SEO Link Building, la strategia per posizionare le tue pagine in maniera sicura e permanente
Una delle strategie SEO sempreverdi sulla quale puntare anche quest’anno è sicuramente la link building. Ma tra falsi miti, leggende e la “fuffa internettara”, basta un attimo e si rischia di perdere il focus su ciò che è realmente importante: costruire un profilo backlink da scintille.
Ecco perché, da buon consulente SEO, oggi voglio parlarti di tutto quello che i para-guru del web non dicono sulla link building. A seguire i miei 10 consigli per spendere bene il tuo budget in favore di una link strategy che spacca.
Hai un’attività e stai cercando di svilupparla anche sul web? Ti vedo, lo so che ci stai provando ma hai perso la bussola. Probabilmente avrai sentito parlare di decine e decine di strategie “tutto e subito” che promettono di trasformarti nel super eroe del momento.
Ti avranno detto che:
- i social sono la chiave
- l’email marketing ti fa aumentare le vendite
- il paid traffic ti risolve i problemi SEO
Ma, se sei qui, vuol dire che in un modo o nell’altro sei entrato in contatto con il concetto di link building e digital PR. Grazie ai sempre più numerosi articoli e speech di sedicenti esperti web – Dio, ti prego, dimmi che un giorno la smetteranno – un gran numero di capitani d’azienda desiderosi di crescere online proprio come te sono entrati in contatto nei modi più disparati con la link building.
In alcuni contesti la link building viene spacciata per una specie di polvere magica in grado di portarti in un batter d’occhio a scavalcare i tuoi competitor in SERP (pagina dei risultati di ricerca). In pratica si fanno passare 2 messaggi fuorvianti:
- La link building è facile: ti dicono che se la fai fatturi in automatico i “big money”
- Volare ooooh-oh: metti i soldi e come per magia prenderai l’ascensore nei risultati di ricerca
Vuoi davvero che te lo dica? Per volare con il fatturato, Domenico Modugno non ti sarà certamente d’aiuto!
Perché la link building ti porti risultati sicuri e permanenti nel mercato italiano ci vogliono invece 4 parole: SEO link building strategy. No, quella parola non era in alcun modo un’offesa alla tua persona, ma andiamo avanti…
La SEO link building strategy è l’arte di pianificare una strategia di acquisizione backlink, ovvero dei preziosi collegamenti verso le pagine del tuo sito provenienti da altri siti. I backlink sono ormai da tutti riconosciuti come uno (ma non l’unico) tra i fattori più importanti per ottenere rilevanza e migliorare il posizionamento.
Ma posizionamento e rilevanza… de che?
- Delle tue pagine di vendita su Google
- Del tuo brand
- Della tua reputazione aziendale
Vuoi un primo vero consiglio? Mettiti una bella canzone di Modugno in sottofondo e continua a leggere.
In 10 minuti di lettura ti illustro 10 consigli pratici per arrivare a volare (davvero) con il tuo blog aziendale grazie alla costruzione della giusta strategia di link building. Ti suggerirò inoltre cosa devi esigere da parte del tuo servizio di link building per avviare un processo di qualità ed evitare di sprecare anche solo un centesimo delle tue risorse economiche.
D’altronde a te dei soldi che ti frega? 😀
SEO Link Building Strategy: perché?
Qual è il vero perché che si nasconde dietro la SEO link building strategy?
Presto detto, basta guardare all’interno del catino di questo settore (e neanche troppo a fondo) per scovare un’informazione che ti aiuterà a spalancare gli occhi. Google ha infatti parlato chiaramente per bocca di uno dei sui principali “impiegati” – ovvero Andrey Lipattsev, il suo Search Quality Senior Strategist. Riguardo ai fattori che contano per posizionarsi, Lipattsev disse:
I can tell you what they are. It is content. And it’s links pointing to your site.
Che tradotto suona più o meno così: “Vuoi sapere quali sono i 2 principali fattori di posizionamento (fattori che incidono sulla posizione che il tuo sito occupa su Google)?”
- I contenuti
- I link che puntano ad essi e al tuo sito
Così parlò Zaratustra, insomma. Ok, in questo caso ha la faccia del buon Andrey Lipattsev…. ma non dimentichiamoci che, come noto, i fattori di ranking in totale sono più di 200 (ammesso che non siano aumentati) quindi non è solo da link e contenuti che passa il successo del tuo sito.
Chiarito questo, rimane tuttavia innegabile che contenuti e link siano fattori di ranking che pesano come la parmigiana che mangiavi da tua nonna. Quella carica di olio. Quella che secondo gli esperti – fonti ufficiali – digerirai dopo 2030 anni circa.
La notizia – che gli per gli insider è stata tutt’altro che una notizia – è rimbalzata nel settore della SEO come una pallina da ping pong. Ricordiamo che risale al 2016, come testimoniato dall’articolo pubblicato in quel periodo da Search Engine Land (uno dei siti più autorevoli e aggiornati in tema SEO).
Tra l’altro la classifica completa comprenderebbe link, contenuti e RankBrain, argomento di cui ho parlato approfonditamente qui: Rank Brain: Conosci il cervello di Google e posiziona il tuo sito web.
Inoltre c’è un altro fatto: dal 2016 a oggi le cose non sono cambiate poi molto… anzi!
Ma non intendo annoiarti oltre. Sull’importanza dei link sono stati versati fiumi di parole (digitali). Quindi la domanda da farti ora non è più: link sì o link no? Ma invece: come diamine mi devo comportare in ottica di link building strategy?
Sappi che questo se lo chiedono in pochi, e ancora meno sono quelli che trovano una risposta sensata. Io non mi vanto di possederla, non sono certo il detentore della verità assoluta. Quello che però posso fare è darti 10 consigli che vengono direttamente dalla mia esperienza di consulente SEO e link builder.
Voglio parlarti di quello che da sempre ha funzionato in tema di link building per i miei clienti. Voglio presentarti subito la mia SEO link building strategy… riassunta in 10 semplici consigli applicabili anche da te.
Link Building data driven in 10 consigli pratici
Sapevi già che io stesso offro un servizio di link building? Probabilmente no. Quelle che sto per illustrarti adesso nel dettaglio sono proprio le azioni che faccio io quando devo iniziare una strategia di link building per i miei clienti.
Si tratta di una serie di valutazioni indispensabili se intendi muoverti con consapevolezza all’interno del mercato della link building in Italia. In questo ambito si trovano in alcuni casi delle ottime occasioni, ma in in molti altri c’è gente che cerca proprio di tirarti il cosiddetto “pacco”, spacciando link con pessime metriche capaci persino di penalizzare il tuo sito.
Vuoi ritrovarti a scalare SERP con link che ti danno la stessa spinta di una Cinquecento o preferisci saltare quanto meno su una BMW?
Bene, allora ti consiglio di leggerti questi 10 consigli.. almeno non tornerai da me con la faccia da cane bastonato lamentandoti che al mercato un signore molto convincente ti ha venduto vongole per ostriche.
1 – Cos’è la Link Building e perché devi fare attenzione alle “ancore”?
Prima di iniziare vorrei chiarirti subito cos’è esattamente la link building e cos’è una SEO link building strategy. Niente tecnicismi, sarò breve e trasparente.
Abbiamo visto che la link building è fondamentale in quanto si tratta di un rilevante fattore di posizionamento. Ma perché? Perché i link, oltre ad avere la funzione pratica di collegare due pagine nello stesso sito o in siti differenti, rappresentano per Google un segnale di rilevanza.
Un link è un suggerimento diretto a Google, un elemento capace di attribuire notorietà al sito che lo riceve. Il collegamento suggerisce al motore di ricerca che la pagina linkata è rilevante per un determinato argomento. E quando questo tipo di segnale si moltiplica, ovvero se più siti linkano la stessa pagina, stanno letteralmente indicando a Google che quella è potenzialmente una pagina di qualità per determinate parole chiave.
La link building è uno dei metodi più importanti per dare rilevanza alle pagine del proprio sito. Ottenere link attrae su di te l’attenzione di Google, e il risultato di tutto ciò diventa un migliore posizionamento nei risultati di ricerca.
Quindi diamo una una definizione di questa attività, riprendendola direttamente da Moz (tra i più autorevoli siti sulla SEO a livello internazionale):
La link building è il processo di acquisizione di collegamenti ipertestuali da altri siti web verso il proprio.
Come puoi leggere nel testo in inglese qui sopra, esistono molte tecniche per fare link building e ciascuna ha il suo livello di difficoltà. Moz specifica anche che gli esperti SEO ormai concordano sul fatto che la costruzione di link rappresenta una delle parti più difficili del loro lavoro.
Ecco che allora molti di noi passano la maggior parte della loro consulenza SEO a cercare di definire buone strategie di link building per i loro clienti. Il motivo è presto detto: se si è in grado di padroneggiare l’arte della costruzione dei collegamenti di alta qualità, si potrà veramente passare in vantaggio sia sugli altri SEO che sulla concorrenza.
Ehi, ma dove corri? Stavi già scappando a comprarti un bel pacchetto di link per superare i tuoi competitor? Aspetta un secondo che ora devo parlarti di anchor text…anch… ch.. che?!
I vari tipi di Anchor Text: cosa sono e come usarli
Caro mio, le ancore pesano. Ma tu questo lo sapevi già, giusto?
Quello che forse non sai è perché si parla di “ancore” nella link building e perché sceglierle bene è fon-da-men-ta-le! Lo hanno imparato a loro spese tutti quei web master che nel 2012, quando arrivò l’aggiornamento Penguin da parte di Google, videro i loro progetti colare a picco (a volte nell’ordine di decine di siti!).
Un anchor text non è altro che il testo visibile e cliccabile di un link. Ecco come si presenta con tanto di codice HTML intorno:
Il termine anchor text, o più semplicemente “àncora”, si applica sia ai link interni al sito sia a quelli in entrata o in uscita da esso.
Per creare link potenti è necessario ottimizzare le ancore al fine di creare un profilo backlink che non solo faciliti il posizionamento, ma che sia anche credibile. Eh sì, per funzionare i backlink devono infatti apparire quanto più possibile “naturali”.
Lo scopo è quello di rankare, ma anche – e forse soprattutto – di evitare qualsiasi tipo di penalizzazione da parte di Google, nello specifico:
- Penalizzazione algoritmica: vedi il caso di Penguin che in sostanza cambiò il mondo della SEO e della link building per sempre
- Penalizzazione manuale: sì, Google ha anche gentaccia che va a controllare specifici casi di siti sospetti che ricevono link in modo anomalo per numero e tipologia
Ecco a te i 7 + 1 tipi di ancore principali che ti consiglio di utilizzare in maniera più omogenea possibile:
- Ancora di tipo “brand”: un’ancora branded è quella che linka il nome della tua azienda o servizio specifico. Nel mio caso questo tipo di ancora sarebbe “roberto-serra.com“. Si tratta di una tipologia di ancora molto safe da utilizzare.
- Ancora generica: tutti i web master ne hanno usata una almeno una volta nella vita. Si tratta delle classiche frasette semplici che usiamo per linkare come: clicca qui, vai qui, questo sito etc…
- Ancora URL: in questo caso l’ancora combacia con l’URL che in genere inseriamo nel testo per linkare, quindi per esempio: https://www.roberto-serra.com
- Ancora/immagine: nel caso in cui si inserisce un link in un’immagine, l’anchor valutata da Google sarà quella del famoso testo ALT dell’immagine stessa
- Brand + keyword: in alcuni casi si cerca di diversificare il profilo backlink inserendo come ancora il brand + una keyword di riferimento come: “Roberto Serra SEO link building strategy“
- Variazioni di keyword: se la keyword da spingere è “link building”, è possibile scegliere di associarla con alcune variazioni. Ad esempio: “come fare link building” o “tecniche per costruire link” etc
- Target keyword + parole generiche: quando all’interno di un testo capita di nominare la propria target keyword, è possibile selezionarla insieme al testo limitrofo per creare una buona ancora. Esempio: “questo articolo sulla link building“, oppure “leggendo questo post sulla link building” etc
2 – Anchor Text a “chiave secca”: come usarle senza scottarsi
Infine abbiamo l’ancora a chiave secca, e qui dobbiamo soffermarci un secondo di più. Qualunque esperto SEO che si rispetti sa infatti bene come questa tipologia ricalchi alla perfezione una chiave di ricerca ben precisa; ecco perché è quella che può allo stesso tempo distruggere o far volare il tuo sito.
Alcuni esempi classici di anchor a chiave secca:
- Torta di mele
- Scarpe Nike
- Hotel Roma
Nell’immagine puoi vedere la chiave secca inserita all’interno di un testo di esempio:
In genere, quando si sceglie di usare questa tipologia di ancora lo si fa a seguito di una keyword research e per le chiavi ad alto potenziale di monetizzazione, insomma le parole chiave per le quali sicuramente vorresti posizionarti anche tu con il tuo sito web.
Ma cos’hanno di tanto speciale le ancore a chiave secca? Sono quelle che danno a Google il segnale più forte in assoluto. Quando si viene linkati con un anchor text di questo tipo, al bot che legge la tua pagina corre un brivido lungo la schiena.
In pratica gli si sta suggerendo che:
La pagina di destinazione di questo link è molto rilevante per la parola chiave contenuta nell’anchor text.
Il risultato? Se l’operazione è ben gestita, ripetuta più volte ed in maniera intelligente, la pagina obiettivo comincerà a scalare la SERP come se non ci fosse un domani.
Questo non significa arrivare automaticamente nei primi 3 risultati di Google, ci sono molti altri fattori da considerare. Tuttavia, non è raro vedere la pagina target rankare dove prima non aveva mai osato.
Tutto questo grazie al semplice testo di un link.
Tu cosa te ne fai delle ancore secche?
Robbè, ho capito, ma io faccio l’imprenditore e vendo borracce ad Honolulu, che me ne faccio de ste ancore?
Premesso che se vuoi approfondire puoi sempre richiedermi una consulenza SEO, ti faccio subito un esempio pratico.
Ipotizziamo che tu abbia un concessionario e che tu venda anche auto usate in quel di Torino. Facendo una ricerca con un qualsiasi SEO tool scopri che effettivamente ogni mese ci sono tra le 90 e le 150 persone che su Google cercano la parola chiave “automobili usate Torino”.
Questa è una chiave che esprime un preciso intento da parte dell’utente, un intento transazionale. Parliamo quindi di una ricerca ad alto potenziale di “conversione”. In altre parole, è probabile che l’utente sia davvero interessato ad acquistare un’auto usata nella zona di Torino. E se tu le vendi… beh, avrai già capito dove voglio andare a parare. Conquistare una buona posizione per quella chiave di ricerca su Google potrebbe far schizzare in alto le tue vendite!
Ora ti è più chiaro il concetto?
Quindi cosa fare? Oltre a dover applicare sul tuo sito aziendale tutta una serie di buone pratiche SEO, puoi iniziare a fare campagne di link building per incrementare il ranking delle tue pagine per chiavi obiettivo come “automobili usate Torino”.
Ottenendo link da siti esterni con ancora secca di questo tipo, le tue pagine potrebbero iniziare a posizionarsi meglio. A quel punto tu e il tuo brand otterreste molta più visibilità da parte di una audience altamente interessata all’acquisto del tuo prodotto/servizio.
Bella la vita vero? Aspetta… indovina? Ci sono dei rischi proprio dietro l’angolo.
I rischi delle ancore a chiave secca
Hai fatto un’analisi keyword attenta? Mi auguro davvero di sì, perché senza una keyword research non andrai tanto lontano. Se tutto torna, ora ti è chiaro che nella tua SEO link building strategy i link a chiave secca non possono mancare.
E però… non devi esagerare.
Nel corso dell’articolo ho più volte fatto il nome di Penguin. Si tratta di un aggiornamento che venne fatto all’algoritmo di Google proprio per scoprire chi abusava della link building per rankare.
Tutti i siti che sono stati riconosciuti colpevoli di tali pratiche… beh, ti dico solo che non ricevono più visite dal giorno in cui Penguin è entrato in azione.
Sono stati penalizzati. Caput.
Più di un esperto SEO è stato letteralmente distrutto da questo cambio di algoritmo, tanto da non voler più sentire parlare di due cose: di link… e della suocera settantenne che gli chiede di spiegargli cosa sono i link. Ma quello è un altro discorso.
La link building non è uno scherzo. Ecco perché la si dovrebbe lasciar fare solo a chi è realmente preparato a farla. Raggiungere un profilo backlink equilibrato, infatti, non è cosa da poco. Bisogna ragionarci molto bene a livello tecnico per arrivare a un risultato inattaccabile, in modo che non ci sia pinguino che tenga 😉
Chiudo questa parte con un’infografica che ti mostra le percentuali “sane” di presenza di anchor text all’interno di un profilo backlink.
3 – Quali articoli e su quali siti pubblicarli?
Ora in un certo senso cambiamo argomento. Dopo averne parlato a lungo sarai stufo di ancore e pinguini. Che ne dici di scoprire come scegliere bene i siti per la tua link building?
Premesso che ti servirà certamente un piano editoriale contenente gli articoli che vuoi far pubblicare in giro, in linea generale i siti che devi scegliere per farti linkare devono essere a tema con il tuo. Insomma, l’ideale è che abbiano a che fare con le pagine di destinazione selezionate per il tuo sito.
Torniamo all’esempio di prima. Se vendi macchine non è proprio una buona idea farti linkare da un sito che parla di giardinaggio. Questo confonde il Google crawler (robot di scansione di Google) e rischia di far apparire come innaturale l’attività di link building con conseguenti rischi, soprattutto se la pratica è reiterata.
Non è facile trovare siti che trattano il tuo stesso argomento disposti a linkarti. Molto spesso, infatti, potrebbe trattarsi di tuoi competitor… e, se anche solo ti avvicini, non faresti nemmeno in tempo a finire di dire “link” che li vedresti già ringhiare.
4 – Differenza tra Guest Post e Pubbliredazionali
L’idea, quindi, è quella di trovare blog e siti che trattano i tuoi argomenti e pubblicare lì dei contenuti che ti linkino – meglio se scritti secondo le buone pratiche di SEO copywriting. In base al sito e alla tipologia di contenuto, l’articolo che conterrà il link può essere di due tipi:
- Guest Post: se viene pubblicato su un blog o su un sito a tematica inerente alla tua (previa comunicazione con il proprietario)
- Pubbliredazionale: se parliamo di un articolo steso in modo simile a un articolo di giornale, ma che ha in realtà un contenuto pubblicitario e viene pubblicato su testate generaliste. Questo tipo di attività è quella che spesso si sposa meglio con le Digital PR.
Ecco un esempio di pubbliredazionale pubblicato sul sito della famosa testata giornalistica online TGCOM24.
In entrambi i casi diventa necessario sfoderare le proprie doti di comunicazione; bisogna infatti entrare in contatto con redattori e proprietari di blog per chiedere loro la cortesia di farsi linkare.
La “cortesia” cui faccio riferimento può significare anche l’eventualità di ottenere il link dietro pagamento. E anche se è innegabile che una percentuale di successo te la giochi sulla qualità dei pezzi che hai inserito nel tuo calendario editoriale, molto spesso il pagamento è la strategia più semplice e diretta.
Quindi, a meno che tu non scelga di affidarti a un servizio di link building (come il mio) già pronto e che faccia tuuuuuutto quello di cui ti ho parlato sinora ed oltre…ti conviene travestirti da Cappuccetto Rosso e andare a bussare a qualche porta. Ricordati di portare con te gli occhioni dolci e cercare di usare parole al miele per convincere il lupo cattivo di turno a darti quel collegamento ipertestuale.
In altro parole devi fare link outreach. Ecco cos’è e come si fa!
5 – Link outreach: trovare e contattare chi fa per te
All’interno della tua SEO link building strategy, la link outreach è un’attività fondamentale. Ripeto, se non scegli di affidarti a chi ha tutto il pacchetto già pronto e devi solo pagare per sfruttarlo, questa è praticamente l’unica alternativa che hai.
È chiaro che dedicarti alla link outreach fai da te (attività di ricerca e contatto di altri siti per ottenere link) ti farebbe risparmiare denaro, ma non sempre il risparmio vale il costo dell’enorme quantità di tempo investito in tale attività.
Cos’è la SEO link outreach? Come farla?
L’outreach è uno dei modi in cui si realizza la link building qualora non si intenda acquistare link.
Un’azienda può fare outreach in diversi modi:
- Email outreach
- Social outreach
- Influencer outreach
- Press outreach
Ognuna di queste modalità prevede di contattare delle persone con l’obiettivo di ottenere una menzione in contenuti da te creati sui loro siti web, così da guadagnare dei backlink verso il tuo.
Fidati, è più semplice a farsi che a dirsi 😉
Tra le varie tipologie di outreach, quella che interessa di più a te e che può riuscirti più semplice è quella del tipo Email/PR. Essa comporta l’invio di e-mail alle persone con una richiesta di pubblicare contenuto sul loro sito.
Tuttavia non è possibile inviare e-mail in modo casuale. Come abbiamo visto prima, va effettua una ricerca adeguata e bisogna trovare siti web che siano rilevanti per i tuoi scopi di link building.
Fatto ciò puoi passare a creare un’e-mail personalizzata per i proprietari/gestori del sito web e fare loro un’offerta di valore, che potrebbe consistere nel dare loro un feedback relativo al loro sito, nell’indicare alcuni link non funzionanti o in un altro tipo di servizio.
Ormai non è più una bestemmia parlare anche di pagamenti. Sconsiglio però di farlo da subito, nella prima email, perché parlare di soldi subito non aiuta a costruire un rapporto che abbia anche una parvenza di sincero interesse verso il sito dove pubblicare.
Esempio di template per richiesta link
Il sempre ottimo Neal Patel ci offre un esempio eccellente di messaggio da mandare per una richiesta di link. Mi sono curato di farne una traduzione per te.
Come sempre, gli elementi vincenti di una buona comunicazione sono la schiettezza e la simpatia:
Oggetto: [inserisci il nome del proprietario], penso di essere innamorato di te
Spero che l’oggetto dell’email non ti abbia spaventato troppo, ma penso di essere innamorato di te. Non preoccuparti, non è niente di raccapricciante. Ciò che intendo è che sono innamorato del tuo sito [inserisci il nome del sito]. Sono sicuro che tu riceva un gran numero di messaggi di persone che ti dicono qualcosa di simile ogni giorno, quindi non ti annoierò oltre sui miei perché. In cambio ho pensato di darti un feedback su quello che penso potresti migliorare nel tuo progetto: 1° suggerimento, 2°. suggerimento.
Se ti stai domandando come ringraziarmi per questo piccolo gesto, sentiti libero di mandare un link al mio sito web [inserisci URL] 😉 No aspetta, scherzavo, hai già fatto abbastanza per me dandomi l’opportunità di fruire del tuo sito che è così figo!
Saluti, [tuo nome]
PS: comunque davvero, se dovessi linkare al mio sito [inserisci link], beh, mi faresti davvero felice.
Ti ho tradotto questa mail per aiutarti a comprendere la logica e la dinamica. Io personalmente ho decine di modelli che utilizzo e continuo a migliorare. Questo modello è molto “americano”, ma se riesci ad usarlo come spunto potrebbe diventare un buon inizio per buttare giù qualcosa di interessante.
Se poi vuoi una mano con la link building outreach, vuoi sfruttare i miei modelli e ricevere link come se non ci fosse un domani… beh, in quel caso contattami pure per una consulenza SEO.
6 – Analizzare per scegliere: i siti per la tua Link Building
La selezione delle risorse per la link building richiede sempre molto tempo: si tratta infatti di uno dei compiti SEO più meticolosi e laboriosi, che si riferisce direttamente alla valutazione di siti web secondo molti criteri diversi.
Io ho sistematizzato tutto questo lavoro e ho stilato un elenco delle metriche più importanti per la link building da considerare per ogni singolo sito. Sono certo che potrà renderti il compito più facile 🙂
Partiamo subito:
1. Valutazione del sito web e tasso di trust del dominio
Tutti sanno che oggi il SEO specialist utilizza servizi come Alexa, Ahrefs, Semrush e Majestic per misurare il valore del sito web.
Questi tool analizzano molti dati che possono essere divisi in due gruppi: la valutazione e le metriche di fiducia.
- Il primo gruppo di parametri mostra la posizione del sito web nelle valutazioni indipendenti composte da ciascun servizio
- Il secondo gruppo riflette il livello di fiducia dei motori di ricerca nei confronti del sito web
I nomi delle metriche possono essere diversi per ogni servizio, ma il loro significato è di solito simile. Per conoscere l’autorità di un sito su SEOZoom, ad esempio ti basta, cercare il dominio all’interno della suite:
In questo modo si scopre che il sito di Repubblica.it ha una Zoom Authority altissima, 84/100. Ecco quindi che ricevere un link da questo sito potrebbe portare ad un forte incremento di rank per la pagina obiettivo.
2. Citation Flow e Trust Flow
Altre metriche importanti sono quelle di Majestic, un tool molto utilizzato dall’esperto SEO. Da un’analisi fatta con questo tool si possono ricevere due dati fondamentali riguardanti un dominio:
- Citation Flow: una metrica di Majestic che si riferisce alla popolarità di un link in un sito, senza considerare la qualità di questi link. L’esempio perfetto sono i siti porno, che hanno un Citation Flow molto elevato ma come puoi immaginare non ti restituiranno un bel segnale. Infatti un sito web con molti link che puntano ad esso sarà influente e otterrà un buon flusso di citazioni indipendentemente dall’argomento trattato.
- Trust Flow: un’altra metrica di Majestic che analizza l’affidabilità di un sito misurandone la qualità – la qualità è proprio il dato essenziale di questa metrica. Se un link che punta al tuo sito web è autorevole e qualitativo, allora anche il trust del tuo sito aumenterà.
Un buon Trust Flow è più difficile da ottenere rispetto a un buon Citation Flow, quindi quest’ultimo sarà sempre più alto rispetto all’altro dato.
3. Spam Score
Lo Spam Score è stato sviluppato dalla società di software e dati SEO Moz per misurare la qualità di un sito web. Esso indica quanto è “spammoso” un sito secondo un rating ideato da Moz, che si trova tra 0-17. Se un sito ha un punteggio di spam di 17, allora è possibile ipotizzare che sia nella lista nera di Google e che non sarà mai trovato nei risultati di ricerca.
Supponiamo che il tuo sito abbia un punteggio di 1, 2, 3 o 4. Sei salvo, non c’è nessun problema, tuttavia si dovrebbe comunque fare attenzione perché il dato indica comunque un certo livello di rischio, e quello stesso sito potrebbe essere penalizzato in futuro.
Il principio generale è:
- mai farsi linkare da siti spam
- mai farsi linkare da un sito che abbiano subito una penalizzazione
- meglio evitare qualunque sito sia mal visto da Google
4. Situazione del traffico
No, non devi consultare il GR 1 per capire se puoi acquistare un link da un sito, non sto dicendo questo 😉
Sto parlando del “traffico” verso il sito che hai adocchiato per farti linkare, quindi di numero di visitatori giornalieri e mensili.
Molti lo sottovalutano, ma i dati relativi al traffico su un sito sono una spia dello stato di salute e di sviluppo di un sito. Se il sito esiste da molto tempo e ha una tendenza decrescente in fatto di visitatori, è chiaro che qualquadra non cosa!
I siti possono perdere traffico per molti motivi, certo. Tuttavia, anche se la causa del calo non dovesse essere una penalizzazione da parte di Google, è chiaro che come minimo quel progetto è stato abbandonato e non viene aggiornato abbastanza.
Il risultato? Otterresti un link il cui potenziale si sgonfierà piano piano, come una ruota bucata.
Sempre meglio selezionare link provenienti da siti vigorosi e ben aggiornati, che quindi presentano un traffico in crescita.
Questo è un grafico preso sempre dalla suite di SEOZoom. Si possono consultare facilmente grafici simili per scoprire l’andamento del traffico di un sito: anche se non si possiede un abbonamento al servizio basta inserire nome a dominio + estensione nella search bar e si potrà visualizzare il grafico.
5. Anzianità del dominio
L’esperienza e la saggezza contano anche in fatto di domini, e sembra proprio che Google nutra un certo “feticismo” per i (domini) vecchietti. Lascia che ti spieghi perché l’età di un dominio è importante quando devi scegliere i tuoi succosi backlink.
Quando ci si chiede se l’età del dominio è importante per la SEO, è importante prima di tutto capire come Google calcola il posizionamento di un sito web nel suo motore di ricerca. Con i backlink che giocano un ruolo così importante nell’algoritmo di Google, dovremmo anche chiederci quale possa essere un processo “naturale” per l’acquisizione di backlink.
Così, quando c’è un dominio vergine nuovo di zecca, generalmente si inizia senza backlink. Per ottenere backlink di qualità nella stragrande maggioranza dei casi ci vuole tempo. Il proprietario del sito web (o agenzia di marketing digitale che lavora per il proprietario) deve creare contenuti perfettamente ottimizzati lato SEO copywriting, originali e di qualità. Questi saranno da diffondere “socialmente” per crescere alla giusta velocità. Solo DOPO tutto questo si può iniziare a fare link building.
Ottenere un profilo backlink di valore, dunque, richiede tempo e fatica. Non accade da un giorno all’altro; non naturalmente, in ogni caso. Per questo, più un dominio è anziano e maggiore autorevolezza avranno le sue pagine… e i suoi backlink che puntano al tuo sito!
Ti stai chiedendo come verificare l’anzianità di un dominio? Niente di più semplice.
Ti basta usare un tool come Domain Age Tool, completamente gratis! Ecco come fare nell’immagine qui sotto:
E ora che sai come divertirti a sbirciare l’anzianità altrui, andiamo oltre. Ti piacerebbe sapere quali tipologie di siti e articoli sono i migliori per fare link building… e massimizzare i risultati?
7 – Link alla Home Page? Yes, please!
Come volto del tuo brand, la homepage deve essere il più forte possibile. Come puoi immaginare non sto parlando solo dell’aspetto estetico. I link alla homepage sono importanti perché inviano segnali riguardo tutta la tua “casa”, e questo aiuta i motori di ricerca a capire di cosa tratta il sito.
I backlink della homepage, dunque, sono ancora molto importanti. In sostanza, essi aiutano il flusso del PageRank a fluire in tutto il tuo sito; inoltre non sono molto difficili da ottenere qualsiasi sia la tecnica di link building adottata.
Normalmente i siti web ricevono collegamenti alla homepage in modo “naturale” quando il marchio o l’azienda hanno ricevuto copertura mediatica (attraverso articoli, interviste riportate, video o altro). Altrimenti si possono adottare altre tecniche per ottenerne, come la già affrontata link outreach o l’acquisto diretto.
Anche se i link profondi (verso specifiche pagine del sito) sono sicuramente cruciali, non bisogna dimenticare che non sono gli unici backlink che vale la pena ottenere. I link che puntano alla tua homepage andranno a beneficio dell’intero sito, ed è generalmente proprio la pagina principale del sito quella che riceve il maggior numero di visite (dirette, di riferimento e organiche).
E ora ti va qualche piccolo consiglio per linkare la home nel modo giusto?
Link alla home: un paio di dritte
L’URL da selezionare per linkare la home è quello principale del tuo sito. Forse sembra ovvio, ma a me piace non dare nulla per scontato. A chi è meno esperto basta un attimo per farsi linkare la pagina sbagliata, e questo può risultare in un immane spreco di tempo e risorse (non solo economiche).
Quindi facciamo un semplice esempio. Mettiamo che tu sia il proprietario di Repubblica.it – ti piacerebbe, eh…?
Se volessi farti linkare sulla home dovresti prendere l’URL come mostrato nell’immagine sottostante:
Che anchor scegliere per linkare la tua homepage?
- Puoi scegliere un’ancora brand (che combacerà con il nome dominio del tuo sito, scelta molto comune e condivisa)
- Puoi usare un’ancora di tipo URL come ad esempio: https://www.repubblica.it/
- In alternativa si può scegliere la propria money key principale con URL verso la home page
8 – Diffondere il trust in tutto il sito: i link interni
Se hai comprato o ottenuto eccellenti link, il tuo obiettivo è sicuramente quello di sfruttarne al massimo il potenziale in tutto il sito. Ma come ci puoi riuscire?
L’ internal linking in questo senso è davvero cruciale. Abbuffarsi di link non basta se poi non si riesce a governare a dovere il flusso della cosiddetta “link juice” (la forza di posizionamento trasmessa dai link) in tutto il sito.
I link alla home, in questo senso, hanno un ruolo fondamentale, perciò è bene che i link che partono dalla home siano ottimizzati strategicamente per arrivare verso pagine/obiettivo.
Come vedi, l’immagine qui sopra (ripresa dall’autorevole sito del blog di Yoast) sottolinea che non basta avere una SEO link building strategy solo per i link esterni. No, la tua strategia di link serve a fare anche internal link building.
Devi quindi determinare quali sono i contenuti più importanti e meglio orientati al copywriting SEO all’interno del sito. Bisogna linkare internamente ai contenuti migliori e più completi, quelli che sono il cuore del tuo business… perché sono proprio quelli i contenuti che vuoi che le persone trovino quando cercano un argomento o un prodotto in cui sei specializzato!
E se vuoi davvero far sapere a Google che quello è il tuo contenuto più essenziale, devi aggiungere molti link ad esso.
Ci sono vari punti da cui è possibile inviare link ai tuoi contenuti fondamentali. Sicuramente dopo che hai scritto vari articoli su un certo argomento, dovresti collegarli tra loro. Questo mostrerà a Google – e agli utenti! – che questi articoli sono collegati a livello semantico.
Se vuoi capire meglio come costruire una corretta struttura dei link interni ti suggerisco di leggere questo approfondimento:
9 – Da evitare: PBN, domini spammati e link da siti scarsi
Se i tuoi neuroni non sono ancora andati a fuoco, lo zio Roberto avrebbe ancora un paio di cosette da aggiungere perché tu possa evitare errori banali investendo nella link building. Ho in parte già toccato questo argomento, ma se fino ad ora abbiamo detto quello che dovresti fare, ora vorrei parlarti di quello che dovresti evitare a tutti i costi nella tua SEO link building strategy.
Volendo puoi approfondire bene questo aspetto nel mio articolo “peggiori tecniche di link building“, ma intanto ecco 3 cose che dovresti evitare come la peste (o come la tua compagna quando la fai incazzare):
1. PBN (Private Blog Networks)
Le PBN possono essere piuttosto brutte, un po’ come la tua faccia quando ti svegli la mattina. Conosciute come Private Blog Network, sono tipicamente reti gestite da individui molto loschi che le usano per passare la link juice tra diversi blog di loro proprietà.
Il fatto è che Google non prende troppo bene questo tipo di cose, e quando scopre una PBN la punisce. E sì, punirà anche i siti a cui la PBN si collega, ovvero potenzialmente il tuo se vai a comprare link da PBN nefaste!
Vedi, quando si è a caccia di backlink bisogna anteporre la qualità alla quantità. I siti spammy come quelli delle PBN non ti avvantaggeranno minimamente. Anzi, molto probabilmente ti danneggeranno e andranno a causare una diminuzione del tuo ranking,e sicuramente non ti garantiranno una maggiore esposizione al vostro pubblico mirato.
Vediamo allora come riconoscere ed evitare le PBN.
- Design di sito scadente: Nessun blogger che sta creando uno “schema piramidale” di blog per arricchirsi in fretta si prenderà il tempo e l’impegno necessario per creare ogni volta dei bei siti web. Verrà scelta l’opzione più facile per mettere insieme un sito web semplice, anche se di scarsa qualità.
- Cattivo profilo backlink: analizza il profilo dei link in entrata dei siti ai quali vuoi rivolgerti; se è di scarsa qualità non ti conviene assolutamente prendere link da lì. Potrebbe anche trattarsi di PBN.
- Scarso/nessun traffico in entrata: se un sito non ha traffico in entrata è sospetto, e puzza di PBN!
2. Siti spammosi
Se il sito che stai analizzando presenta un profilo backlink di scarsa qualità con un gran numero di link da fonti opinabili, lascia stare! Se contiene link pericolosi potrebbe fare danni anche per il tuo sito.
In generale se ti accorgi che il sito contiene link del tipo:
- Provenienti da commenti/forum
- Creati automaticamente tramite software
- Da siti con scambio link
- Link da domini sporchi o dropped
Fuggi a gambe levate e non pensarci nemmeno a farti linkare! Per trovare questi link e fare le dovute valutazioni devi saper maneggiare appositi software, non esistono alternative.
3. Link da siti scarsi
Per finire, seguendo il processo di link audit spiegato in precedenza dovresti essere in grado di farti un’idea anche della qualità generale del profilo backlink di un sito.
Non è che per essere valutato positivamente un sito debba essere perfetto. Ogni sito riceve link anche casualmente e di bassa qualità, è del tutto normale. Ma se la parte negativa è prevalente, meglio farsi due domandine.
In generale meglio evitare i link da siti scarsi, di bassa qualità, con contenuti scadenti e non ottimizzati.
10 – Lascia fare… a chi sa fare
Sai, ho creato questo articolo vagamente approfondito per un motivo: darti gli strumenti per non fare cavolate mentre ti occupi della tua link building (leggi = “il tuo progetto web al quale tieni tantissimo e del quale vuoi aumentare la audience, il prestigio e il fatturato”).
Insomma, ho cercato di rendere il tutto più completo possibile e semplice da seguire… ma, come avrai notato, la link building a livello tecnico è davvero un casino. Costruire una SEO link building strategy di livello e 100% ottimizzata richiede un lavoro con i cosiddetti perché si sposino tutti i seguenti fattori:
- Il tuo sito
- I link in entrata
- L’internal linking
- Le tue pagine obiettivo
- I tuoi obiettivi di vendita e crescita fatturato
- L’ottimizzazione SEO
- La sostenibilità di un azione di digital PR
- E da ultimo (ma non per importanza) il tuo budget disponibile
Armonizzare tutto questo non è cosa da poco, ma sai, c’è chi lo fa per mestiere… Eccomi qua, da oltre 15 anni mi occupo di progetti di questo tipo per clienti che hanno aziende in qualsiasi settore.
In conclusione
Se pensi di non avere tempo, risorse o competenze adeguate per occuparti di una SEO link building strategy da paura… beh, modestamente lasciami dire che io ce l’ho, questo è esattamente il mio lavoro.
Hai altre domande e curiosità sulla link building o sui servizi che posso offrirti per provare a far volare i tuoi progetti web? Batti un colpo, sarò felice di mettere sul tavolo tutte le opzioni. Vedremo chi sono i tuoi clienti e potremo parlare dei modi in cui potremmo andare incontro ai loro desideri con i tuoi prodotti e servizi lavorando sulla visibilità…