersi ed emergere, evitando di subire passivamente questi cambiamenti.

A cosa mi riferisco?

  • al perché non basta più produrre contenuti in quantità;
  • a ciò che conta davvero per il tuo pubblico;
  • come sfruttare l’intelligenza artificiale senza farsi usare da lei;
  • l’importanza di definire la tua visione e cosa realmente hai da dire;
  • come e perché devi concentrarti sul moltiplicare i tuoi contenuti di valore.

Sgancia la cintura perché questa volta bisogna davvero ripensare tutto da capo.

Mettere tutto in discussione.

In tanti dicono così, ma se così non fosse?

#avantitutta!

Quale futuro per il web marketing nell’era dell’intelligenza artificiale?

Siamo onesti, l’intelligenza artificiale ha portato con sé tantissime questioni e sfide, indipendentemente dal settore in cui si lavora. Che tu faccia marketing o altro, l’AI ha inevitabilmente trasformato il tuo modo di approcciarti al lavoro.

E in questo momento tutti si stanno facendo la stessa domanda: e mo’ che famo?

Per carità, ci sta tutto e d’altronde come ti dicevo anche io mi sono posto la stessa domanda in questi tempi incerti. Tempi nei quali l’AI si evolve a ritmo forsennato giorno dopo giorno.

Un fenomeno che però, non è certo nato adesso…

Sono anni e anni che gli investimenti delle multinazionali in ambito di intelligenza artificiale aumentano esponenzialmente e, nonostante un leggerissimo calo manifestatosi nel 2022, in base ai dati raccolti dal sito Statista è lampante quanto interesse stia catalizzando questa tecnologia da parte dei maggiori player del settore.

Grafico investimenti nel settore AI | Roberto Serra

Sembra ieri, quando il termine intelligenza artificiale generativa ha fatto capolino nel nostro mondo. Quando modelli come text-davinci sbalordivano tutti.

A dirla tutta sembra passato un nulla da quando, nel 2021, pubblicai il mio primo articolo interamente scritto usando dei modelli AI e le persone non potevano crederci!

Ma oggi l’intelligenza artificiale è ormai un dato di fatto, un argomento di discussione quotidiano, persino sulle pagine delle riviste di gossip!

E la meraviglia iniziale sai che ha fatto? Ha lasciato spazio agli interrogativi.

Come influisce l’AI sul mio campo di lavoro?

In qualità di consulente SEO, ti do la risposta in relazione a questo ambito. Ma se mi permetti (e so che lo farai) vorrei partire da un’analisi del panorama del web marketing prima dell’entrata in scivolata delle AI.

Sul web abbiamo fatto un casino

Tradizionalmente l’ottimizzazione per i motori di ricerca si basa su tre pilastri principali: la creazione di contenuti, l’attività di link building (ovvero, far parlare di sé al di fuori del proprio sito), e l’ottimizzazione tecnica del sito.

E da sempre sono stati in tanti a supporre che fare SEO consistesse principalmente nel seguire la convinzione che ‘più contenuti pubblichi più traffico guadagni’ e ‘più traffico guadagni e più opportunità di vendita ottieni’.

Ma qual è stato il risultato?

Vai di contenuti seminati a tappeto, nell’illusione che più ne pubblichi meglio è. E al diavolo la loro qualità, l’importante è ‘spararne uno’ ogni tot giorni.

Ed ecco che negli ultimi anni sono nati dei veri e propri mercati online di contenuti a basso costo dove i copywriter vengono retribuiti pochissimo – si parla di un centesimo a parola. Delle ‘fabbriche’ di contenuti di scarsa qualità, perché l’obiettivo principale è diventata la quantità fine a sé stessa.

Tutta roba fatta “per Google”…

A mio avviso solo ‘spazzatura’ con la quale è stato inondato il web.

Insomma, il punto che vorrei sottolineare è che, per anni, è stata creata un’enorme quantità di contenuti di scarsa qualità.

  • Ogni volta che è stato pubblicato un articolo a basso costo scritto solo per scrivere.
  • Ogni volta che è stato creato un blog solo per poi abbandonarlo dopo pochi post.
  • Ogni volta che il fai questo o quello veniva comandato dal fatto che “poi Google…”

Ed eccoci alla resa dei conti signori miei.

Perché sai cosa succede quando l’AI inizia a scrivere?

Succede che da tu che la usi a lei che ti usa è un attimo.

Oggi come oggi pur non essendo perfetta, sa scrivere meglio del copywriter medio (figurarsi di quello mediocre). E all’imprenditore non interessa chi o cosa genera i suoi contenuti: l’importante è che vengano scritti e pubblicati così da generare traffico. E se un’AI è in grado di farlo in una frazione del tempo necessario a un umano, con un livello di qualità accettabile, tanto meglio per le tasche.

Ecco, sta già succedendo tutto questo. Il web si sta riempiendo di contenuti generati dalle intelligenze artificiali. E, di fronte all’immondezza di cui ho appena parlato, mi spiace dirlo ma l’AI sta alzando il livello dei contenuti.

Una dura verità che ci costringe ad affrontare un’altrettanto dura realtà: per anni, non è stato fatto un buon lavoro.

Spesso, quando si parla di marketing digitale, si mette troppo l’accento sull’output – fai un video al giorno, pubblica un post ogni giorno, ecc. – senza tener conto di quello che si sta effettivamente dicendo.

Peccato che tutte queste ricette non tengano conto di una cosa.

Un contenuto di qualità è un dono, non qualcosa da produrre e diffondere a casaccio. Se il valore del tuo contenuto non viene percepito, non avrà alcun impatto, indipendentemente dalla frequenza con cui lo pubblichi.

Lo vuoi un consiglio? Da qui in poi, se vuoi far parte di quelli che si salveranno dallo tsunami che sta per arrivare, ti suggerisco di comprendere e ribadire a gran voce che l’unica cosa che conta davvero è oggi più che mai la qualità del contenuto.

Perché?

Perché se vuoi vincere con quello più bravo devi essere più bravo e no. Non ci sono scorciatoie, specie oggi che Google sta per trasformarsi in quello più bravo, in quello da battere.

Google e SGE: il concetto di ‘motore di ricerca’ sta scomparendo

C’è poi un altro problema di fondo legato all’irruzione sul web dell’intelligenza artificiale. E il problema lo hai davanti agli occhi tutti i giorni.

Vuoi un indizio? inizia con una grande G colorata.

Google ha presentato la sua prossima innovazione: SGE (Search generative Experience), un sistema in grado di rispondere direttamente alle query degli utenti senza passare per la ricerca dei risultati sul web.

Insomma, Google non farà più da intermediario tra noi e i contenuti, ma risponderà direttamente alle nostre domande.

E quando non avremo più bisogno di cercare, il cervello dei tuoi clienti, per sua stessa natura, sarà tentato di ripiegare sulla strada di minor resistenza. Siamo a rischio di regredire, di accontentarci di meno.

E guarda che ci siamo già dentro…

D’altronde, stiamo già sperimentando come, nell’età degli assistenti vocali, preferiamo essere guidati piuttosto che eseguire un comando. Ci piace quando Siri o Google ci danno direttamente le risposte, quando l’orologio ci dice quando bere acqua, quando il frigorifero ci dice cosa mangiare.

E anche questa sappi che no, non è una novità. Parlavo già di questo nel mio contributo sul libro “Neurobranding” (capolavoro di Mariano Diotto) pubblicato da Hoepli ed era il 2020… E senza troppi giri sai come va a finire se non fai attenzione?

“Ok Google, che dici, ci vado ora in bagno o è meglio aspettare ancora un po’?”.

È questa la direzione verso la quale stanno andando in tanti, perché è più semplice, richiede meno energie, ma espone al rischio di disimparare. Un rischio che dobbiamo assolutamente mettere in conto, così come dobbiamo mettere in conto che Google, in un certo senso, sta mostrando la sua vera natura: quella di una multinazionale, e non di un motore di ricerca.

È fondamentale comprendere che, in base alle iniziative prese da Big G, il concetto di ‘motore di ricerca’ come lo conosciamo oggi, potrebbe non esistere più. Google non sarà più solo il luogo dove digitiamo le nostre domande per avere delle risposte: si sta svelando come un’azienda, un competitor che darà le risposte al posto mio, tuo e di tutti coloro che sono presenti sul web. Verrà sempre più percepito dagli utenti come una vera e propria entità che ha un peso, un’influenza netta su di loro.

Insomma, Google come uno di noi. Un algoritmo che ti sostituisce sotto numerosi aspetti. Un’evoluzione che ci mette di fronte a uno scenario critico, quando ti fermi un attimo per realizzare che, un giorno non tanto lontano, quando sarai sotto i suoi comandi, potresti essere tu a dire a Big G:

Google sta pensando di rubarti i contenuti. E tu hai già accettato di lasciarglielo fare

La minaccia dell’AI e, in particolare, di Big G non si limita a quanto detto finora.

Google sta iniziando a raccogliere i dati dei siti web (in gergo diciamo ‘a fare scraping) al fine di allenare i suoi algoritmi. Ha persino modificato le sue politiche per permettere questo, e quando le accetti senza leggere, perché so che lo fai, stai in pratica dando il permesso a Google stesso di prendere i contenuti del tuo sito e usarli per rispondere direttamente alle query degli utenti.

Insomma, Big G si sta appropriando delle nostre parole cambiando drasticamente la relazione che noi tutti avevamo con lui: da alleato a concorrente.

Devi considerare attentamente quali saranno le ripercussioni di queste novità, soprattutto nel tuo marketing digitale. Se non vuoi finire per generare traffico per Google a tue spese, devi cominciare a pensare in modo diverso.

Non hai alternativa.

Non puoi più fare le stesse cose che facevi dieci anni fa.

Non puoi più pensare di scrivere articoli e fare acquisizione nello stesso modo.

Devi interrogarti su come approcciarti al marketing in maniera più strategica e mirata, tenendo conto del cambiamento del panorama digitale ma sempre tenendo il controllo delle tecnologie a base di intelligenza artificiale.

Perché il fatto che le abbiamo create noi, non significa automaticamente che sia facile governarle.

La realtà è che devi apprendere come utilizzarle efficacemente e, dico io: devi evitare di essere manipolato da loro.

Come usare la tecnologia senza farsi usare?

Quando si utilizza l’AI, si devono avere dei chiari obiettivi.

Troppo spesso vedo e sento imprenditori che si lasciano trascinare dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale. “Che bomba questa roba! Chissà quali cose straordinarie mi potrebbe permettere di fare!”.

La tecnologia ci permette potenzialmente di fare una marea di cose, ma poi dobbiamo essere noi a decidere quali. E, da quello che vedo sul web, non è che ci siano tante persone poi così brave a sceglierle.

Anche la possibilità di avere uno smartphone in mano, che ormai diamo per scontata, è un traguardo eccezionale. Potremmo fare di tutto con quell’aggeggio.

Ed invece per cosa lo vedi usare più spesso?

Bambini zittiti sul monitor dello smartphone e adulti in preda a ore passate dietro a video di gattini che si stiracchiano oppure nel guru di turno che ci spiega “Come guadagnare 50k a settimana (100% legit)”, o ancora nel tentativo di completare il test “Che frutto sei? Scoprilo ora!”.

Ti torna?

Insomma, la risposta alla domanda “Come possiamo navigare nel mondo in continua evoluzione dell’AI?” passa nella presa di coscienza che dobbiamo partire dal concetto ‘Per prima cosa, cerchiamo di capire come vogliamo usarla. Cosa vogliamo valorizzare tramite il suo utilizzo’.

E, permettimi di affermarlo a gran voce, nel marketing, anche ora che siamo fino al collo nell’era dell’AI, il fattore principe continua a essere il brand. Quel valore che rappresenta il tuo punto di vista, la tua visione di ciò che potrebbe accadere o di ciò che è già accaduto. Che esprime il tuo sentimento, il tuo ragionamento, e che ti distingue dagli altri.

In questa epoca senza precedenti, dove molti compiti possono essere effettuati da un algoritmo, il brand assume un’importanza più significativa che mai.

Utilizziamo l’AI per coltivare questo valore. Sfruttiamo il suo potenziale per diffondere i nostri contenuti, quelli che parlano realmente del nostro business, non per farli creare dai robottini al posto nostro.

Chiediamoci come l’intelligenza artificiale può aiutarci a trasmettere i nostri pensieri, le nostre idee, i nostri brand.

Ora più che mai possiamo iniziare a pensare al concetto di contenuto liquido, ovvero adattabile a vari formati e piattaforme. Possiamo ragionare su ciò che vogliamo diffondere e moltiplicare facilmente il messaggio grazie all’AI, aumentando la nostra presenza sul web.

Ed è qui che arriva la magia vera secondo me.

È questa la chiave di lettura che mi sento di offrire.

Torniamo alle nozioni fondamentali: cosa abbiamo veramente da dire alle persone?

A chi ci stiamo rivolgendo?

Se rispondiamo a queste domande e usiamo gli strumenti a nostra disposizione per moltiplicare e diffondere il nostro messaggio, aumenteremo automaticamente la nostra visibilità.

Mai prima d’ora abbiamo avuto a disposizione un mezzo così potente.

Senti a me: non lasciartelo sfuggire dalle mani.

I problemi da affrontare nell’era dell’AI…E le soluzioni da adottare!
Sostituzione degli umani nella creazione dei contenutiConcentriamoci sulla qualità più che sulla quantità. L’AI non può sostituirci in questo.
Evidenziazione della mediocrità dei contenuti prodotti fino ad oraEleviamo gli standard dei nostri contenuti
Google risponderà direttamente alle domande degli utenti del web e si appropria dei contenuti dei nostri sitiSe Google diventa un nostro competitor, combattiamolo valorizzando il brand e i nostri valori distintivi
Rischio di dipendenza dal lavoro dell’AIUtilizziamo le AI per moltiplicare i nostri contenuti, non per farli creare da loro

In conclusione

Il mondo sta cambiando rapidamente con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Non dobbiamo temere questi cambiamenti, ma imparare ad utilizzarli a nostro vantaggio.

L’intelligenza artificiale può aiutarci a diffondere messaggi di valore, se partiamo da contenuti solidi e riflettiamo su cosa vogliamo comunicare. Non accontentiamoci di produrre contenuti di scarso valore solo perché possiamo: l’intelligenza artificiale va usata per amplificare la nostra voce, non per sostituirla con quella di un software.

Le macchine possono svolgere molti compiti al posto nostro, ma la vera sfida è capire come utilizzarle per esprimere noi stessi al meglio, diffondendo messaggi che contano. Solo così potremo emergere dal rumore di fondo ed essere ascoltati.

Oggi e sempre

#avantitutta!

🏆 Take Aways…

  • L’intelligenza artificiale cambierà il mondo del business e del marketing. Bisogna prepararsi a usare questi strumenti a proprio vantaggio, non solo produrre contenuti in quantità, ma contenuti di qualità.
  • La qualità dei contenuti è più importante che mai. L’IA può produrre testi migliori di molti esseri umani. Bisogna puntare su contenuti di valore, non solo sulla quantità.
  • Google sta diventando più che un motore di ricerca, è un’entità con cui dobbiamo relazionarci strategicamente. Non possiamo più fare marketing come 10 anni fa.
  • Dobbiamo usare l’AI per diffondere i nostri contenuti, non per farli creare ad essa. Dobbiamo partire dal nostro messaggio ed usare l’IA come amplificatore.
  • La vera sfida è capire cosa abbiamo di unico da dire e usare la tecnologia per far sentire la nostra voce autentica. Solo così emergeremo nell’era dell’AI.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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