Claude 3.7 batte ChatGPT nella SEO (ma l’esperienza umana resta insostituibile)

Un report autorevole incorona la creatura di Anthropic come la migliore per l’ottimizzazione sui motori di ricerca, ma affidare il tuo ranking solo alle IA è ancora un azzardo. Ecco perché (e cosa devi sapere per il tuo business)

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📌 TAKE AWAYS

  • Secondo il benchmark indipendente di Previsible, Claude Sonnet 3.7 di Anthropic ha ottenuto l’83% di risposte corrette in un test con 50 domande SEO, superando ChatGPT 4o (79%) e Gemini 2.5 (81%). Tuttavia, il punteggio medio dei consulenti SEO in carne e ossa resta superiore, all’89%.
  • Il report evidenzia che gli LLM se la cavano bene nei compiti legati alla creazione di contenuti (media 85%), ma mostrano lacune evidenti nella SEO tecnica (79%) e gravi carenze nella SEO per e-commerce (solo 63%).
  • Le IA possono conoscere ogni regola della SEO, ma non sanno quando infrangerla con criterio. Un professionista esperto sa riconoscere sfumature, implicazioni tecniche e strategiche che un LLM per ora ignora.
Claude 3.7 è il miglior LLM per la SEO secondo un nuovo benchmark di Previsible, superando ChatGPT e altri competitor.
Ma l’esperienza umana resta irrinunciabile.

Confessiamolo.

Anche tu, come me, ogni mattina apri le notizie e ti senti un po’ come dentro una ruota panoramica impazzita.

IA e LLM nuovi ogni settimana, promesse mirabolanti, la sensazione costante di essere rimasto indietro, specialmente se hai un’attività online e la parola “visibilità” ti fa venire un principio di tachicardia.

E poi arriva la domanda fatidica:

ma questa IA, può fare anche la SEO per il mio sito?

Magari pure meglio di un professionista del settore?

Ecco, mettiti comodo, perché oggi parliamo proprio di questo.

Il 22 aprile 2025 è uscito un report che sta facendo discutere, una sorta di pagella dell’intelligenza artificiale applicata alla SEO, realizzato da Previsible, un’agenzia specializzata in ambito SEO, fondata da David Bell.

Secondo questo studio, Claude Sonnet 3.7 di Anthropic (uno dei concorrenti più agguerriti di ChatGPT, per intenderci), è risultato il primo della classe.

Ha sbaragliato nomi ben più noti come lo stesso ChatGPT, Gemini di Google, Llama di Meta (sì, quella di Facebook) e persino Grok di X.

Ma prima di affidarti totalmente alle IA, aspetta un attimo perché c’è un “ma” grande come una casa, anzi, come un umano.

La differenza tra IA e consulenti SEO in carne e ossa? È del 6% (ma non solo)

Il report di Previsible non lascia spazio a dubbi sulle performance di Claude 3.7.

In un test composto da 50 domande specifiche su vari aspetti della SEO – dal contenuto all’ottimizzazione tecnica, fino a quella per l’e-commerce – questo modello ha ottenuto un punteggio complessivo dell’83%.

Significa che ha risposto correttamente a 83 domande su 100, basandosi su quelle che sono considerate le “best practice” del settore. Un risultato notevole, che lo piazza davanti a tutti gli altri contendenti testati.

Giusto per darti un’idea, ecco come si sono piazzati gli altri:

Perplexity ha tallonato Claude con un 82%, seguito da Gemini 2.5 all’81%.

Il famoso ChatGPT 4o si è fermato al 79% (a quanto pare ci avevo visto giusto in questo mio articolo), appaiato a ChatGPT 3.5-mini (la versione più leggera) e a Copilot (l’assistente di Microsoft) entrambi al 78%.

Più staccati troviamo Deepseek (78%), Gemini 2.0 Flash, Llama 4 di Meta e Grok 3 di X, tutti fermi al 71%.

Report di Previsible aprile 2025, grafico con Napkin

Quindi, Claude 3.7 è il re della SEO artificiale?

Secondo questo benchmark, sì.

Ma nota bene: il punteggio medio degli specialisti SEO umani, sottoposti allo stesso test, è stato dell’89%.

Una differenza che può sembrare piccola, quel 6%, ma che nel mondo complesso e sfumato dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, può significare la differenza tra una strategia vincente e un buco nell’acqua (o peggio, una penalizzazione da Google).

Report di Previsible aprile 2025 su LLM e SEO
Previsible

Il successo di Claude 3.7 passa da due novità

Ma cos’ha di speciale questo Claude 3.7?

Anthropic lo definisce il suo modello più avanzato, basato su un approccio chiamato “hybrid reasoning” (ragionamento ibrido).

In parole povere, cerca di unire la capacità di seguire una logica complessa (il “reasoning”) con quella di eseguire compiti operativi, tutto nello stesso sistema.

Non servirebbero più modelli separati per pensare e per fare. È più versatile, più “intelligente” nel risolvere problemi articolati, sostiene la casa madre.

Inoltre, Anthropic (come tutti i suoi competitor) sta spingendo molto sugli agenti IA, come Claude Code, pensato per gli sviluppatori, che promette di leggere, scrivere, testare e persino inviare codice in autonomia.

Immagina un assistente instancabile che non solo ti suggerisce cosa fare, ma lo fa pure.

Come ti ho scritto qui, siamo in piena era agentica, non dimenticarlo!

Claude e ChatGPT a confronto, agentic tool use, fonte Anthropic
Fonte Anthropic

Un altro aspetto interessante è la possibilità di “istruire” il modello su come pensare:

ad esempio, puoi chiedergli risposte rapidissime per compiti semplici o dargli più tempo per analisi complesse.

E la sua base di conoscenza è aggiornata fino a ottobre 2024, il che non è male (anche se si potrebbe far di meglio) in un settore che cambia alla velocità della luce.

Per completare il quadro, Anthropic ha appena lanciato due nuove funzionalità (per ora in beta per gli abbonati ai piani a pagamento):

Integrations e Advanced Research.

La prima permette a Claude di collegarsi direttamente ad altri strumenti che magari usi già in azienda (tipo Atlassian per la gestione progetti, Zapier per automatizzare flussi, persino PayPal), attingendo dati e compiendo azioni direttamente lì.

La seconda potenzia la capacità di ricerca:

Claude, come ti anticipavo qui, può scandagliare centinaia di fonti (anche file locali sul tuo computer, se usi l’app desktop!) per generare report approfonditi, con tanto di fonti citate, in un tempo variabile tra i 5 e i 45 minuti.

L’obiettivo di Anthropic è chiaro: creare un’IA tuttofare, capace di ragionare, agire e supportare compiti complessi, per competere ad armi pari (o quasi) con colossi come OpenAI e Google.

Le ambizioni sono alte:

si parla di un obiettivo di fatturato di 34,5 miliardi di dollari nel 2027 (anche se a marzo 2025 la stima era di 1,4 miliardi annui, per cui la strada è ancora lunga).

Claude e ChatGPT a confronto, software engineering, fonte Anthropic
Fonte Anthropic

L’IA sa quasi tutto, ma capisce davvero? L’esperienza umana non è un optional

Tutto molto bello, vero?

Un’IA che sa tutto sulla SEO, aggiornata, veloce, che si collega ai tuoi sistemi…

Sembra il sogno di ogni imprenditore.

Ma torniamo al report di Previsible e a quel 6% di differenza.

Cosa rappresenta davvero?

Ce lo spiega bene un esperimento condotto da Francesco Margherita, un consulente SEO italiano noto per la sua schiettezza e precisione.

Margherita ha voluto mettere alla prova ChatGPT su un caso reale:

gli ha affidato un audit tecnico SEO (cioè un’analisi approfondita dello stato di salute di un sito web dal punto di vista tecnico) per un progetto su cui stava lavorando anche lui.

Gli ha fornito gli stessi dati che usava lui, gli ha chiesto analisi, commenti, suggerimenti.

Il risultato?

L’output dell’IA era, formalmente, corretto.

Zeppo di informazioni, preciso nel riportare le regole base della SEO.

Ma, come dice Margherita, aveva il livello di approfondimento di un “SEO alle prime armi”.

Mancava completamente la profondità, la capacità di contestualizzare, l’intuizione strategica che solo anni di esperienza sul campo possono dare.

Pensa a una cosa semplice come decidere se bloccare o meno una pagina tramite il file robots.txt (un file tecnico che dice ai motori di ricerca cosa possono o non possono guardare sul tuo sito).

Un LLM ti dirà la regola generale.

Un consulente SEO esperto, invece, valuterà il contesto:

Che tipo di sito è?

Che CMS usa?

In che periodo dell’anno siamo? (Margherita fa notare, ad esempio, che Google tende a indicizzare pagine bloccate proprio tra novembre e dicembre, per esempio…).

Saprà quando non applicare una regola, o quando adattarla.

Insomma, la vera differenza sta nell’esperienza.

Un’IA conosce le linee guida a menadito, perché le ha “lette” tutte.

Un professionista in carne e ossa sa interpretarle nel mondo reale, sa cosa succede davvero quando si applica una certa modifica, perché ha visto decine, centinaia di siti, ha commesso errori (e imparato da essi), ha affrontato problemi imprevisti, ha gioito per successi insperati.

Questo bagaglio, l’IA non ce l’ha.

Come dice Margherita, un LLM può dirti le cose giuste, ma non sempre quelle utili.

E, forse la cosa più importante, l’IA non ha “paura di sbagliare”.

Un consulente umano sì, perché sa che una decisione sbagliata può costare caro al tuo business.

Questa consapevolezza porta a un livello di attenzione, di prudenza e di pensiero critico che, al momento, nessuna macchina possiede.

Ma attenzione: non si tratta di mettersi in competizione con le IA, ma utilizzarle come strumenti per snellire e velocizzare determinati processi.

Concedimi la semplificazione un po’ tranchant, ma ci sono due categorie di professionisti che temono di essere sostituite dalle nuove tecnologie:

chi non porta nessun valore aggiunto, chi campa di rendita e non lavora bene (a questo proposito che siano benedette le IA che tagliano un po’ di rami secchi, perdona la schiettezza).

E chi non si aggiorna e per partito preso si pone in contrasto con gli LLM. Mossa sbagliata, ovviamente. In una gara sulla quantità le IA stravinceranno sempre.

Si tratta di puntare su ciò che ci differenzia da loro: l’empatia, lo spirito critico e l’esperienza personale quotidiana, tanto per cominciare.

Fidati: il search marketing nel 2025 non potrà prescindere da tutto ciò!

Sono aspetti fondamentali che vanno ben oltre il 6% registrato da Previsible.

Claude e altri LLM a confronto, fonte Anthropic
Fonte Anthropic

Cosa funziona (e cosa no) secondo il benchmark

Ma vediamo nel dettaglio il report di Previsible che ci dà anche altre indicazioni interessanti su come (e come non) usare queste IA per la SEO:

  • dove vanno meglio: le IA se la cavano abbastanza bene con i compiti legati ai contenuti (punteggio medio 85%). Possono essere utili per generare bozze, trovare idee per parole chiave, creare brief. Ma attenzione: usarle per generare tutto il contenuto in automatico è una pessima idea, come ti scrivevo qui e va contro le linee guida di Google sulla qualità. Devi sempre metterci del tuo, creare valore reale per i tuoi utenti se non vuoi incappare nella scure di Big G;
  • dove faticano: sorprendentemente, nonostante le decantate capacità di coding, le IA hanno mostrato debolezze sulla SEO tecnica (media 79%). Quindi, far fare un audit tecnico complesso o gestire una migrazione di sito a un’IA? Meglio di no, per ora;
  • dove sono quasi un disastro: la performance peggiore è stata registrata sulla SEO per e-commerce (media 63%). Un punteggio davvero basso, che suggerisce estrema cautela nell’affidare a un’IA compiti specifici per negozi online;
  • il trucco della “Persona”: chiedere all’LLM di comportarsi come un “esperto SEO” all’inizio del prompt (“You are an SEO expert…”) migliora leggermente le prestazioni (in media del +2.8%). Un piccolo accorgimento che puoi provare;
  • le funzioni “avanzate” non aiutano (anzi!): questa è stata la sorpresa più grande del report. Permettere all’IA di cercare sul web per rispondere ha peggiorato le performance (-3.2% in media). E usare le funzioni di “deep research” (quelle che dovrebbero permettere all’IA di “pensare” più a lungo e in profondità) ha dato risultati ancora peggiori (-5.7% in media). Sembra quasi che le funzionalità più pubblicizzate siano, per ora, controproducenti per compiti SEO specifici.

Il futuro della SEO è ibrido, ma guidato dall’uomo

Tiriamo le somme, allora.

Modelli come Claude Sonnet 3.7 sono senza dubbio potenti (te ne ho parlato anche in quest’articolo), forse tra i migliori oggi per certi compiti SEO specifici, come ci mostra il test di Previsible.

Le intelligenze artificiali stanno migliorando a una velocità che lascia senza fiato, è un dato di fatto.

Ma ricorda che queste macchine sono probabilistiche. Sono maestre nel predire la parola successiva più probabile, ma non sanno davvero le cose nel senso umano del termine.

Pensa all’esempio di un antifurto per la tua casa:

ti affideresti a un assistente vocale che lo imposta correttamente solo l’83% delle volte?

Immagino di no.

Finché l’affidabilità di queste IA non sfiorerà la perfezione, quel fatidico 99% e oltre, affidarsi ciecamente a loro per decisioni strategiche è semplicemente troppo rischioso.

L’IA non rimpiazzerà il tuo consulente SEO da un giorno all’altro.

Quella miscela unica di esperienza vissuta, pensiero strategico, capacità di risolvere problemi imprevisti e creativi, e l’abilità di far collaborare reparti diversi (tecnici, contenuti, marketing) resta saldamente in mani umane.

Piuttosto, impara a usare l’IA come un potente alleato, un supporto, non un sostituto alla guida.

Ma come possono tornare utili questi strumenti nella tua PMI?

Innanzitutto sono eccezionali per automatizzare le routine, per sfornare idee a getto continuo, o setacciare montagne di dati – pensa all’identificazione di opportunità per link interni o alla stesura di bozze iniziali per i contenuti. Possono davvero potenziare il lavoro del tuo team o del tuo consulente, liberando tempo prezioso per attività a maggior valore aggiunto.

Di conseguenza, l’investimento più intelligente che puoi fare oggi è ancora nella competenza umana. Un bravo consulente SEO o un’agenzia non si limita a eseguire compiti da checklist.

Costruisce una strategia cucita addosso al tuo business, ne misura l’efficacia, la corregge in corsa adattandosi ai capricci di Google e, ora, anche all’emergere dei motori di ricerca IA conversazionali.

Sa trasformare gli obiettivi di business in azioni SEO concrete, sa gestire progetti complessi fino al risultato finale e sa parlare la lingua sia degli sviluppatori che dei creativi.

Questo, un’IA, semplicemente non lo fa (ancora?).

In ultima istanza, tieni bene a mente un fatto importantissimo:

non basta più primeggiare nella classica pagina dei risultati di Google.

Devi iniziare seriamente a preoccuparti di come il tuo marchio, i tuoi prodotti e i tuoi contenuti vengono presentati quando qualcuno fa una domanda a ChatGPT, Claude, Gemini e compagnia cantante.

Ecco, se vuoi essere visibile nell’era delle IA, rivolgiti alla mia agenzia SEO:

il futuro è davvero ricco di opportunità, ma per coglierle è necessario il supporto di professionisti del settore.


Claude 3.7 batte ChatGPT nella SEO: Domande & Risposte

Claude 3.7 può sostituire un consulente SEO umano?

No, anche se Claude 3.7 ha ottenuto risultati eccellenti nei test SEO, con un punteggio dell’83%, resta comunque dietro agli specialisti umani, che hanno raggiunto l’89%. Le IA conoscono le regole, ma non possiedono l’esperienza, l’intuizione e la capacità strategica di un esperto in carne e ossa.

In quali ambiti le IA come Claude 3.7 sono più efficaci per la SEO?

Le IA si dimostrano utili soprattutto nella generazione di contenuti, nell’ideazione di keyword e nella creazione di bozze SEO-friendly. Tuttavia, faticano nella SEO tecnica e performano male nella SEO per e-commerce, dove la comprensione del contesto è essenziale.

Qual è il ruolo ideale dell’IA nella strategia SEO di un’azienda?

L’intelligenza artificiale deve essere vista come un alleato e non come un sostituto. Può accelerare processi, automatizzare compiti ripetitivi e supportare l’analisi dei dati, ma la guida umana resta essenziale per definire la strategia, prendere decisioni complesse e adattarsi ai cambiamenti dei motori di ricerca.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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