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I peggiori errori di Link Building

I siti penalizzati per via di errori di link building sono numerosi anche in Italia. Alla base di questo problema, spesso, ci sono tanta fretta e la ricerca del risparmio.

Se hai un’azienda, è probabile che tu non sia uno specialista. In questi casi improvvisare un’attività di link building sul tuo sito potrebbe essere decisamente, decisamente rischioso e controproducente. (“Aspetta… Come dici? Voglio solo posizionarmi, ma non sono James Bond e il rischio NON è il mio mestiere?”)

Sono migliaia i siti che vengono penalizzati ogni giorno e, a tal riguardo, le linee guida di Google non lasciano spazio ad interpretazioni: basta un piccolo errore e sarai beccato. E quando questo avverrà non ci andrà giù leggero.

Conoscere i principali errori commessi quando si parla di link building, però, può aiutarti a evitarli.
Ecco perché ho deciso di raccontarti quali sono.

Vediamoli assieme.

Il più grande errore di link building: pensare a questa tecnica come il rimedio a tutti mali del sito!

Spesso, la link building viene dipinta come la cura di tutti i mali.

Ricordi il bacino che ti dava la mamma e che ti faceva passare qualunque sofferenza? O il soffio magico capace di disinfettare e annientare i batteri di qualunque cosa toccasse il suolo, tanto potente da rendere nuovamente commestibile il cibo? Ecco per molti imprenditori la link building, ancora oggi, è in tutto e per tutto assimilabile a quei due ‘potentissimi’ rimedi.

Bene: partiamo con il dire chiaramente che non è così. 

Come ribadisco nell’approfondimento “cos’è la link building“, se il tuo sito non genera traffico, nel 90% dei casi il motivo non è l’assenza di link, ma la sua incapacità di soddisfare i criteri di qualità richiesti da Google. Ti prego, quindi, di non comportarti come quel paziente che si reca dal dottore a dirgli che medicine gli devono essere prescritte, convinto della sua auto-diagnosi.

Al contrario, accertati prima dello ‘stato di salute’ delle tue pagine web. Se un sito non è ottimizzato correttamente, nessuna strategia di acquisizione di link potrà aiutarlo a rankare e, se anche qualcosa si muovesse, è probabile che la maggior parte del suo potenziale venga disperso. Insieme ai tuoi soldi.

Se la macchina non dispone di freni che funzionano, partire in quinta non è mai una buona idea.

in questi casi capire cosa fa un consulente SEO potrebbe essere un buon inizio. Contattalo e chiedigli di fare un check per valutare se è il caso o meno di avviare un servizio di link building, ok?

Uomo avvisato, mezzo salvato.

I principali errori nel campo della link building (riassunti in una tabella).

Tipo di pratica scorrettaValutazione di rischio
Ricezione di link creati tramite softwareAlto ☠️🤬☠️
Ricezione di link da domini di tipo dropped con profilo sporcoAlto ☠️🤬☠️
Eccessivo uso di anchor text manipolativiMedio ☠️☠️
Link massivi da forum e commentiMedio ☠️☠️
Link da siti di scambio linkBasso ☠️
Link da siti non a temaBasso ☠️
Eccessivo numero in ingresso di link nofollowBasso ☠️
I principali errori di link building

☠️ Errore di link building N°1: Pensare che tutti i backlink abbiano lo stesso valore e che performino allo stesso modo su ogni settore.

Conoscere la differenza tra backlink di alta e bassa qualità è fondamentale, e non è una questione d’intuito. A volte, infatti, sarà necessario avere un approccio di link building editoriale, in altri casi è più conveniente averne uno più orientato alle digital PR, oppure può essere meglio un approccio misto. Insomma, è fondamentale disporre dei giusti software, saper analizzare il settore per bene e disporre dell’esperienza necessaria per prendere scelte strategiche. Si tratta di decisioni che, se prese fuori misura, potrebbero avere conseguenze tutt’altro che piacevoli.

Durante l’attività si dovrà necessariamente tener conto del settore nel quale si sta operando e del fatto che a ognuno di essi appartiene uno specifico scenario. Per capirci, uno stesso link potrebbe funzionare molto bene in un caso, oppure essere del tutto inutile in un altro.

Valutazioni di questa natura non possono essere lasciate al caso. Vanno definite attentamente in fase preliminare attraverso un’apposita indagine di mercato che sappia restituire un quadro preciso e una serie di attività i cui risultati dovranno essere monitorati attraverso specifici indicatori (KPI).

☠️ Errore di link building N°2: Collegarsi a domini sporchi di tipo dropped.

Quando scade, un dominio viene definito ‘dropped’ (dall’inglese “abbandonato”). E sai perché i domini scaduti sono tanto importanti quando si parla di link building? Perché un dominio scaduto si porta con sé tutti i link!

Ecco che, con l’obiettivo di resuscitare siti zombie, spuntano fuori le magiche PBN, reti di siti che esistono esclusivamente con l’obiettivo di vendere link al miglior offerente.

Purtroppo chi va alla ricerca dei domini scaduti, troppo spesso (non sempre ovviamente) non si cura di alcuni parametri vitali che, se trascurati, potrebbero determinare una penalizzazione per tutti i siti linkati.

Tecnicamente mi riferisco alla verifica delle classi IP o ad altri check utili a verificare se il dominio sia stato bannato in passato. Come puoi capire se un dominio porta con sé buoni link sarà oggetto delle attenzioni di tanti, spammer compresi.

E sai cosa succede se per errore ne viene riesumato uno usato in precedenza per fare spam durante la sua seconda vita?

Come puoi immaginare, niente di buono.

Altro check vitale tra quelli solitamente ignorati è la verifica del ban da parte di Google Adsense. Molti domini scaduti, infatti, vengono abbandonati proprio perché bannati da Google Adsense. Capisci bene che la reputazione di un sito di questo tipo non può che minare l’autorità di chi si trovasse a ricevere link in ingresso da quest’ultimo…

Un’altra cosa che io non vorrei mai (e, fidati, neanche tu) è che il mio portale prendesse link da un sito che in passato vendeva dei bellissimi dildo cinesi di gomma. Ma ti pare? Ecco, spessissimo capita invece di scoprire che un dominio anziano, all’apparenza perfetto, in passato sia stato hackerato o, peggio ancora, utilizzato – a rieccoci – per fare spam, in questo caso ospitando, tra dildo e viagra, le peggio cose.

Conoscere questi e altri aspetti è determinante se vuoi evitare di ritrovarti con il tuo sito inspiegabilmente nel baratro. A volerla dire tutta, poi, fare questo tipo di check è anche molto semplice! Occorre semplicemente verificare lo storico del sito su https://web.archive.org/ (il più grande archivio storico del web) così da potersi accertare che nel passato il dominio non sia stato vittima di tali abusi.

Ora ti domando “Secondo te questi controlli vengono sempre fatti da chi vende link da PBN?”. Ecco, ci siamo capiti.

Attenzione però.

Non tutti i dropped sono pessimi, anzi. È importante capire, però, che creare una PBN è una cosa seria e molto, molto costosa. Parliamo di un’attività che richiede impegno e competenza. Purtroppo, spesso vengono tirate su ‘per risparmiare’, alla faccia di chi acquista i link nella speranza di vedere il proprio sito guadagnare posizioni su Google.

A quanto ne so io, oggi in Italia sono davvero pochissimi a portare avanti questa attività con tutti i crismi. E dato che le PBN nascono per fregare Google, è sempre bene considerare che stai a andando a rubare a casa del ladro. Se ci stai pensando, informati bene e valuta attentamente se il gioco vale la candela.

Fantastico meme che riassume gli errori di link building.

☠️ Errore di link building N°3: Fare scambio diretto di link.

Questo tipo di rischio si presenta quando si partecipa a scambi eccessivi di link. Da quando è stato implementato Penguin nel 2012, infatti, Google riconosce benissimo gli schemi di link, figuriamoci dunque se non si accorge di un collegamento reciproco…

E sai dove sta la fregatura più grande? Il collegamento a un sito giudicato da Google di poca rilevanza abbasserà inevitabilmente la tua reputazione, contribuendo anche in questo caso a danneggiarti.

Andare a chiedere/fare scambi di link alla cieca è un grosso errore. Anche in questi casi la ricerca della ‘quantità’ sta alla base dell’errore Dunque, meglio evitare gli scambi diretti se non pertinenti, ok?

☠️ Errore di link building N°3: Ricevere link massivi da forum e/o commenti

Per chiarezza: non tutti i link in entrata provenienti dai forum sono cattivi. Se un collegamento proviene da un sito di buona qualità, da un utente attivo, e non è manipolativo (es. sempre su chiave secca), probabilmente non arrecherà alcun danno. Tuttavia, se hai migliaia di link provenienti da forum di discussione stranieri, spammosi e di bassa qualità… beh, faresti bene a farti il segno della croce.

Una penalizzazione potrebbe arrivare in qualsiasi momento.

Ancora oggi, persone singole e siti come fiverr.com & co offrono servizi di questo tipo, danneggiando di fatto la reputazione del dominio di chi si rivolge a loro con l’illusione di risparmiare 🤬.

Come ti spiego nel paragrafo successivo, infatti, esistono software capaci di sparare questo marciume a tonnellate, così da rendere le proposte appetibili, estremamente convenienti e apparentemente di ottima qualità per chiunque cerchi tanti link a basso costo.

☠️ Errore di link building N°4: Creare link automaticamente tramite software.

Qui voglio essere sintetico e schietto: tools come SeNuke, Scrapebox, Xrumer e compagnia bella, nel 99,9% dei casi fanno solo danni. Questi software sparano link ovunque non ci siano protezioni contro gli spambot e sono capaci di creare migliaia di collegamenti in pochissimo tempo – non a caso trovano spazio nel mondo della negative SEO.

Da consulente SEO, in questo sono tassativo. Quello che posso dirti è: stanne alla larga, ma proprio a miglia e miglia di distanza.

☠️ Errore di link building N°5: Ignorare il contesto e la struttura del link

Se il tuo link viene pubblicato da solo nel commento di un blog, senza alcuna introduzione o spiegazione, avrà ottime possibilità di esser percepito come spammoso. Se invece è strutturato nel contesto e arricchito con contenuti di supporto, libero da indicatori di spam, sarà tutta un altra storia.

In questo è importante sottolineare come a seguito dell’aggiornamento di Google – il Google BERT update prima, Google MUM poi – il contesto è diventato sempre più rilevante.

Faresti bene, dunque, a tenere a mente che i link innaturali, quelli messi ‘tanto per’ o assolutamente fuori contesto, fanno accendere più di una lampadina d’allarme, ok?

🤓 Leggi anche: Guida alla scelta e all’uso dei migliori anchor text per la link building (esempi inclusi).

☠️ Errore di link building N°6: Sbagliare o ignorare la velocità di acquisizione del proprio settore.

Metti il caso che tu non abbia mai ricevuto link. Di colpo inizi a riceverne a decine con anchor text ‘migliore lavanderia Roma‘, quando i tuoi competitor, invece, ne prendono giusto qualcuno con il nome dell’attività, tipo ‘lavanderia da Mario’… Suonerebbe quantomeno fuori luogo, non trovi?

Ecco, alla base di questo ragionamento ci sta il fatto che la velocità d’acquisizione con cui si pubblicano i backlink può determinarne la qualità.

Per scongiurare questo rischio occorre pianificare un’attività capace di tenere conto della velocità storica di acquisizione del tuo sito, come di quella dei tuoi concorrenti. Insomma, va studiato un vero e proprio piano capace di mettere in calendario tutte le uscite, del giusto tipo e alla giusta velocità.

Per andare sul sicuro, anche in questo caso è consigliabile fare un’indagine di mercato preliminare capace di restituire tutte le informazioni necessarie per individuare il giusto rapporto tra quantità/qualità/velocità del progetto.

☠️ Errore di link building N°7: Sbilanciare i link follow/nofollow.

Se non hai idea della differenza tra ‘dofollow’ e ‘nofollow‘, te la spiego io in due parole.

I backlink con attributo nofollow dicono ai motori di ricerca di non prendere in considerazione la destinazione e, a differenza dei link dofollow, non passano trust. L’attributo nofollow, infatti, nasce per marcare i contenuti di cui non ci fidiamo.

Di norma, questi link non dovrebbero causare problemi. Tuttavia, quando sono presenti in grandi quantità e di qualità molto bassa potrebbero rappresentare un segnale di scarsa qualità.

In questo, però, sappi che Google prende in considerazione sia i link dofollow che i link nofollow e che un profilo backlink strutturato correttamente dovrebbe riceverne di entrambi i tipi. Insomma, anche qui, come sempre nella link building, la differenza sta nel saper prendere le giuste misure.

In conclusione

Arrivato qui mi auguro che ti sia chiaro che il punto non è ‘mettere link’. Ciò che occorre fare, invece, è lavorare dati alla mano alla costruzione di un traffico utile. Un traffico capace di portare le conversioni che vai cercando.

Rispetto a quanto detto sopra, tra le tante che mi vengono in mente l’espressione che vorrei tu tenessi a mente è “maneggiare con cura”.

La link building può essere un’enorme opportunità così come un grosso rischio. Ciò che bisogna tenere sempre a mente quando ci si approccia a questa disciplina, specie se si è novizi, è che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Google, oggi più che mai, si porta con sé un livello di competizione molto elevato, corredato peraltro da sistemi di controllo tra i più avanzati al mondo.

Immaginare di poter bypassare tutto questo acquistando link a caso, oltre che essere pericoloso è, a mio avviso, del tutto utopistico.

Se stai pensando alla link building, parliamone seriamente. Metti da parte i sogni. Ragioniamo sui numeri. Questo è il modo migliore che conosco per fare il primo passo verso la giusta direzione.

Se hai bisogno mi trovi qui.

🏆 Take Aways…

  • Puntare a guadagnare tanti link ignorando velocità/contesto/settore è un grosso errore.
  • La link building è una grande opportunità, ma solo se pianificata e misurata correttamente.
  • Stai alla larga dai siti che vendono link a pacchi e dai software che sparano link.
  • Un profilo link correttamente strutturato include link follow e nofollow.
  • Se il sito non è correttamente ottimizzato, i link non riusciranno a fare bene il loro lavoro (e tu perderai tempo e soldi).

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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